17, Novembre, 2024

Fimer, consiglio comunale aperto. “Tutti uniti per la vertenza”. Presente il Presidente della Regione, Eugenio Giani

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Si è tenuto nel parcheggio antistante lo stabilimento il Consiglio comunale in seduta pubblica ed in sessione straordinaria a Terranuova incentrato sulla situazione della Fimer spa. Presenti sindacati, Rsu, lavoratori, rappresentanti dell’indotto, ed il Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani con il consigliere con delega alla gestione delle crisi aziendali, Valerio Fabiani. In prima fila i Comuni del Valdarno aretino rappresentati da sindaci, assessori e consiglieri: un segno di unitarietà d’intenti con l’Amministrazione comunale terranuovese ma soprattutto con i circa 800 lavoratori dell’azienda, tra diretti e dell’indotto.

Eugenio Giani, Presidente della Regione Toscana: “Si tratta di inquadrare bene la situazione. Riuscendo ad essere uniti tra lavoratori e sindacati, Amministrazione comunale e regionale, troveremo una strada per dare garanzie ai lavoratori e una prospettiva di sviluppo a quello che è uno tra i complessi industriali più rilevanti e importanti del Valdarno. Concorderemo in questo consiglio un atteggiamento verso il Mise della Regione per sollevare il problema con la massima convergenza. Noi abbiamo anche risorse da mettere in campo per una vertenza come questa”.

Sergio Chienni, sindaco di Terranuova: “Vogliamo tenere alta l’attenzione su questa vertenza. La Regione ci sta accompagnando in questo percorso ma non solo. Anche oggi abbiamo la presenza delle Istituzioni del Valdarno e regionali: è importante che questa battaglia venga condotta insieme perchè può essere di buon auspicio per una soluzione della vertenza. Il tempo sta diventando un fattore determinante perchè è vero che il Tribunale ha concesso un ombrello di 120 giorni all’azienda, parte dei quali già decorsi, ma questo periodo è da utilizzare per far ripartire la produzione in termini adeguati e per far entrare nuovi investitori che possano immettere quella liquidità necessaria al ciclo aziendale. Il settore del solar sta andando molto bene a livello mondiale, i competitor stanno triplicano e quadruplicando i propri fatturati, quindi ci sono le condizioni perchè anche la Fimer si immetta in questo percorso purchè sia sostenuta dalla liquidità necessaria”

Rsu e sindacati hanno tracciato la storia dello stabilimento, adesso Fimer, partendo dagli anni ’60. Hanno sottolineato le eccellenze che lavorano da sempre nell’azienda e l’importanza di questa realtà per il territorio. Tutti hanno anche incentrato l’attenzione sulla necessità di sbloccare la situazione con gli investitori: unica possibilità di salvezza per tutti i lavoratori.

Ilaria Paoletti, Fim Cisl: “Ci aspettiamo che rimanga alta l’attenzione verso questa vicenda coinvolge tutte le forze politiche e tutti i livelli istituzionali. Ieri siamo stati accolti dalla Presidente della Provincia di Arezzo, porteremo all’attenzione del Presidente Giani quella che è la vicenda che parte dal luglio 2019 con l’intento che il Ministero rispetti quanto detto cioè che ci convochi tra fine gennaio ed inizio febbraio. Noi chiediamo risposte concrete su chi è l’investitore, le condizioni con le quali vuole entrare, e soprattutto se ci sono elementi di frizione che oggi non portano l’investitore a chiudere con la proprietà. Perchè risulterebbero elementi di frizione ma non sappiamo da quale parte. Chiediamo quindi al Ministero di far luce anche su questo aspetto: perchè se fosse la proprietà che ritarda l’ingresso dell’investitore con richieste astruse è bene che cominci a fare un passo indietro”.

Alessandro Tracchi, segretario provinciale di Arezzo Cgil: “Noi ci aspettiamo di portare ancora questa vertenza ai massimi livelli delle Istituzioni: l’azienda opera nel settore dell’energia, asse strategico, con manifattura praticamente locale e sta vivendo questa fase di crisi e di preoccupazione. Stiamo, quindi, chiedendo a tutti di unirsi a noi per costringere la società a fare entrare l’investitore. Oggi questa azienda si salva se vengono immessi denari, l’interesse e le motivazioni ci sono per la strategicità del settore che è in espansione, per le eccellenze che ci sono che producono, sviluppano, commercializzano. Ci sono tutti i presupposti perchè l’azienda non via di cassa integrazione ma anzi di volumi di mercato notevoli. Noi, quindi, chiediamo con forze al Mise che se c’è un investitore deve entrare e se ci sono frizioni faccia tutto il possibile per risolverle”.

 

Davide Materazzi, Uilm Uil: “I debiti questa società li ha contratti con i fornitori, quindi con realtà che hanno altri dipendenti andando ad innescare un meccanismo drammatico. Chiediamo che il Governo torni a fare davvero il Ministero dello sviluppo economico. Questa proprietà ha cambiato continuamente il management aziendale non dando quindi continuità all’attività industriale”.

 

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