23, Novembre, 2024

Chiesa di Santa Maria a Pernina: dall’antico castello alle tradizioni religiose del secolo scorso

Articoli correlati

In Vetrina

Più lette

In Vetrina

A sinistra della provinciale per Loro Ciuffenna su un’altura a nord di Terranuova Bracciolini, si trova la chiesa di Santa Maria a Pernina. L’edificio in realtà è l’ultimo resto di un antico castello costruito prima dell’odierna cittadina di Terranuova ed è stato nel tempo, protagonista di pellegrinaggi e tradizioni religiose delle quali, oltre alla memoria, Terranuova ancora porta i simboli. Attraverso le parole e gli scritti del Professor Carlo Fabbri è possibile ripercorrerne la storia e scoprire alcune curiosità.

La chiesa ha origini medievali e faceva parte dell’antico castello di Pernina che sorgeva presso di essa. Con l’edificazione della terra murata di Castel Santa Maria (odierna Terranuova), gli abitanti abbandonarono progressivamente il vecchio castello, che fu letteralmente smontato ed i materiali utilizzati per le mura della nuova città. A questo abbandono sopravvisse solo la chiesa che nel Cinquecento fu ampliata e diventò meta di pellegrinaggi.

Carlo Fabbri racconta di come fino all’inizio del secolo scorso, Pernina e la sua chiesa, fossero al centro di alcune tradizioni religiose: “La prima domenica di maggio a Pernina era una grande festa. In occasione del primo caldo, la chiesa e suoi dintorni venivano popolati dalla comunità di Terranuova per una festa che comprendeva sia il sacro che il profano. Oltre alla messa infatti, questa era l’occasione per la prima scampagnata dell’anno; venivano fatti picnic e c’erano banchini intorno all’edificio. Durante la messa, veniva scoperta l’immagine sacra della Madonna della Cintola, alla quale la chiesa è dedicata. L’immagine è ancora conservata all’interno della chiesa, sopra l’altare maggiore. Inoltre nella giornata dell’Ascensione, a Pernina veniva organizzata una specie di processione propiziatoria”.

“Questi non erano i soli motivi che inducevano la comunità a raggiungere l’edificio”- continua Fabbri- “All’interno della canonica della Pieve di Terranuova, è conservato il resto di un chiodo che, secondo la tradizione, è stato a contatto con uno dei Santi Chiodi. Il chiodo, originariamente conservato a Pernina, veniva usato per guarire le ferite di chi veniva morso da un cane o da un altro animale ed aveva il sospetto di essere affetto da idrofobia, come manifestazione della rabbia. La vittima del morso veniva portata a pregare la Madonna della Cintola e a sottoporsi al chiodo arroventato, così che la ferita si rimarginasse. Purtroppo vedere il frammento del chiodo è molto difficile, mentre invece è ancora visibile, quello che è stato un altro motivo di afflusso alla chiesa: di fianco alla porta d’ingresso, all’esterno, c’è ancora murata una prietra concava. Secondo la tradizione, si dice che bagnandola con acqua lustrale, appoggiando la testa e dicendo una preghiera, passasse l’emicrania.”

Carlo Fabbri conclude specificando che la sua testimonianza è frutto di una collazione tra studi di documenti (atti notarili e/o religiosi) e racconti della tradizione orale partecipata da alcuni componenti della sua famiglia.

Le immagini e il video realizzati col drone sono di Gian Marco Martini.

Articoli correlati