La Collegiata di San Lorenzo è una delle chiese più note e importanti di Montevarchi. La sua storia risale al periodo medievale ed è stata segnata dalla consegna da parte del conte Guidoguerra della reliquia del sacro latte della Madonna, che ha portato a sua volta alla fondazione di una “Fraternita del sacro latte” per un breve periodo.
La storia della Collegiata di San Lorenzo è, dall’inizio, legata a quella del poco distante Convento dei Cappuccini, nel quale visse un ramo dei francescani nel 1538. L’edificio originale in onore di San Lorenzo sorgeva nel vicino colle Cennano e si presentava in maniera totalmente diversa dall’aspetto odierno della Chiesa, che invece è stata realizzata a cavallo fra il ‘200 e metà del ‘300. Ma tornando al principio, intorno al XI secolo di ha notizia che sul colle dei cappuccini sorgeva un castello, detto Montisguarchi, i cui feudatari erano i marchesi Bourbon, anche se prima era appartenuto ai Guidoguerra. Ciò è importante perché fu proprio quest’ultimo a volere il Castello in contrapposizione alla chiesa di Sant’Andrea, diocesi di Arezzo. Da qui la volontà di costruire una chiesa in nome di San Lorenzo nella diocesi di Fiesole. A seguito della migrazione degli abitanti del castello verso “mercatale di Montevarchi”, la stessa chiesa venne spostata in una cappella già esistente, nella via trasversale che dal XVI secolo prese il nome di via Bartoli. Di conseguenza, l’attuale Collegiata venne costruita solo nel XIII secolo quando la cappella si rovinò.
Il primo documento che menziona la chiesa di San Lorenzo risale al 6 novembre 1277. Questo atto evidenzia anche che la chiesa era già insignita a canonica, fatto che sicuramente sottolinea la sua importanza per la città, ma che al contempo non documenta l’atto di fondazione. Molto probabilmente, secondo i vari studi a riguardo, la chiesa fu eretta dai conti Guidi, padroni di Montevarchi e di altri castelli in Valdarno. Purtroppo, gran parte della documentazione sulla Collegiata è andata perduta durante l’occupazione del mercatale da parte di bande armate e truppe straniere. Tuttavia, si suppone che essa non abbia subito grandi cambiamenti strutturali fino al 1640, quando iniziò l’ampliamento
La reliquia del sacro latte della Madonna è da sempre fatto noto ai montevarchini e valdarnesi, ma da dove ha inizio questo culto? Per reliquia del Sacro Latte si intende quello che resta del latte materno con il quale la Madonna avrebbe allattato Gesù. Questo si presenta in un’ampolla nella quale si può vedere una sottile patina bianca. L’arrivo a Montevarchi è legato al conte Guidoguerra che, sul finire del 1200, donò alla chiesa di San Lorenzo la reliquia. Prima questa era appartenuta all’imperatore di Costantinopoli Baldovino II di Courtenais e poi fu ceduta al re di Francia Luigi IX e poi ancora donata a Guidoguerra da Carlo d’Angiò per il suo aiuto nella battaglia di Benevento del 1266. Come si vede nell’immagine seguente, la chiesa al tempo appariva in semplice laterizio, con una pianta rettangolare, con una facciata che presentava un grande portale fra colonne.
Non esistono dati certi sulla fondazione della congregazione legata al culto della reliquia del sacro latte della Madonna. Notizie preziose, però, giungono dagli Statuti di Montevarchi, ceduti alla città di Firenze nel 1273, quando il territorio passò in mano a Firenze. Da essi si evince che una certa “Congregazione di uomini e donne”, con il controllo vescovile, si sia convertita in “Compagnia del Latte di Maria Vergine”. Il 1516 fu un anno cruciale per la Compagnia, infatti: sotto l’impulso comunale, un atto sancisce la nascita della “Fraternita del Latte”. L’obiettivo dell’allora Comune era quello di gestire la sfera caritativa del suo territorio e di mettere le mani sui numerosi beni che la Confraternita possedeva. La Confraternita, inoltre, si occupava anche di gestire e mantenere l’ospedale della Madonna del Pellegrinaggio in via Cennano. La gestione interna era, infatti, regolata da uno Statuto, che suddivideva in membri in “amministratori” e “operai”, ma in esso non era riportata alcune norma prettamente religiosa.
