Il ventiduenne residente a San Giovanni, studia da anni la pittura sotto varie forme ricercando uno stile personale ispirato da tecniche post impressioniste.
Captare la luce di un momento e riportarla su tela, è questo uno degli obiettivi di Davide Zheng, ventiduenne residente a San Giovanni Valdarno, giovane pittore locale.
Davide ha iniziato ad avvicinarsi all’arte attraverso la passione per il fumetto, ha proseguito sperimentando e studiando differenti forme di pittura, come ci racconta all’interno del nostro consueto speciale sui giovani artisti valdarnesi:
“Seguendo la passione, ho abbandonato le scuole superiori per dedicarmi ad un corso specifico con l’intento di studiare il disegno, partendo stilisticamente da un punto diametralmente opposto da quello che faccio adesso: ho infatti iniziato frequentando una scuola di Comics, seguendo la passione per i Manga Giapponesi. Ho quindi intrapreso un triennio nella Scuola Internazionale di Comics a Firenze e mi sono presto reso conto che più andavo avanti, e più intraprendevo direzioni apparentemente impreviste da un punto di vista artistico. Proseguendo con gli studi, ho sviluppato un forte interesse verso l’arte tradizionale tanto da dedicarmi a lavori più accademici, sfruttando però le conoscenze acquisite anche nel campo del fumetto; tendendo a combinarle con quello che ho proseguito a sperimentare da autodidatta, esercitandomi da solo. La scuola di Comics mi ha permesso di vedere le cose secondo prospettive multiple, una diversa dall’altra”.
Un’evoluzione naturale, quella di Davide, che gli ha permesso di esercitarsi a tempo pieno per sperimentare la pittura nelle sue molteplici forme:
“Durante il terzo anno, avvicinandomi allo studio del fumetto francese -caratterizzato da un approccio più autoriale e di reinterpretazione dell’arte tradizionale, rispetto a quello americano- ho iniziato ad appassionarmi sempre di più alla pittura cercando uno stile personale per i miei fumetti. Con il tempo ho poi abbandonato progressivamente i Comics per intraprendere la direzione che pratico attualmente, da circa quattro anni: ho iniziato con l’acquerello, passando per tempere e acrilici, e adesso ho iniziato a dipingere ad olio, la tecnica più complessa e dispendiosa.
In questo periodo di cambiamento e sperimentazione, ho iniziato anche a dipingere murales su commissione, inizialmente in casa di amici che mi proponevano dei lavori, in seguito attraverso il passaparola. Non ho mai dipinto per strada o su muri esterni, per quanto l’idea di farlo eventualmente in luoghi abbandonati e in decadenza mi sarebbe sempre piaciuta. Ho preferito sperimentare questo lato su richiesta, non solo usando bombolette ma soprattutto nell’ultimo periodo, anche pennelli con acrilici.”
Appassionato di storia dell’arte, Davide ha le idee molto chiare rispetto alla ricerca di una unicità di stile, combinata con influenze differenti:
“Posso definire la mia pittura come indubbiamente ispirata dall’Impressionismo e dall’Espressionismo, soprattutto per l’approccio: il tentativo di captare la luce di un momento e riportarlo su tela, è un qualcosa che mi affascina. Cerco sempre di prendere ciò che mi piace dalle varie esperienze pittoriche, mescolandole insieme e cercando di creare attraverso questa operazione un mio stile. Gli artisti che più mi piacciono e che indubbiamente hanno una forte influenza sulla mia attitudine sono John Singer Sergent -post impressionista di origini statunitensi- e Jeremy Mann, un contemporaneo che attraverso dei cityscapes notturni riesce a catturare e a riprodurre le luci applicando i metodi impressionisti.”
Analizzando la genesi delle sue opere, Davide continua nella ricerca di una unicità che lo porti un giorno ad esporre, per quanto ritenga il processo di crescita personale ancora molto lungo:
“I miei lavori nascono da idee che si materializzano nella mia mente e che tendo immediatamente ad appuntarmi, abbozzandole quando mi esercito nella pratica di arti figurative, salvando i risultati in una apposita cartella nel mio Pc. Solo quando elaboro mentalmente qualcuna di queste, focalizzando la tecnica che decido di sperimentare, inizio a dipingerle su tela. Altrimenti mi esercito semplicemente: non inizio un quadro senza un’idea chiara in testa, senza sapere in che direzione può andare.
L’obbiettivo che sto perseguendo attraverso la pratica e lo studio, è quello di poter riuscire un giorno ad esporre, perché al momento non ho avuto nessuna esperienza in proposito. In realtà sono molto critico verso i miei lavori, tanto da non essere ancora arrivato ad un punto di convincimento rispetto al livello raggiunto, da potermi iscrivere ad un concorso oppure da provare ad esporre i miei lavori. L’idea di poter ancora migliorare mi porta a rimandare questa fase personale, ad aspettare proseguendo questo percorso di crescita continua”.