24, Aprile, 2024

Al via l’unificazione delle Asl. Valdarno diviso tra Area vasta centro e Area vasta sud – est

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Dal primo gennaio 2016 scatta la riorganizzazione delle 12 Aziende sanitarie in 3. Il Valdarno aretino e fiorentino rispettivamente confluiscono nell’Area vasta sud-est e nell’Area vasta centro

Dopo venti anni dalla loro costituzione il primo gennaio chiudono la Asl10 e la Asl8: con la riorganizzazione sanitaria voluta dalla Regione Toscana, le aziende sanitarie da 12 vengono ridotte a tre Aree Vaste. La Asl8 di Arezzo, quella che comprende anche il Valdarno aretino, confluisce nell'Area vasta sud-est insieme alle aziende di Siena e Grosseto, la Asl10 di Firenze, che riguarda anche il Valdarno fiorentino, nell'Area vasta centro con Empoli, Pistoia e Prato.

Se la nuova organizzazione sanitaria non è gradita per esempio al Comitato promotore del Referendum abrogativo della nuova legge, le ormai ex Asl8 e Asl10, invece, hanno accolto con soddisfazione la data del primo gennaio. Lo ha ribadito a gran voce il commissario Enrico Desideri che ha spiegato quale sarà il cambiamento:

“Non so più come dirlo ed ora lo trovate anche scritto nella legge approvata ieri notte dal Consiglio Regionale, che i cittadini non solo non hanno nulla da temere da questa riforma, ma si pongono i presupposti per un miglioramento reale del servizio. Si insiste a chiedere dove sarà la sede: per ora è Arezzo, ma alla fine deciderà la Giunta Regionale. Ma dove va la sede poco deve interessare e tantomeno preoccupare – insiste Desideri – e ciò che conta è quali servizi si garantiscono. E comunque, le tre sedi operative resteranno quelle che ci sono oggi: impossibile fare tutto da una unica sede. Sono le politiche e le scelte che saranno coordinate e mireranno senza indugio a diffondere a tutti i 900.000 abitanti della Toscana meridionale, le eccellenze e le buone pratiche che ognuna delle tre aziende ha.”

Desideri ha guardato anche il rovescio della medaglia: “Ad esempio il tema di accesso alle prestazioni, con la problematica dei tempi di attesa. Nel 2015 si è registrato un innegabile miglioramento, ma ancora c’è molto da fare. I bisogni con l’invecchiamento della popolazione (allungamento della vita) sono aumentati".

"I tempi sono una delle maggiori criticità – ha ricordato – e vorremmo migliorare i tempi di relazione tra medici e la presa in carico dei pazienti cronici. Per questo motivo c’è la necessità di costruire una solida Rete Clinica Integrata ( e supportata dalle tecnologie informatiche). Vi dovrà essere una sempre maggiore collaborazione tra i medici di famiglia e i medici dei “piccoli ospedali” con gli specialisti. Da non dimenticare che il percorso vede come seconda e importante novità il ruolo necessario e pro-attivo dei Sindaci per la pianificazione e l’equità dell’accesso: si dovrà anche tenere conto della differenza delle popolazioni con cui avremo a che fare data l’apertura ad un territorio più ampio, quello di area vasta per l’appunto”.

Il Vicecommissario Vujovic ha, poi, delineato un quadro di insieme relativo alla Azienda sanitaria aretina, con i risultati del 2015 e quelli complessivi dei sei anni di gestione di questo gruppo. La ex azienda sanitaria 8 operava su una popolazione di quasi 350.000 abitanti, con 5 ospedali, 5 zone distretto, 3762 dipendenti diretti, 450 in convenzione, 120 immobili, 758 posti letto ordinarti, 183 per le cure intermedie.

“Il modello che la nuova legge regionale individua, ad Arezzo parte già avvantaggiato. La rete territoriale costruita vede oggi già attive 10 case della salute (4 in fase di costruzione-progettazione), 13 Aft costituite (aggregazioni funzionali di medici di famiglia), 4 Modica, 2 ospedali di comunità. La nostra politica di prevenzione e di presa in carico dei pazienti con patologie croniche – ha ricordato Vujovic – sta portando negli anni risultati positivi. Importante riduzione (quasi 10 milioni di euro in 5 anni, con una spesa procapite di 131 euro) della spesa farmaceutica, grazie ad una appropriata prescrizione; duemila ricoveri in meno (da 37.000 a 35.000) soprattutto nelle medicine, a fronte dell’aumento del’attività chirurgica (adesso aumentata nella fase ambulatoriale); aumento dell’accesso al Deu (118, con 30.000 missioni di cui 4.000 codici rossi, 16.000 gialli e il resto verdi; e i 5 pronti soccorso saliti a 153.000 accessi, 10.000 in più rispetto al 2013).” (I dati)

Del percorso durato mesi che porterà il primo gennaio 2016 alla costituzione di tre aziende sanitaria di Area Vasta  parla anche l'ormai ex Asl10.

"Ottimizzazione delle risorse economiche eliminando la duplicazione di apparati burocratici ed amministrativi, omogeneità nell’erogazione delle prestazioni, uniformità di tutti i sistemi e i percorsi sanitari fino all’unificazione dei processi informatici e di acquisto ma, soprattutto, dare ad ogni cittadino una sanità di livello ottimale e non solo essenziale. È ciò che si attendono dal processo di riforma sanitario regionale un milione e mezzo di abitanti e 14.700 dipendenti, di cui oltre 2.700 tra medici, veterinari e dirigenti sanitarie oltre 7.000 tra infermieri, operatori sanitari e tecnici, che dal prossimo 1 gennaio confluiranno nell’Area Vasta Centro: la nuova azienda sanitaria che nascerà dall’accorpamento delle AUSL di Empoli, Firenze, Pistoia e Prato".

"Complessivamente le 4 Aziende sanitarie portano in dote alla nuova ASL oltre 220 presidi territoriali e 13 ospedali, a cui vanno sommate le 16 Case di cura convenzionate, oltre ad un patrimonio professionale, strutturale, tecnologico e formativo che ora sarà pienamente condiviso: esperienze chirurgiche, percorsi assistenziali, di cura e riabilitazione, procedure diagnostiche, studi e ricerche saranno contemporaneamente disponibili su tutto il territorio dell’area vasta che ha un’estensione di 5.000 chilometri quadrati. La mobilità delle equipé mediche e l’applicazione del criterio della prossimità delle cure dovrà assicurare a tutti i cittadini le medesime opportunità, indipendentemente dal territorio di residenza". 

"La fusione delle Asl, prevista dall’importante riforma regionale, non è, infatti, una semplice somma numerica ma sarà l’insieme delle singole parti che la compongono e dunque non è prevista nessuna chiusura né depotenziamento, ma solo una riorganizzazione che renderà più moderna e più adeguata la risposta ai cittadini, sia a livello territoriale che ospedaliero".

 

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