24, Dicembre, 2024

La pittura impressionista di Elisa Matutino

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La giovane pittrice residente a Figline Valdarno, racconta la sua passione per l’arte pittorica, la genesi dei suoi quadri e le sue esperienze relative alla diffusione di una pratica vissuta come passione, per mantenerne la genuinità.

All’interno dello speciale riguardante i giovani artisti valdarnesi –un spazio di visibilità offerto a chi si diletta per passione in produzioni artistiche- abbiamo incontrato Elisa Matutino: ventenne residente a Figline Valdarno, studentessa di Architettura e pittrice per passione.
Traendo ispirazione da correnti pittoriche affermate, personalizzando un utilizzo del colore e della luce tendente alla rappresentazione effettiva dei fenomeni ottici della visione (e quindi attualizzando principalmente tecniche rimandanti all’impressionismo), Elisa è appassionata fin dalla tenera età al disegno. Attraverso una formazione autonoma e la pratica pittorica, Elisa è riuscita a migliorarsi tanto da aver già ricevuto (seppur ancora giovanissima) l'opportunità di esporre i suoi lavori: un talento, il suo, probabilmente ereditato in famiglia.

“Ho sempre avuto una predisposizione per il disegno fin da piccola, ma dipingo da circa due anni e mezzo” racconta Elisa. “Ho iniziato da autodidatta utilizzando colori acrilici su tele piuttosto piccole: sia perché l’acrilico mi appariva più semplice rispetto alla pittura ad olio, sia perché inizialmente non sapevo bene come gestire lo spazio. Progressivamente ho proseguito utilizzando la pittura ad olio, che secondo il mio parere produce colori più brillanti e realistici, provando recentemente anche ad alternarla con l’acrilico nello stesso quadro: non avendo mai seguito una scuola d’arte, ho sempre sperimentato seguendo la passione e l’ispirazione, apprendendo con la pratica”.

 

“A livello di ispirazione, le due correnti pittoriche che preferisco sono gli Impressionisti e i Macchiaioli Fiorentini, in molti dei miei quadri tendo spesso ad ispirarmi alle loro tecniche di rappresentazione del reale, attraverso il singolare metodo di stesura del colore che li contraddistingueva. 
Principalmente dipingo figure femminili fin dai miei primi approcci con il disegno, in modo molto naturale e senza una spiegazione precisa: mi piace pensare che questa passione sia stata ereditata da mio nonno, che è stato pittore piuttosto affermato, Ademaro Bardelli”.

Definita “Pittura da Meditazione” e caratterizzata proprio da soggetti femminili, colori accesi e senso di onirica spiritualità, l’opera di Ademaro Bardelli è stata negli anni protagonista di decine di esposizioni in tutta Europa. Avviata l’attività pittorica nel 1956 -dopo un triennio di studi presso l’Istituto d’Arte di Firenze ed in seguito ad un periodo da emigrante- Bardelli è ancora oggi artista ricercato e quotato tra i critici ed esperti del settore, anche in seguito alla sua dipartita nel 2010.

 

Per quanto riguarda invece Elisa, la passione evidentemente ereditata, viene concepita al momento come sfogo ed attività creativa, piuttosto che osservata in prospettiva lavorativa futura:

Al momento vivo la pittura come una semplice passione, non vedendola assolutamente come una possibilità di professionalizzazione futura, principalmente per paura che il cambio di approccio mi porti a perdere il piacere nel farlo. Talvolta trasformare un hobby in un lavoro può portare alla perdita di essenza e freschezza nella produzione stessa, trasformandola magari in qualcosa di forzato e quindi concettualmente opposto da come concepisco i miei quadri al momento. Per indole tendo sempre a completare un lavoro iniziato all’interno di uno stesso flusso creativo: mediamente occupo cinque ore nella lavorazione di un quadro. Non amo sospendere una lavorazione perché sarei portata a tendere inevitabilmente verso modifiche infinite, al cambiare delle idee  e in conseguenza a differenti momenti di lavoro, magari influenzati da differenti stati d’animo. Per quanto riguarda i soggetti che scelgo di fissare su tela, anche la loro scelta è figlia del momento, solitamente senza particolari pensieri all’origine: capita a volte di trarre ispirazione da quadri visti. Principalmente la visione di particolari soggetti rappresentati può funzionare in me da spinta per tornare a casa e, nel tempo libero, riportare l’ispirazione del momento in una nuova creazione. Normalmente inizio disegnando con la matita sulla tela quello che mi viene in mente, senza programmare e organizzare troppo, senza pensare a schematizzazioni del disegno precedentemente”.

 

 

Un talento, quello di Elisa, che ha già trovato occasione di presentarsi ed esprimersi anche ad un pubblico esterno alla cerchia dei suoi conoscenti personali, attraverso differenti occasioni espositive proprio in Valdarno:

“Ho avuto la fortuna di sperimentare il piacere di esporre i miei lavori, e devo ammettere che quando è capitato è stato molto soddisfacente da un punto di vista personale. La prima volta è stata all’interno di un evento al Castello di Querceto a Greve in Chianti: sono stata contattata per partecipare con una mia opera all’interno di una manifestazione chiamata “Le Donne del vino”, dove venivano esposti alcuni quadri riguardanti questo tema in particolare. L’opera rappresentava una donna con dell’uva sulla testa, ed è stata una situazione memorabile anche per l’ambientazione chiaramente suggestiva in cui si svolgeva il tutto. In seguito ho avuto modo di esporre alla Casa di Riposo Martelli di Figline Valdarno, all’interno del festival “Arte e Musica” a Pian di Scò e recentemente, insieme ad una mia amica che si chiama Viola Benedetti all’interno dello Spazio Espositivo La Fornacella di San Giovanni Valdarno

Le occasioni per esporre in Valdarno esistono, anche se effettivamente è molto difficile venir chiamate da qualcuno; soprattutto all’inizio si tratta di proporre la propria arte per farsi conoscere. L’interesse percepito in Valdarno è piuttosto limitato, ma indubbiamente esistono spazi che si propongono per esporre ed altri che potenzialmente potrebbero farlo, creando così occasioni di diffusione dell’arte ed espressione per i giovani artisti locali”.

 

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