La testimonianza di Fuselli, che all’epoca dei fatti si trovava a Castelnuovo insieme alla sua famiglia, nel giorno del ricordo delle vittime degli eccidi nazifascisti
La storia di Carlo Fuselli è raccolta tutta nelle sue gambe. Le stesse che riuscirono a portarlo in salvo da una pattuglia tedesca proprio nel periodo delle stragi del 4 e dell'11 luglio 1944 nel comune di Cavriglia.
Il suo arrivo nella piccola frazione di Castelnuovo risale al 1940: "Lì trovai lavoro, moglie e casa – racconta – e tutto andava bene, fino a quando scoppiò la guerra". Sì perché Fuselli la guerra l'ha vissuta appieno, avendo avuto quasi trent'anni nel 1944.
"Per me quello fu il giorno dei miracoli – ricorda – ma più che altro fu qualcosa di inaspettato, altrimenti penso che non mi sarei trovato a casa con il rischio di farmi prendere". Carlo Fuselli, infatti, riuscì a fuggire di corsa e a salvarsi da una pattuglia di tedeschi, riabbracciando moglie e figlio allora piccolissimo, ma non il suocero che, racconta, non riuscirono più a ritrovare.
Un'altra importante testimonianza alla luce dei fatti di quei tragici giorni, che rimarrà nella memoria storica del Valdarno.