18, Dicembre, 2024

Palazzo d’Arnolfo a San Giovanni Valdarno: la storia della città raccontata dai 250 stemmi che lo adornano

Articoli correlati

In Vetrina

Più lette

In Vetrina

Palazzo d’Arnolfo è ormai edificio simbolo della città di San Giovanni Valdarno, cuore del centro storico e ammirato da tutti i cittadini che percorrono corso Italia. La storia, e importanza, del Palazzo è testimoniata dai 250 stemmi che costellano le sue pareti esterne. Per 300 anni, ogni vicario che ha amministrato San Giovanni ha adornato Palazzo d’Arnolfo con il suo stemma familiare, lasciando un indelebile testimonianza storica.

Tutto iniziò quando, nel XIII secolo, il comune di Firenze decise di stabilire certi nuclei abitati, delle “terre nuove”, nei suoi territori per contrastare i domini valdarnesi di altre famiglie potenti. Uno di questi centri fu proprio San Giovanni Valdarno, che dal 1400 divenne la sede di ben tre vicariati. Il vicario era un ufficiale fiorentino che dirigeva e controllava l’organizzazione e il corretto funzionamento del luogo in cui era incaricato. Il suo ruolo di controllo durò fino al XVIII secolo, quando venne cancellato e poi ridimensionato durante l’amministrazione francese.

In antico di proprietà del comune, poi venduto al governo e residenza di vicari, Palazzo d’Arnolfo è uno degli edifici più importanti che testimonia la storia del comune. Cinto da un raffinato porticato e abbellito da una loggia tipicamente fiorentina, il Palazzo è poi sormontato da un’antica torre attribuito ad Arnolfo di Cambio. Lo stesso progetto architettonico del Palazzo viene attribuito a quest’ultimo, ma egli non seguì la  realizzazione a causa della sua morte. Nel 1409, quando venne istituito il primo vicariato, l’edificio venne ristrutturato.

Nel corso del tempo, le pareti esterne di Palazzo d’Arnolfo sono state decorate con armi gentilizie dei vicari, creando una sorta di galleria all’aperto. L’abitudine di mettere uno stemma sul palazzo pretorio è molto antica: secondo una tradizione di certi statuti comunali, il rettore, una volta terminato il mandato, era tenuto a lasciare al comune che aveva amministrato un pavese (grande scudo) o un’arma decorata con la sua insegna familiare. Insomma come una sorta di dono che veniva fatto alla propria comunità. A San Giovanni la tradizione è iniziata sicuramente con l’avvento dei vicari, ma purtroppo gli stemmi che si vedono oggi sul Palazzo sono solo una parte esigua rispetto a tutti quelli lasciati dal 1409 al 1772.

Ad oggi, un totale di circa 250 stemmi costellano infatti Palazzo d’Arnolfo. Giglio fiorentino, stemmi dei vicari, scudi a mandorla, teste di cavallo, scudi ovali, realizzati  in terracotta, ceramica, pietra o addirittura dipinti e incisi direttamente sulle colonne. Il rapporto stretto con la città di Firenze è testimoniato dalla presenza di numerosi stemmi raffiguranti elementi che richiamano la città, come il fiore giglio, il leone rampante o la croce su sfondo argento.

La maggioranza degli stemmi di Palazzo d’Arnolfo, però, richiama la storia delle famiglie vicarie che si successero a San Giovanni Valdarno. Una delle più antiche è la famiglia Buondelmonti De’ Montebuoni, rappresentata in uno stemma circondato da una ghirlanda di fiori al cui centro si erge una croce di calvario rossa che poggia su sei cime d’azzurro. Molto interessante perché nella sua semplicità racconta l’unione delle due linee storiche della famiglia: nel XII secolo dai Buondelmonti si staccò una parte della famiglia che si fece chiamare Scolari. Questa appoggiava l’Impero, l’altra la chiesa.

Altro stemma, quello della famiglia Niccolini. Nello specifico su Palazzo d’Arnolfo è rappresentato lo stemma di Giovanni di Lapo di Lorenzo Niccolini, che riporta un leopardo d’argento sormontato da una fascia rossa, dallo stemma pontificio e da due gigli rossi. L’animale della famiglia ha subito negli anni un cambiamento legato alla crescente importanza dei Niccolini, da un gatto rampante a un animale più feroce a cui venne aggiunta anche un’ala di drago.

 

In Toscana il cognome Pazzi si divide in due famiglie: la prima proprietaria di molti castelli in Valdarno, la seconda più nota per la politica, a cui apparteneva Niccolò di Piero di Andrea Pazzi, vicario di San Giovanni nel 1500. Il suo stemma, a cinque crocette trifogliate, riporta due delfini posti simmetricamente al cui centro si trova una croce in cuore. Il delfino è infatti lo stemma della casata dei Pazzi, in araldica questo simboleggia la vittoria, la fedeltà, la protezione disinteressata.

 

Palazzo d’Arnolfo non è quindi solo un simbolo di San Giovanni Valdarno, ma anche un testimone della sua ricca storia. I suoi stemmi raccontano secoli di amministrazione, tradizione e legami con la città di Firenze e i suoi cittadini. Ogni stemma rappresenta una famiglia, una storia e un contributo al tessuto sociale e politica della città. Palazzo d’Arnolfo rimane quindi un luogo dove passato e presente si incontrano, offrendo ai suoi cittadini e visitatori una finestra sulla storia e sull’evoluzione di San Giovanni.

Fonte: Gli stemmi del Palazzo d’Arnolfo di San Giovanni Valdarno di Luigi Borgia. Anche alcune foto dettagliate sono state riprese dal libro.

Articoli correlati