23, Novembre, 2024

Serristori, i Cobas svelano: “Nuova organizzazione della chirurgia ad elevato rischio. Ad evidenziarlo un’indagine della Asl”

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“Una indagine del responsabile del rischio clinico aziendale definisce il modello organizzativo della chirurgia del Serristori ad elevato rischio”. E’ la nuova denuncia sul Serristori dei Cobas: “La relazione mette in luce le carenze organiche della chirurgia e i problemi legati all’utilizzo di professionisti di altri ospedali”. Chiedono all’Asl di fare chiarezza anche su un caso di pochi giorni fa.

“Una indagine del responsabile del rischio clinico aziendale definisce  il modello organizzativo della chirurgia a elevato rischio”. E’ la nuova denuncia sul Serristori dei Cobas: "La relazione mette in luce le carenze organiche della chirurgia e i problemi legati all’utilizzo di professionisti di altri ospedali".
 
“Bocciato il fumoso progetto della riorganizzazione dell’attività chirurgica dell’Ospedale Serristori predisposta dal Direttore della struttura Organizzativa Dr. Franceschini. Ad emettere la clamorosa “sentenza” è il Resp.le del Clinical Risk Manager dell’Azienda” sottolineano i sindacalisti.
 
Citano una indagine conclusa il 9 marzo 2015  che definisce, senza mezzi termini che  il modello organizzativo della chirurgia per quanto riguarda la “qualità e sicurezza delle cure presenta dei rischi silenti/indotti che sulla scala dell’indice di probabilità di rischio hanno valori elevati e riguardano in particolare l’assetto proposta della turnazione in regime di pronta disponibilità del personale medico – chirurghi – afferenti all’unità operativa con commistione di altri professionisti provenienti da altri presidi ospedalieri vicini”.
 
“Il rischio e il pericolo – prosegue la nota dei Cobas – è  rappresentato dal fatto che l’organico in servizio di pronta disponibilità chirurgica  al Serristori è insufficiente e far venire da fuori presidio un altro professionista non risolve il problema ma al contrario l’acuisce  in quanto i tempi impiegati dal chirurgo proveniente da altro ospedale  e la non conoscenza  dell’ambiente in cui  viene catapultato allungano di fatto la capacità di risposta immediata da dare al paziente nell’ urgenza.  Ma non finisce mica qui:  la critica del Clinical Risk Manager si estende anche sulle dotazioni organiche, il professionista rileva che nell’emergenza la dotazione di due chirurghi non basta  dal punto di vista della gestione del rischio >>”.  
 
I Cobas fanno poi presente che “la nota da noi resa pubblica porta la data del 9 marzo 2015” e, nel concludere l’indagine, il Clinical Risk Manager evidenzia “le criticità che potrebbero rappresentare potenziali rischi della qualità e sicurezza delle cure quali: ritardo diagnostico terapeutico, trattamento inappropriato, trattamento inadeguato, complicanze evitabili” .
 
Gli stessi Cobas chiedono a questo punto all’Asl di fare chiarezza anche su un caso drammatico avvenuto al Serristori pochi giorni fa: “Mercoledì 11 marzo fa il suo ingresso in Ospedale un paziente a cui viene riscontrato il bisogno di un intervento ortopedico, ricoverato in Medicina B – low care –  muore due giorni dopo per rottura della milza”.

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