La Fraternita del Latte si è anche distinta come committente di opere d’arte e ha finanziato la creazione di diverse opere, tra cui il tempietto robbiano e una croce di Piero di Martino Spigliati. Un inventario del 1547 testimonia del lusso dei suoi paramenti e arredi, inclusi reliquiari preziosi. Nel XVII secolo, ha contribuito alla fondazione dell’Opera della Fabbrica di San Lorenzo. Tuttavia, nel corso del tempo, sembra aver trascurato i suoi intenti originari religiosi. Nel 1797 è stata fondata una “Congrega di S. Maria del Latte” per colmare queste lacune, ma entrambe le istituzioni hanno cessato le loro attività nel secolo scorso. Verso la fine del settecento, per decreto granducale, la Fraternità venne sciolta, come anche tutte le compagnie religiose. Da allora in poi si celebra la Festa del Perdono, nella quale ugualmente la reliquia del Sacro Latte viene portata in processione nella rievocazione storica.
La Cappella del Sacro Latte, chiamata “Tempietto”, venne decorata tra 1490 e 1499 grazie all’intervento di Andrea della Robbia. Per ospitare la reliquia venne commissionato ad Andrea della Robbia un altare/tempietto di terracotte invetriate che venne collocato in una cappella laterale della chiesa di San Lorenzo. Era costituita da un’edicola sostenuta da colonne corinzie e coperta da un alto baldacchino, che custodiva, all’interno, l’altare addossato alla controfacciata e comunicante con un piccolo vano che custodiva la reliquia. La struttura venne smantellata durante degli intervento seicenteschi, ad oggi è visibile presso il Museo di arte sacra.
Uno degli elementi più significativi della Collegiata di San Lorenzo è, infatti, il suo interno, ricco di opere d’arte di grande valore storico e artistico. Tra le opere più importanti si trovano dipinti, sculture e affreschi realizzati da artisti rinomati dell’epoca, che testimoniano il fervore artistico e religioso che caratterizzava la Toscana durante il Rinascimento.
L’interno, a croce latina, è corredato di due altari laterali e si apre in altre due cappelle. Nel corso dei secoli, la navata è stata arricchita da opere raffiguranti la vita di San Lorenzo, realizzate da Giovanni Camilla Segrestani e Matteo Bonechi. Sulla parete di sinistra (spalle all’entrata) dalla sagrestia verso l’ingresso si riconoscono: Incontro tra il diacono Lorenzo e papa Sisto II; San Lorenzo che distribuisce ai poveri le sue ricchezze e San Lorenzo che rende la vista a un cieco. Nella parete di destra andando dall’ingresso verso l’altare: San Lorenzo che discute con il prefetto di Roma; San Lorenzo che mostra al prefetto poveri e bambini. Ai lati del presbiterio nei due grandi ovali in alto sono ritratti i patroni di Montevarchi, San Lorenzo a destra e San Macario Alessandrino sulla sinistra. Negli altri due ovali speculari della facciata interna si vedono a destra la Consegna della reliquia del latte e, a sinistra, Leone X in visita a Montevarchi.
Nel corso dei secoli, innumerevoli figure giunsero a Montevarchi per ammirare la santa reliquia. Secondo la tradizione orale, papa Leone X, Jacopo Salviati e la moglie Veronica Cybo, Cosimo III, Carlo III di Spagna, Pietro Leopoldo, a fine ‘800 i principi di Savoia Amedeo e Umberto assiema a Bettini Ricasoli. Tutte queste importanti figure orbitarono attorno alla reliquia del sacro latte, in cerca di un miracolo.
La Collegiata di san Lorenzo. Maestranze fiorentine a Montevarchi dal Rinascimento all’Ottocento di Lorenzo Pesci