I risultati, i premi, i volti dei protagonisti che negli ultimi 12 mesi hanno portato in alto il Valdarno, spesso fino ai palcoscenici mondiali. Ecco dieci giornate da ricordare
Facce nuove e veterani, storie, nomi, risultati. A dispetto di una crisi economica che anche in Valdarno stringe sempre più al collo lo sport di ogni disciplina, il 2014 ha saputo regalare momenti indimenticabili. Come negli anni scorsi, abbiamo selezionato i dieci più rappresentativi per raccontare gli ultimi 12 mesi di sport nella vallata.
Dovendo scegliere un volto, uno solo, per raccontare il 2014 dello sport valdarnese, con tutta probabilità sarebbe quello di una ragazza di 16 anni, terranuovese della Penna e cresciuta tra le mura del Palazzetto dello sport di Montevarchi con la Ginnica Giglio. È stato un anno straordinario per Lara Mori. Di lei si sentiva parlare da un pezzo: collezionava medaglie, titoli nazionali, podi internazionali, convocazioni in azzurro, presenze in Serie A. Poi, all’inizio di ottobre, si è dovuta trasformare da promessa ad atleta di livello mondiale nel giro di pochi giorni. E lo ha fatto alla grande. Partita per il Mondiale cinese come riserva, è atterrata con una maglia da titolare e 48 ore dopo era già lì a dividere la pedana più importante del pianeta con tutte le migliori ginnaste, quelle viste soltanto in televisione fino ad allora. L’Italia ha chiuso quinta, un ottimo piazzamento. Lara Mori è stata impeccabile e il Valdarno si è innamorato di lei. Sta per iniziare il 2015, anno preolimpico. L’obiettivo, non più taciuto, è quello di andare a Rio nel 2016. Traguardo ambizioso, ma con la buona compagnia di Stefania Bucci, sua allenatrice alla Giglio e assistente del commissario tecnico in Nazionale, e della compagna di squadra Alessia Leolini (per lei un anno segnato dagli infortuni, ma resta a tutti gli effetti nel giro azzurro), nulla è impossibile.
Ancora ginnastica, vero sport simbolo della vallata. Alessia Russo non è certo un nome nuovo e ormai da anni è l’individualista scelta dalla Nazionale di ritmica. Ma a un Mondiale non c’era mai stata neanche lei. Almeno fino ad agosto, quando con insieme alle Farfalle ha raggiunto Kiev e, al primo colpo, è rientrata tra le prime trenta del mondo. Il bello è che la figlinese cresciuta nel vivaio dell’Aurora Montevarchi, da diverse stagioni in forza all’Armonia d’Abruzzo di Chieti, ha ancora buoni margini di miglioramento e l’età giusta (18 anni) per puntare anche lei ai giochi olimpici brasiliani.
Per due valdarnesi che il Mondiale l’hanno disputato, ce n’è un terzo che l’ha addirittura vinto: il 13 luglio il terranuovese Andrea Menga si è messo l’oro al collo con la Nazionale Junior di tiro a volo specialità Sporting impegnata nel mondiale di Vale de Pedras, in Portogallo. E da allora non si è più fermato: campione italiano Juniores, campione italiano a squadre, Scudetto e titolo nazionale della specialità tripletto, tutto in poche settimane.
Accanto a tanti astri nascenti, per fortuna c’è anche chi si conferma. Che dire di Marco Maddii, pilota levanese che da un decennio buono è sempre ai vertici del motocross nazionale ed europeo, nonostante una carriera tanto brillante quanto sfortunata, costellata da infortuni che lo hanno costretto almeno a una decina di interventi chirurgici? Una sola cosa si può dire: è uno dei più grandi sportivi valdarnesi. Lo ha confermato anche quest’anno prendendosi il secondo posto assoluto all’Europeo di Mx300, categoria tutta nuova per lui. Alla faccia della mala sorte, nel 2015 Maddii è pronto a tornare in pista.
