Il Comitato per la difesa del Serristori aveva scritto a febbraio ai responsabili del rischio clinico per valutare le condizioni operative dell’ospedale figlinese. Ora, il documento svelato dai Cobas, rafforza le loro convinzioni: “Eliminare il chirurgo di guardia nel fine settimana mette in serio rischio la cura dei pazienti nei casi di emergenza”
Non si placa la polemica intorno ai presunti rischi clinici dell'ospedale Serristori, e in particolare sulla mancanza di un chirurgo di guardia nel fine settimana, a cui la Asl10 ha sopperito con un medico reperibile in condivisione con Ponte a Niccheri.
Qualche giorno fa i Cobas hanno reso pubblico un documento firmato dal Risk Manager dell'Azienda, denunciando che "la nuova organizzazione della chirurgia è ad elevato rischio". Immediata la replica dello stesso responsabile del rischio nella Asl10: "La frase è avulsa dal contesto, strumentalizzata per creare falsi allarmismi".
Ora, però, a questo confronto si aggiunge la posizione del Comitato in difesa del Serristori, che svela di aver già segnalato a febbraio questi rischi, e di aver richiesto approfondimenti e chiarimenti. "I nostri sospetti e le nostre preoccupazioni erano fondate", scrive oggi il Comitato.
"Il 23 febbraio scorso avevamo inviato una lettera al Direttore della Gestione Rischio clinico della Regione Toscana, e per conoscenza al Presidente della Toscana, all’Assessore regionale alla sanità, al direttore della Asl10 e ai sindaci del Valdarno fiorentino, con cui si richiedeva l’intervento del Centro Gestione Rischio Clinico per verificare se al Serristori le condizioni operative siano conformi alle leggi che regolano il sistema sanitario e che siano garantiti i diritti del malato".
"La nostra richiesta – spiega il Comitato – era motivata dal fatto che dopo la riorganizzazione dell’attività chirurgica disposta dal Direttore della struttura organizzativa Franceschini, e a causa delle carenze organiche derivate dalla mancata attuazione del Patto Territoriale, al Serristori non erano garantite le migliori condizioni operative. In particolare avevamo segnalato che la disposizione di eliminare il chirurgo di guardia dal giovedì notte al lunedì mattina, sostituito da un medico reperibile in condivisione con Ponte a Niccheri, ha messo in serio rischio e pericolo la cura dei pazienti nei casi di emergenza/urgenza e non permette al Pronto soccorso di operare secondo i parametri di legge, oltretutto in palese violazione del patto territoriale siglato a dicembre 2013".
Il Comitato cita poi la relazione del Clinical Risk Manager dell’Azienda, così come riferita dai Cobas: “…la qualità e sicurezza delle cure presenta dei rischi silenti/indotti che sulla scala dell’indice di probabilità di rischio hanno valori elevati e riguardano in particolare l’assetto proposta della turnazione in regime di pronta disponibilità del personale medico – chirurghi – afferenti all’unità operativa con commistione di altri professionisti provenienti da altri presidi ospedalieri vicini […] le criticità potrebbero rappresentare potenziali rischi della qualità e sicurezza delle cure quali: ritardo diagnostico terapeutico, trattamento inappropriato, trattamento inadeguato, complicanze evitabili. […] Nell’emergenza la dotazione di due chirurghi non basta dal punto di vista della gestione del rischio”.
"Ciò dimostra evidentemente – conclude il Comitato per il Serristori – che la nostra richiesta era quanto mai opportuna e le nostre preoccupazioni più che fondate. Chiediamo pertanto che l’Azienda Sanitaria provveda quanto prima a ripristinare le condizioni operative ideali, affinché al Serristori si torni ad operare nella massima sicurezza nell’interesse dei pazienti e di chi opera nell'ospedale".