27, Aprile, 2024

Lapide vandalizzata, Libera: “Grave mancanza di rispetto nei confronti di democrazia, legalit e vittime di mafia”

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Il coordinamento di Libera Valdarno e il presidio Giovanni Spampinato condannano l’episodio che ha visto vandalizzata la lapide del Generale Dalla Chiesa e ringraziano chi si offerto di pagare la sistemazione

Arriva la condanna di Libera Valdarno e del presidio Giovanni Spampinato agli atti vandalici dello scorso fine settimana a Figline, nei quali è stata presa di mira la lapide dedicata a Dalla Chiesa. "Esprimiamo il nostro rammarico in merito agli atti vandalici avvenuti nella notte tra sabato e domenica scorsi che hanno danneggiato la lapide commemorativa del Generale Carlo Alberto dalla Chiesa. Siamo certi che il giorno scelto per il danneggiamento della lapide non sia casuale perché avvenuto proprio nella data del ventinovesimo anniversario della strage di Capaci che il 23 maggio 1992 uccise il giudice Falcone, la dott.ssa Morvillo e gli uomini della scorta: Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro". 

"Siamo convinti – continua Libera – che la cultura della legalità e della cittadinanza responsabile scoraggino il vandalismo e siano fondamentali per ogni comunità sociale che si vuole definire democratica e ci­vile. Purtroppo episodi come questo dimostrano una grave mancanza di rispetto nei confronti della democrazia, della legalità e delle vittime innocenti delle mafie e rappresentano un ulteriore campanello d’allarme per il quadro già complesso del nostro territorio, ormai sofferente per infiltrazioni mafiose e criminalità organizzata". 

"Ringraziamo con riconoscenza il signor Franco di Firenze che, appresa la notizia, si è dichiarato disponibile a finanziare l’operazione, come già aveva fatto in occasione di simili episodi di vandalismo. Con una sola raccomandazione: quella di fare in fretta.
Il nostro Coordinamento si unisce con fiducia alla richiesta del distinto cittadino e ci auguriamo che le immagini del sistema comunale di videosorveglianza permettano il prima possibile alle forze dell’ordine l’identificazione dei responsabili di questo scempio", conclude la nota. 
 

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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