L’inchiesta di Valdarnopost, gli studi approfonditi dello storico dell’arte Victor Veronesi, l’interessamento dei media di Cleveland ma anche dell’Amministrazione di Figline e Incisa e di tanti cittadini valdarnesi stanno contribuendo in maniera importante ad alzare l’attenzione sul ‘caso’ del bassorilievo in terracotta invetriata, opera che fu realizzata a inizio ‘500 da Benedetto Buglioni, allievo della bottega robbiana, e che fu installata a Ponte agli Stolli. Da qui venne rubata nel 1905, come Valdarnopost ha ricostruito in questo articolo, da una banda specializzata, poi processata e condannata per quel furto. L’opera però non è mai tornata nelle colline figlinesi: arrivò infatti in Francia, poi finì all’asta e, attraverso una serie di compravendite e regali, finì nel 1921 al Cleveland Museum of Art, dove si trova tuttora esposta.
Da maggio Valdarnopost ha iniziato un percorso di approfondimento su questa vicenda, che era finita un po’ sotto traccia. In pochi in Valdarno ne erano a conoscenza: soprattutto abitanti di Ponte agli Stolli, che si sono tramandati per lo più oralmente la storia. Tra l’altro un ciclostile prodotto dalla Parrocchia nel 1980 raccontava proprio la storia della cappella che ospitava l’opera e del furto. E nel 2012, l’allora comune di Figline aveva commissionato allo studioso Gentilini, esperto di ceramiche robbiane, un microstudio intitolato “In un carico di vino”, che aveva ricostruito la vicenda.
In tempi più recenti, la vicenda del bassorilievo del Ponte agli Stolli era stata portata fino in Parlamento nel 2020 dalla senatrice Margherita Corrado, allora nel M5S, oggi esponente del Gruppo Misto, archeologa di professione. Nel testo si chiedeva di agire per ottenere la restituzione del bassorilievo, essendo un’opera sottratta illegalmente dall’Italia. Una interrogazione, la sua, che tuttora non ha ricevuto la risposta del Ministro Franceschini: il Ministero della Cultura non ha insomma espresso una posizione in merito.
Per questo oggi abbiamo contattato la senatrice Corrado, per chiederle se, alla luce delle novità e del nuovo interesse, ci possano essere sviluppi. “Prima di tutto, vorrei puntualizzare che la questione della proprietà della cappella è, ad oggi, un falso problema: è il Ministero che in ogni caso, sia che fosse un bene privato, sia che fosse un bene pubblico, si fa garante per conto dello Stato dell’interesse generale e quindi richiede al museo di un altro Stato la restituzione dell’opera sulla base delle norme internazionali che vietano ai musei di acquisire materiale di provenienza illecita. E siccome al Cleveland Museum c’è persino esposto oggi il cartellino con la provenienza di Ponte agli Stolli, non ci sono problemi da questo punto di vista”. La Senatrice puntualizza poi che, anche se la legge Nasi del 1902 sulla tutela del patrimonio artistico è entrata di fatto in vigore nel 1909, nemmeno questo è un problema: “C’era infatti una legge precedente, che estendeva al Regno d’Italia le legislazioni di tutela dei singoli regni preunitari: il Granducato di Toscana aveva leggi di tutela, che dunque era ancora valida al momento del furto di Ponte agli Stolli”.
Insomma, non ci sono ostacoli che possano impedire il ritorno in Italia di quest’opera, spiega la senatrice Corrado, che per questo sta pensando a nuove iniziative, dopo che l’interrogazione del 2020 ancora non ha avuto risposta. “Non appena il Ministro Franceschini si presenterà in Aula per il question time, riproporrò l’interrogazione alla luce anche dei nuovi sviluppi. Con la formula del question time, il Ministro sarà obbligato a fornirmi risposta entro il termine di 36 ore. C’è da sottolineare che, in seguito alla mia interrogazione del 2020, il Ministero alla cultura ha dovuto comunque approfondire la questione, chiedendo all’ufficio preposto di preparare una risposta, anche se non l’ha ancora fornita. Quindi sfruttare il question time ci permetterà di conoscere la posizione del Ministero”. La senatrice annuncia poi che “alla luce dei nuovi sviluppi e delle grande attenzione attuale, chiederò anche un appuntamento ai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri, che hanno l’opera nel database dei beni culturali illecitamente sottratti”.
L’obiettivo di tutto questo? “Attivare il Comitato per il per il recupero e la restituzione dei beni culturali, che esiste presso il Ministero della Cultura, e di cui fanno parte sia i Carabinieri del TPC sia una serie di soggetti del Ministero stesso. Su indirizzo del Ministro, questo Comitato si occupa di operazioni di recupero come può essere questa”.
Proprio per riuscire ad attivare tutto questo, è fondamentale il coinvolgimento e l’attenzione pubblica e istituzionale: “Sarebbe importante – conclude la senatrice Margherita Corrado – che quanti più soggetti possibili, dal mondo dell’arte fino ai semplici cittadini, scrivessero al Ministero e ai Carabinieri su questa vicenda, con perseveranza, in modo da riuscire ad ottenere l’attenzione necessaria per ottenere dei risultati”.
La foto di copertina è tratta dal servizio tv realizzato da News5Cleveland