Non solo mare e piscina: per fuggire dal grande caldo in molti riscoprono i fiumi valdarnesi. Da Figline a Loro Ciuffenna: ecco dove il tuffo è in mezzo alla natura selvaggia.
In fuga dalla canicola estiva. In questi giorni da bollino rosso i torrenti valdarnesi possono rappresentare una valida alternativa per evitare le lunghe code verso il mare ed il caos delle piscina.
Oasi naturali, a volte dimenticate, con cascate, vasche e scivoli scavati nelle rocce. E soprattutto acqua gelida, dove poter velocemente dimenticare il caldo torrido, anche se serve un po’ di attenzione: i torrenti montani possono nascondere pericolose insidie.
Inoltre, è bene ricordare che in questi corsi d’acqua non viene effettuato alcun controllo di idoneità alla balneazione come specifica Arpat nel suo sito internet: “Per le acque interne, fiumi e laghi – sottolinea Arpat – solo in minima parte sono state dichiarate aree di balneazione. Si tratta prevalentemente di piccole porzioni di aree lacustri suddivise tra 4 province. Firenze: invaso di Bilancino e laghetti dei Renai. Pisa: lago Braccini. Grosseto: lago dell'Accesa. Livorno: laghetto Calidario".
Ieri pomeriggio a Loro Ciuffenna in tantissimi hanno affollato la grande pozza poco sopra il paese, raggiungibile dopo pochi minuti di camminata: molti giovani, ma anche tantissime famiglie. In fondo si tratta di uno dei posti più belli e amati dell’estate.
Ma numerosi sono i corsi d’acqua dove tuffarsi: come a Gorgiti, sempre sul torrente Ciuffenna. Se a Reggello alcune piscine naturali è possibile trovarle poco sopra Pontifogno, a Pian di Scò le pozze più conosciute sono lungo la strada sterrata (chiusa al traffico con una sbarra) che da Casa Biondo conduce fino a Gastra. Alcune decine di minuti di cammino con il torrente che scorre poco distante, prima di potersi immergere in vasche piccole ma abbastanza profonde.
Anche a Figline non mancano le alternative, sebbene il fiume sia passato un po’ di moda. In particolare a Ponte agli Stolli con la “Steccataccia” e la “Cascata del Diavolo” prese d’assalto nei decenni passati da intere generazioni di figlinesi. La prima è facilmente raggiungibile all'inizio della via di collegamento con Gaville. La Cascata del Diavolo invece è a poca distanza dalla scuola materna di Ponte agli Stolli (provenendo da Figline svoltare a sinistra una volta superata la scuola, arrivando fino ad una villetta: a quel punto basta percorrere il viottolo di collegamento con il torrente Ponterosso). Infine a Dore sul torrente Cesto, c'è una cascata che si vede anche dalla strada.
VOGLIA DI LAGO
Tra Figline, Cavriglia e San Giovanni riscuote sempre un grande successo, soprattutto in questi giorni di afa, il lago di San Cipriano. Purtroppo nella zona regna anche la sporcizia che compromette uno dei paesaggi più belli del nostro territorio.
I FIUMI DIMENTICATI
Negli ultimi decenni poco o nulla è stato fatto per valorizzare e rendere vivi i nostri corsi d’acqua, che molto spesso purtroppo hanno anche acque inquinate (qui il report sulle acque destinate alla potabilizzazione e qui il report sugli scarichi dei depuratori). A cominciare dall’Arno che fino agli anni ’70 ha animato l’estate dei valdarnesi. Sui gruppi facebook “Sei figlinese se…” e “Se sei di Rignano” non mancano le foto di storici tuffi in Arno: alla spiaggia di Gnaupino così come al ponte di Annibale.
A Rignano era molto frequentato il fosso di Ricciofani che si trova nella zona della fattoria di Pagnana, con un grande masso dove i giovani si sedevano e facevano il bagno. Un borro utilizzato dalle massaie per lavare i panni. Correvano gli anni ’40-’50: di acqua sotto i ponti ne è passata e anche i torrenti valdarnesi in questi decenni hanno subito profondi mutamenti.