23, Aprile, 2024

Le opere di Lorenzo Bonechi tornano a casa nel ventennale della morte

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Anteprima nazionale nella sua Figline delle opere di Lorenzo Bonechi: 25 in tutto tra tavole, disegni e sculture. L’organizzazione è curata dalla Fondazione Ernesto Balducci in collaborazione con il Comune di Figline e Incisa Valdarno, la Fondazione Giovanni Pratesi e il contributo della Banca di Credito Cooperativo di Reggello. Rimarrà aperta fino al 18 gennaio

"Era così puro da affrontare le battaglie e gli abissi, i sogni e la morte, indenne. Non era soggetto al tempo, poteva dare vita ai sogni senza tema di giudizio, correva senza costrizioni, e la sua arte scaturiva adamantina e incorrotta sempre, nei suoi primi lavori come negli ultimi, quando confidò ad un amico di aver finalmente ' trovato la pittura'. Nato e cresciuto in una terra di confine, tra profondi echi rurali e sentori cittadini, Bonechi appartiene alla nutrita schiera di coloro – e per lo più sono toscani – che dalla propria terra d'origine hanno tratto inesauribile ispirazione". Lucia Fiaschi, che di arte s'intende avendola respirata fin da piccola nelle stanze e sulle ginocchia di Venturino Venturi, apre con queste parole il suo intervento nel catalogo di Lorenzo Bonechi.

La mostra Lorenzo Bonechi, l'attesa contemplativa si è aperta sabato 8 novembre e si concluderà il 18 gennaio. Si tratta di 25 opere tra tavole, disegni e sculture esposte nel Palazzo Pretorio e nella Chiesa dell'antico spedale Serristori. L'organizzazione è curata dalla Fondazione Ernesto Balducci in collaborazione con il Comune di Figline e Incisa Valdarno, la Fondazione Giovanni Pratesi e il contributo della Banca di Credito Cooperativo di Reggello

"Lorenzo Bonechi era un artista. Un giovane studioso che ha amato l'arte. È stato colui che nella seconda metà del 900 ha tenuta alta la pittura – afferma Lucia Fiaschi, direttore del Museo e Archivio Venturino Venturi – È stato un pittore in contatto con i grandi del passato dei quali ha dato una dimensione totalmente contemporanea. È stato un artista, ha inventato nuove forme appoggiandosi anche sulla iconografia della tradizione. Sostanzialmente Lorenzo Bonechi è uno di quei grandi 'isolati' che vive integralmente il poema della sua vita. Non si preoccupa di appartenere a gruppi, ma i gruppi lo hanno cercato. E se ne è scostato".

"È andato per la sua strada. E questo è il destino dei grandi. Non esiste grande artista che non affondi le radici nella propria terra. Lorenzo è un grande albero con radici profonde che si abbeverano in questa terra, nella cultura di questa terra. È cultura visiva ma anche cultura immateriale".

Nato a Figline il 12 aprile del 1955 Lorenzo Bonechi ha il suo primo esordio nel 1982 quando espone mostre collettive ispirate alle ricerche della "Pittura Colta" a Prato, Roma, Londra e Bologna. Verso gli anni '80 nasce il suo interesse per la scultura, che entrerà a far parte della sua attività artistica, precedentemente orientata al disegno, alla grafica e alle tempere. Bonechi realizza durante la sua carriera elaborati modelli in argilla e altri materiali come modelli per pittura.Si è sempre mostrato legato alla sua terra, il Valdarno, dove ha la sua prima formazione artistica studiando dal vivo la pittura del Trecento e Quattrocento toscano, soprattutto senese.

Dal 1984 Lorenzo Bonechi è presente in numerose esposizioni collettive nazionali ed internazionali: Riso dell'Universo; A new Romanticism. Sixteen Artists from Italy a Washington D.C. e ad Akron, Ohio; New Prints and Drawings alla Tate Gallery di Londra e Metaphor and/or Symbol; A perspective on Contemporary Art al National Museum of Modern Art di Tokyo e al National Museum of Art di Osaka. La sua prima mostra personale è nel 1985 presso la Galleria Carini di Firenze, allestita successivamente anche alla Fabian Carlsson Gallery di Londra e alla Sharpe Gallery di New York.

Il pittore viene invitato alla 46a Biennale Internazionale d'Arte di Venezia del 1995 ma purtroppo muore improvvisamente il 23 novembre 1994, a soli trentanove anni, per un aneurisma all'aorta.

Il suo ritorno a Figline ha un grande significato per la città. Chi non è più tanto giovane, uomo o donna che sia, lo ricorda. Ricorda la sua gentilezza, la sua cordialità. In particolare l'amico di sempre, Emanuele Romanelli.

Romanelli spiega : "Era la persona più gentile ed educata di questo mondo. Qualsiasi cosa pensasse e facesse era finalizzata all'arte. Lorenzo ha fatto tutto: quadri, bronzo, ceramica, legno", ricordando l'amico e percorrendo le sale che ospitano le opere di Lorenzo.

La mostra, in anteprima nazionale, rimarrà aperta fino al 18 gennaio.

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