L’assessore all’istruzione di Laterina Pergine, Elisabetta Chiera, e la sindaca Simona Neri hanno sottolineato come quella di accorpare i plessi sotto la competenza dell’Istituto Comprensivo di Bucine sia stata una scelta ponderata e ampiamente discussa fin dal 2018
La decisione degli ultimi giorni dell'amministrazione di Laterina Pergine ha infiammato particolarmente gli animi con proteste e critiche: oggi l'assessore all'istruzione, Elisabetta Chiera e la sindaca, Simona Neri, in una intervista chiariscono come la decisione sia stata "opportunamente discussa" e sia stata rivolta "esclusivamente al costruire un'unica comunità scolastica, mantenendo l'autonomia di entrambi gli istituti".
"È necessario fare chiarezza ricostruendo i passaggi che hanno portato a questa decisione – afferma l'assessore Chiera – ad ottobre 2018, difatti, consegnammo in conferenza provinciale la stessa richiesta deliberata in giunta il 29 ottobre 2018, ovvero di prevedere l'istituzione di un nuovo istituto comprensivo dove ricomprendere i plessi scolastici di Laterina, Ponticino, Pergine e Montalto e, nel caso tale soluzione non fosse percorribile, di ricomprendere i nostri plessi scolastici sotto uno dei due Istituti Comprensivi presenti: questa è stata ed è la nostra unica volontà poiché se, come comune unico, vogliamo costruire un'unica comunità, è impensabile tenerne divisa la comunità scolastica."
"Con i bambini di Pergine e Montalto sotto l'Istituto di Bucine e i bambini di Laterina e Ponticino al Mochi di Levane avevamo soltanto una grande frammentarietà – dice la prima cittadina – per la nostra comunità di ragazzi posticipare ulteriormente questo provvedimento avrebbe significato soltanto trascinare ulteriormente questa frammentazione e divisione, con una parte dei bambini del nostro comune che seguiva le attività dell'Istituto di Bucine e l'altra dell'Istituto di Levane, con grosse complicazioni per la gestione della programmazione scolastica, dai trasporti scolastici alle uscite didattiche alle attività extrascolastiche, per non parlare del problema della costituzione delle classi nei tre diversi plessi vista la progressiva diminuzione, negli ultimi anni, di bambini iscritti e di nascite. La stessa dirigente dell'Istituto Comprensivo Mochi, Garra, nella sua intervista, ha dichiarato che, sia in termini organizzativi, che di numero di alunni, questa è una cosa corretta, a favore della comunità."
"Tutti, insomma, hanno sempre compreso la necessità di andare verso un unico istituto – spiega Chiera – di questo percorso ne erano al corrente tutti, compresa la conferenza zonale e il comune di Montevarchi: la nostra non è stata una decisione improvvisa e inattesa, dato che sia nella conferenza del 2 ottobre 2019, sia in quella del 16 ottobre 2019, è stato sempre affrontato il problema del dimensionamento scolastico e offerta formativa della zona Valdarno richiesto dalla sindaca di Laterina Pergine: esse sono state indette, in entrambi i casi, dal presidente della conferenza Stefano Tassi, nonché vicesindaco di Montevarchi, troviamo, quindi, inusuale l'assenza del comune di Montevarchi ad una conferenza da loro stessi convocata per poi avvalersi al fatto di non averla presieduta."
"L'indicazione tecnica che il dirigente dell'ufficio scolastico provinciale ha voluto precisare – prosegue l'assessore Chiera – come spiegato dal sindaco Neri in Conferenza di Zona il 2 ottobre, alla presenza dei rappresentanti di tutti i comuni del Valdarno, era quella di mantenere le autonomie dei due comprensivi in modo da non alterare equilibri. Considerando, perciò, l'importanza di mantenere attivi i due istituti comprensivi di Bucine e di Levane e di quanto emerso durante le precedenti riunioni, abbiamo optato per l'Istituto Comprensivo di Bucine, scelta che garantisce il mantenimento di entrambe le autonomie."
"Ribadendo il fatto che la nostra priorità e di conseguenza la nostra decisione è stata rivolta al benessere della nostra comunità scolastica – conclude Neri – vorremmo anche sottolineare che sì, c'è stato un tavolo il 14 ottobre assieme ai dirigenti scolastici, ma esso non era affatto un tavolo decisionale, bensì un confronto da cui non è scaturita alcuna scelta ufficiale. I due dirigenti avevano e hanno ottiche differenti, abbiamo ascoltato la dottoressa Nocentini che proponeva di differire gli effetti della decisione, tuttavia, nessuno è uscito da quella riunione con decisioni ufficiali. La decisione, quella ponderata da tempo, è stata rimandata all'organo adibito a fare questo, cioè la conferenza zonale del 16 ottobre, dove all'unanimità è stato deciso di accogliere la nostra richiesta di andare sotto Bucine."