29, Marzo, 2024

Diamo voce alle realtà associative del nostro territorio: l’associazione di promozione sociale “Zorba Onlus”

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Iniziamo a far conoscere un po’ di più le realtà associative del nostro territorio; Oggi è la volta di Zorba Onlus, un’associazione di promozione sociale che sia occupa di disabilità.

Inizia il viaggio di Valdarnopost attraverso le tantissime realtà associative del territorio. Con cadenza settimanale si apre un percorso che ci porterà a conoscere le attività svolte da volontari in favore degli altri. Quello con Zorba Onlus è quindi il primo incontro di una lunga serie. 

Zorba Onlus è un'associazione di promozione sociale che accoglie persone con disabilità per di più "borderline". Abbiamo intervistato Cristina Rossi una delle fondatrici – Come nasce l'idea di fondare Zorba? – "Io ho sempre frequentato ambienti parrocchiali, sin da piccola l'attenzione verso gli altri e l'incontro con attività simili a Zorba sono state pane quotidiano – ma è stato durante una delle tante gite che facevamo, da grandicella, che ho sentito di poter fare qualcosa di più per questi ragazzi e che la mia passione unita alla passione di altri amici avrebbe potuto fare del bene. Poi dall'idea siamo passati al piano pratico e burocratico, adesso siamo qua e cerchiamo di fare quesllo che il numero di volontari e le possibilità economiche ci concedono."

Perchè il nome "Zorba" ? " Il nome è ripreso dal racconto di Lùis Sépulveda, La gabbianella e il gatto, lì, appunto Zorba promette alla gabbianella che le avrebbe insegnato a volare e questo è diventato un po' il motto della nostra associazione." 

Quali sono le vostre attività principali? "Diciamo che sono due e che si svolgono con due gruppi diversi di persone. Il sabato pomerigio, ci troviamo con una decina di ragazzi e insieme scegliamo dei laboratori da svolagere per un determinato periodo. Tramite questi riusciamo a realizzare oggetti per poter organizzare la fiera annuale di beneficenza oppure, durante il primi mesi dell'anno a prepararci per la sfilata di Carnevale. L'altro progetto è il calciosociale e coinvolge una settantina di persone. Quello lo facciamo il mercoledì sera nel nostro campetto. 

Cosa ha di diverso il calciosociale dal calcetto? "Solo un po' di regole. Le squadre sono miste tra ragazzi ed educatori ed ogni squadra ha un capitano ma decidiamo di non avre arbitri". Perchè? " Ecco questo rientra tra i nostri obiettivi: se non c'è un arbitro allora tutti insieme dobbiamo condividere delle regole e imparare ad autogiudicarsi, almeno il gioco può funzionare." 

Persone che investono il proprio tempo in favore degli altri: la parte più preziosa del territorio.

 

 

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