04, Maggio, 2024

La “Poesia Cruda” di Salib nel Castello di Sammezzano

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Il giovane rapper figlinese è appena uscito con il suo primo singolo girato nello splendido Castello che fu della famiglia Ximenes D’Aragona, e spopola sui social.

Per la rubrica sui giovani artisti valdarnesi -un modo per dar spazio a chi porta avanti una passione con voglia di emergere-  abbiamo incontrato Simone Salib (nome d’arte semplicemente “Salib”), ventiquattrenne residente a Figline Valdarno, che ha appena pubblicato il video del suo primo singolo Hip Hop girato interamente nella splendida cornice del Castello di Sammezzano a Leccio.
Il video, uscito ufficialmente il 13 Dicembre e completamente autoprodotto, ha rapidamente superato le 3000 visualizzazioni su Youtube, ottenendo numerosi consensi senza nessuna sponsorizzazione, se non il passaparola sui social.

“Ho iniziato a fare Hip Hop quasi per gioco, utilizzandolo come sfogo in seguito ad una serie di brutti eventi che mi sono capitati tre anni fa. Ho sentito il bisogno di mettere per scritto alcune riflessioni, sfogando così la mia rabbia: sono da sempre appassionato di rap americano, e per questo ho provato quasi senza pensare a dare musicalità ad uno di questi scritti, mettendolo in rima. In seguito ad una serie di apprezzamenti ottenuti dai miei amici ai quali avevo fatto ascoltare il mio primo esperimento, ho deciso di registrarlo e di metterlo su Youtube, ottenendo numerosissimi consensi e visualizzazioni: un risultato per me stupefacente che mi ha portato a pensare che forse potevo provare a trasformare la mia capacità di scrittura e la mia passione per il rap, in qualcosa di più serio”.

Nato a Firenze ma di origini Egiziane, Salib milita anche in una formazione calcistica locale di Seconda Categoria, ma appare molto determinato rispetto all’obiettivo che si è posto da un punto di vista musicale: trasformare una passione in professione per raggiungere palcoscenici nazionali.

“Prendendo coscienza dei miei mezzi era però necessario riconoscere anche i limiti iniziali, dovuti principalmente all’inesperienza. Ho così deciso di investire il mio tempo migliorandomi, lavorando molto sia su me stesso che sul mio stile, per raggiungere livelli di ascoltabilità superiori. Una svolta importante per me è stato sicuramente l’incontro con Mr. Mee Roy, producer aretino che ha collaborato con numerosissimi rapper di livello nazionale, che produce e registra i miei pezzi”.

 

Il video del singolo “Sono ancora qua” è infatti uscito da poco meno di 15 giorni, e utilizzo come sfondo d’eccezione lo splendido Castello di Sammezzano.

Le prime riprese sono iniziate l’Aprile scorso e si sono rivelate molto più complesse di quanto avrei potuto immaginare: non è stato semplice ricevere i permessi per  girare all’interno del Castello di Sammezzano, così come ottenere le autorizzazioni per la pubblicazione del video stesso. Inoltre avevamo solo un giorno a disposizione per le riprese interne, e sono inevitabilmente accaduti una serie di imprevisti che hanno reso la giornata molto complicata e stressante: essendo alla prima esperienza simile, mi immaginavo di viverla come una festa, senza considerare tutto quello che sta dietro alla una produzione di un vero video musicale. Per questo motivo abbiamo dovuto completarlo in un secondo tempo, con le riprese esterne”.

 

 

Il video, diretto da Mr. Mee Roy (che ha anche registrato, mixato e composto la base del pezzo), è stato prodotto da Salib con la partecipazione del Dj Andrea Camici, e nelle intenzioni del giovane rapper valdarnese dovrebbe essere il primo di una lunga serie:

“L’idea è quella di proseguire autoproducendosi, proponendo in futuro altri singoli accompagnati da video musicali, con l’obbiettivo di diffondere la mia musica e con la speranza di poter attirare l’attenzione di alcune etichette nazionali. Ho già pronte circa 30 canzoni che aspettano solo di essere registrate, anche se non mi piace definirle all’interno di uno stile musicale. Tendenzialmente faccio Hip Hop, ma non voglio essere io a definire la mia musica: che siano gli ascoltatori a dare ai miei pezzi una collocazione. Per me rappresenta una semplice esigenza personale, un bisogno da sfogare: dovessi proprio trovare una definizione per descrivere quello che ho in mente, lo chiamerei “poesia cruda”, perché determinata da un linguaggio schietto, definito, a volte forte, sicuramente espressione di quello che provo”.  

 

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