A proposito di veterani, c’è chi a 37 anni è riuscito a indossare la cintura di campione del mondo. Dimitri Monini, reggellese e patron del Team Monis di Figline, ha strappato il titolo dei pesi leggeri di K-1 al romeno Zbranca nella notte magica della Fight1 Night Valdarno ospitata a Matassino il 14 giugno. Un trionfo davanti al pubblico di casa sua, giusto coronamento per la lunga carriera di un grande combattente e ottimo allenatore: non a caso il suo pupillo Mustapha Haida poche settimane più tardi riusciva a battere Andy “The Destroyer” Souwer, leggenda vivente della kickboxing, al termine di un incontro internazionale in Cina, anche questo uno dei risultati sportivi dell’anno per la vallata.
E lo sport di squadra? C’è anche quello. Il 2014 è stato l’anno del ritorno di una valdarnese nel calcio che conta. Magari non quanto quello professionistico, ma comunque conta. Il 15 giugno scorso la Sangiovannese pareggia 1-1 contro il Lentigione e ritrova la Serie D, massima categoria raggiunta dal 2011 da una squadra nostrana dopo i fallimenti in serie della Figlinese, della stessa Sangiovannese e del Montevarchi. Al secondo tentativo il Marzocco ha centrato il ritorno nel calcio interregionale, riportando entusiasmo in una piazza che da troppe stagioni soffriva in Eccellenza.
Un passo in avanti anche per l’altra nobile decaduta del calcio valdarnese. L’esodo del 13 aprile a Cortona si aggiunse subito alle pagine più belle della storia dell’Aquila Montevarchi che in quel giorno vide premiato ancora una volta il suo progetto di rinascita con la vittoria del campionato di Prima categoria. È in quel momento che i tifosi rossoblù hanno smesso di soffrire e capito che la strada resta ancora lunga ma che l’Aquila la sta percorrendo per il verso giusto. Grazie a quel 3-1 arrivò la seconda promozione consecutiva. Quella che, secondo i piani, non deve essere l’ultima.
Ciò che rende grande un’impresa sportiva è la storia personale di chi la compie. Tra le più belle c’è quella di Maurizio Sarri, il tecnico figlinese che a giugno ha conquistato la promozione in Serie A con il suo Empoli e che oggi sta stregando il calcio italiano con il suo modo di intendere il gioco e la vita. Faellese, Cavriglia, tanto dilettantismo. È partito dal basso, ha conosciuto il professionismo per la prima volta a San Giovanni, sotto la presidenza Casprini. A Empoli ha trovato la sua dimensione ideale, trasformando una squadra di giovani e giovanissimi in una macchina da vittorie e nel più profondo serbatoio per la Nazionale del futuro. Maurizio Sarri è senza dubbio uno dei personaggi del calcio 2014. Non per il solo Valdarno, ma per l’Italia intera.
Un’Italia che sta imparando a conoscere il talento di due giovanissimi nati e cresciuti dalle nostre parti. Leonardo Capezzi ha debuttato quest’anno in Serie B, poche partite ed era già il leader del suo Varese. L’ex capitano della Primavera della Fiorentina e delle Nazionali giovanili sta mantenendo le (altissime) aspettative al suo esordio tra i professionisti. E su di lui si sono posati gli occhi della Premier League. Uno che la Serie B la conosceva già bene (7 reti nella passata stagione) è Valerio Rosseti, l’attaccante partito dalla Traiana e arrivato, nel luglio scorso, nientemeno che alla Juventus. Il club bianconero non si è fatto sfuggire il giocatore rimasto libero dopo il fallimento del Siena e lo ha girato in prestito all’Atalanta. Al momento è fuori per un brutto infortunio al crociato. Il 2015 sarà però l’anno del ritorno di un valdarnese nella massima serie.
È stato invece un anno tremendo per la nostra pallacanestro, relegata da una crisi fortissima ai palcoscenici regionali e nulla più. Tra i giovani però qualcosa continua a muoversi. A giugno, gli Under 15 della Polisportiva Galli hanno raggiunto a sorpresa le finali nazionali. Non solo, una volta a Padova, sede unica del torneo, si sono presi il lusso di battere anche l’Olimpia Milano ed entrare tra le prime otto squadre d’Italia. Era dal 2011 che una valdarnese non raggiungeva le finali scudetto (allora fu la Synergy), da tempo immemore che non lo faceva una squadra targata Galli. Una rondine non fa primavera e un gruppo vincente non fa la rinascita di tutto il movimento. Ma resta un grande e benaugurante risultato.