Francesco Bigazzi, giovane musicista terranuovese, presenta il suo primo album da solista completamente autoprodotto. Un viaggio emozionale composto da otto tracce, registrato e mixato in casa.
Per la nostra rubrica relativa ai giovani artisti valdarnesi, abbiamo incontrato Francesco Bigazzi, ventenne residente a Terranuova Bracciolini, fresco di autoproduzione del suo primo lavoro solista con il nome di “Wake Up In The Cosmos”.
Dopo varie esperienze musicali all’interno dei circuiti locali, Francesco ha appena terminato e rilasciato “De Rerum Natura”: otto tracce visionarie, psichedeliche, emozionali; otto tappe di uno stesso viaggio, che riassume le sensazioni di circa tre anni di ascolti e sperimentazioni, tradotte in musica.
Un progetto figlio della mente del solo Francesco , che lo definisce come “un piccolo ritaglio musicale nel cosmo” nella sua pagina Facebook. In realtà Francesco inizia a suonare producendo musica elettronica, per poi iniziare a calcare i palchi live con i “The Black Moon”, dei quali fa ancora parte. Parallelamente al suo impegno con la band (che mischia influenze psichedeliche con il garage, e con la quale ha suonato in giro in numerosi locali non solo in Italia), Francesco ha dato forma al suo progetto solista dalla camera della propria casa.
“Ho iniziato a suonare tre anni fa sperimentando attraverso la musica elettronica; in seguito, incontrandomi con uno dei componenti degli attuali Black Moon, ho accolto la loro proposta di entrare nella band suonando inizialmente le tastiere e poi passando al basso. Contemporaneamente all’attività live con la band, ho iniziato a sentire l’esigenza di produrre qualcosa da solo, sfruttando le varie esperienze sonore incontrate. Il metodo di scrittura della musica è ovviamente differente: si tratta di un processo più intimo, la risultante dello sviluppo di un’idea artistica figlia solo delle mia responsabilità; una bella sfida da un punto di vista personale, sulla quale voglio proseguire ad investire. Le opportunità che la tecnologia mette oggi a disposizione, che permettono di registrare un pezzo direttamente da casa propria attraverso un computer e appositi microfoni, mi hanno aiutato a terminare un lavoro piuttosto complesso, di cui sono molto soddisfatto”.
La atmosfere psichedeliche di Wake Up In The Cosmos, ben delineabili nell’ album di esordio, tendono ad una ricerca sonora esclusiva, partendo da basi già storicamente sperimentate da artisti di fama internazionale. Un suono che a tratti rimanda agli anni settanta, attualizzato dalle possibilità e dalle esperienze odierne.
“Ricerco una certa linearità sonora nelle mie tracce, ma riguardo a “De Rerum Natura” non si può parlare di un album concettuale. Ognuna delle otto tracce presenti, rappresenta più che altro una sorta di fotografia di un determinato stato d’animo, che ha generato in me un’idea sonora iniziale. Tutto inizia da una melodia che mi nasce in testa, che provo immediatamente a fermare attraverso la registrazione; partendo da quella, generalmente aggiungo subito un beat di batteria e conseguenzialmente lavoro sulle evoluzioni o le sfumature del pezzo, non prestando assolutamente attenzione a strutture convenzionalmente pop.
L’album è interamente registrato da me e consequenzialmente autoprodotto, ancora soltanto in formato digitale. L’idea è quella di riuscire a stampare il prima possibile anche un formato fisico, ma per il momento è comunque acquistabile sulla piattaforma BandCamp. Il prezzo simbolico di acquisto è di tre euro, anche perché mi interessa rendere disponibile a basso costo il mio prodotto, dandogli comunque un valore economico, non regalandolo. L’album è uscito in questa settimana: superata la sfida relativa alla registrazione e all’autoproduzione di un lavoro solista, adesso non mi resta altro che trovare una struttura per presentarlo dal vivo. Essendo abituato a suonare in una band, sto riflettendo su come riportare live il suono dei pezzi di “De Rerum Natura”: probabilmente cercherò di farmi accompagnare sul palco quantomeno da un batterista, evitando di presentarmi con beat campionati, per evitar il rischio di snaturare la riproduzione dei pezzi”.
Attivo all’interno di un movimento artistico valdarnese composto da giovanissimi appassionati, Francesco è ben determinato a collaborare con realtà coetanee per far emergere anche il suo progetto:
“La realtà musicale valdarnese è piuttosto variegata, e per quanto gli spazi per esprimersi non siano infiniti, ci sono molte occasioni per presentare la musica dal vivo. Stiamo tentando attraverso l’unione di varie realtà di promuovere eventi che comprendano anche la produzioni di arti differenti, in differenti spazi: esiste un collettivo che si chiama VisionAir Opérer formato principalmente da coetanei, che organizza eventi in Valdarno attraverso i quali veicolare la musica dal vivo, la pittura, le installazioni ed altri tipi di produzioni. Contemporaneamente a livello musicale ci siamo organizzati a livello di promozione, sotto il nome di Zootropia Records: un modo per promuovere le autoproduzioni valdarnesi dal vivo, sperando anche di uscire dai confini provinciali”.