Arpat pubblica i risultati dei controlli agli scarichi dei depuratori di acque reflue del 2014. Ed emergono alcune situazioni critiche in Valdarno Aretino. Reflui anomali a San Giovanni, dove ci sono stati superamenti della soglia di allumino, zinco oltre il limite a Castiglion Fibocchi. In Valdarno Fiorentino una informativa inviata alla Procura per l’impianto di Rignano
Arpat pubblica i risultati dei controlli sugli scarichi da depuratori di acque reflue urbane. E in Valdarno, sebbene sia migliore di altre zone della Toscana (soprattutto se rapportata alla costa), emergono alcune situazioni di estrema criticità.
Nel corso del 2014 Arpat ha controllato in tutta la Regione 200 depuratori di acque reflue urbane di potenzialità superiore a 2000 A, effettuando 668 controlli allo scarico per oltre 5000 determinazioni. Per quanto riguarda gli scarichi industriali nel corso del 2014 sono stati effettuati circa un centinaio di controlli presso attività produttive che scaricano in corpi idrici superficiali ed altrettanti presso ditte che scaricano in pubblica fognatura: “Abbastanza elevate le irregolarità riscontrate, 31 nel primo caso e 38 nel secondo. I controlli sull’ utilizzazione agronomica delle acque di vegetazione ed effluenti di allevamento hanno interessato oltre 40 aziende agricole con 10 irregolarità riscontrate” si legge nella premessa del rapporto.
Venendo ai dati del territorio valdarnese, è soprattutto la parte aretina a presentare alcune criticità di rilievo. “Nella Provincia di Arezzo – sottolinea Arpat – operano due strutture AIT: Alto Valdarno (Comuni delle zona di: Valdichiana; Valtiberina; Casentino; Aretina e una parte del Valdarno) e Medio Valdarno (comuni del Valdarno). Sono inoltre presenti due gestori: la Società Nuove Acque nell’area dell’Alto Valdarno e la Soc. Publiacqua s.p.a nel Medio Valdarno”.
E Arpat mette in guardia prima di tutto sul mancato collegamento al collettore fognario di molte utenze: “Viene stimato che la rete fognaria depurata copra il 75% del territorio provinciale, tuttavia si segnalano alcune criticità. Fra le aree non servite, oltre a zone scarsamente popolate ove è possibile esclusivamente il singolo trattamento, sono presenti zone poste in prossimità di agglomerati di notevole dimensione (anche lo stesso capoluogo) prive di allacciamento alle reti depurate e per le quali sono previsti interventi dilazionati nel tempo secondo quanto stabilito negli accordi di programma”.
A questo si somma il fatto che “anche nuovi interventi edilizi importanti, e adiacenti ad agglomerarti superiori ai 2.000 AE non prevedono il collettamento alla depurazione del gestore. Le stesse varianti agli strumenti urbanistici, in generale non prendono in considerazione lo stato della gestione delle acque reflue rimandando a non meglio definiti accordi con il gestore”.
Inoltre nell’arco dell’anno Arpat ha emesso una sanzione amministrativa per il depuratore di San Giovanni per il superamento della soglia di Alluminio. Notizia di reato invece a Castiglion Fibocchi per il superamento di Zinco.
Ma non è finita qui. La situazione più preoccupante infatti riguarda le aree industriali.
“Oreno (Laterina) e Due Ponti (Castiglion Fibocchi): i reflui – scrive Arpat – sono caratterizzati dalla presenza di concentrazioni anomale di metalli, in prevalenza rame e di nitrati, come ha informato lo stesso Nuove Acque, parametri tipici dell’industria orafa dove sono previste fase di dissoluzione dei metalli non nobili (rame) con acido nitrico o acqua regia. Sono stati effettuati interventi specifici sulla zona industriale di Laterina e di Castiglion Fibocchi”. Si tratta di zone in cui questo tipo di problemi si erano già verificati in passato, tanto da richiedere ad esempio un tavolo di lavoro specifico su Latierina, attivato nel 2013.
“A Laterina in collaborazione con il gestore Nuove Acque – si legge nella relazione – sono state effettuate ricerche mirate sia con ispezioni alle aziende della zona che con analisi sulle acque dei vari tratti fognari. È stata individuata un’area dalla quale provengono i reflui anomali. L’indagine è stata trasmessa alla Procura con richiesta di coinvolgimento anche di altre forze di polizia dotate di strumenti più efficaci di quelli dell’Agenzia. Il gestore ha finora garantito una depurazione efficiente integrando il carbonio con immissione di acido acetico".
"A Castiglion Fibocchi l’indagine ha permesso di individuare il responsabile delle immissioni anomale. Si fa presente – puntualizza Arpat in questo caso – che si è verificato il superamento del parametro zinco nel refluo del depuratore, probabilmente a causa della notevole concentrazione del parametro nella rete fognaria”.
Ma anche a San Giovanni la situazione non è rosea: “Recentemente – riporta l’agenzia – si è constatata l’immissione nel depuratore di reflui anomali, prevalentemente organici, che necessitano di approfondimenti”.
Scenario migliore, almeno leggendo i dati, per la città metropolitana di Firenze e per il Valdarno Fiorentino. Arpat segnala solo un’informativa inviata alla Procura per l’impianto di via del Mulino a Rignano.