08, Novembre, 2024

Arturo Badii: quando l’antico mestiere di fabbro diventa arte

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Da magazziniere ad artista del ferro: Arturo Badii imprime nel metallo la vita semplice del territorio. L’anno scorso una sua opera ha impreziosito via XX settembre a Incisa

Nelle sue opere gli aspetti più particolari del territorio valdarnese e toscano prendono vita: dall'ulivo alle castagne, dai cavalli alla quotidianità locale. Arturo Badii ha saputo trasformare l'antico mestiere del fabbro in una vera arte attingendo dalle bellezze della natura.

Arturo Badii, abita a Greve in Chianti ma ha legami forti con il Valdarno fiorentino e in maniera particolare con Figline: fa parte del Museo della civiltà contadina e partecipa a tante iniziative e manifestazioni organizzate in zona. Così racconta i suoi esordi: "Iniziai a lavorare nel 1963 come magazziniere in una ditta di lampadari all'età di 14 anni, subito dopo la terza media. Questo tipo di lavoro, molto ripetitivo e poco creativo non mi dava soddisfazione e ben presto mi sono trasferito alla ditta Fantoni, una ditta che lavorava materiali come il ferro, il rame e l’ottone, trasformandoli in oggetti artistici e di arredamento. Nonostante la fatica del lavoro e la distanza per arrivarci (da Casole a Firenze in quell’epoca gli spostamenti erano molto più lunghi di oggi) questo lavoro mi ha appassionato tantissimo fin dall’inizio. Da qui è iniziato il mio amore per la lavorazione dei metalli, il mio interesse nella ricerca di nuove forme, di nuovi modi di lavorare, di plasmare questi materiali a mio modo".

A 23 anni apre una propria attività: "La paura era tanta e le difficoltà erano molte, soprattutto economiche. Avevo cinquecentomila lire, che bastarono appena per l’incudine, la forgia e un trapano a mano. Ogni piccolo incasso inizialmente bastava solo per comprare nuove attrezzature e il mio tempo era tutto dedito al lavoro, a discapito della famiglia. Il mio primo pezzo artistico è stato un Cristo realizzato nel 1976, seguito da un cavallo e una colomba. Sono sempre stato ispirato dalla realtà che mi circonda, dalla natura e dalla vita semplice".

Arturo Badii ha mantenuto inalterata nel tempo la passione di plasmare il metallo: il materiale diventa duttile davanti alla sua volontà e al potere del fuoco. E così un mestiere antico e affascinante si trasforma in arte.

Le sue opere oggi sono ricercate per l'aderenza al territorio e per l'amore che le ha create. Nel gennaio 2015 il suo cipresso della pace, in ferro battuto, alto tre metri è stato inauguato in via XX settembra a Incisa.

Arturo Badii ha donato l'opera al Comune di Figline Incisa. Queste furono le sue parole per l'occasione: “Questo cipresso stilizzato è ispirato alla natura delle nostre zone. Riflettere sulla pace non basta mai e a questi ragazzi vorrei dire che bisogna essere prima di tutto in pace con noi stessi: questo è il mio augurio per il loro ed il nostro futuro”. 

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