Dopo la pubblicazione dei dati da parte di Valdarnopost, il consigliere comunale di Figline e Incisa Piero Caramello (Percorso Comune) riaccende i riflettori sul tema dell’inquinamento in Valdarno, non solo nelle acque. E invita gli enti locali a darsi da fare
“Il report di Arpat sull'acqua mette in luce una situazione tragica per Figline”. Piero Caramello, consigliere di Percorso Comune interviene sulle condizioni delle acque superficiali utilizzate per la potabilizzazione, illustrate dal "Monitoraggio delle acque superficiali destinate alla produzione di acqua potabile" redatto da Arpat, i cui risultati sono stati pubblicati ieri da Valdarnopost.
“I dati parlano chiaro – sottolinea il consigliere comunale di Figline e Incisa – e confermano il trend in peggioramento degli ultimi anni della qualità delle acque superficiali destinate alla produzione delle acque potabili in tutta la Toscana, ma anche e specialmente in Valdarno”.
In particolare, secondo Caramello, è allarmante la concentrazione di pesticidi rilevati nell’Arno a Matassino: “Sono state ritrovate fino a 31 diverse sostanze attive nello stessa stazione di monitoraggio nel periodo considerato, unico caso in Toscana”. Matassino risulta essere al secondo posto in Toscana tra le acque analizzate per i residui di fitofarmaci in concentrazione uguale o superiore a 0,10 µg/L (limite acque potabili D. Lgs. 31/2001), con un valore di 0,511µg/L”.
“L’acqua è il principale indicatore della qualità del nostro ambiente. Se a questi dati rielaborati da Arpat, aggiungiamo anche quelli relativi alla qualità dell’aria monitorata fino al 2012 dalla centralina di Incisa e agli sforamenti di pm 10, il quadro della qualità del nostro territorio che ne emerge è drammatico – prosegue il consigliere – e non possiamo dimenticare le acque sotterranee, dalle cui falde si approvvigionano molti pozzi privati. I dati Arpat non sono confortanti nemmeno in questo ambito”.
Per questo l’esponente politico di opposizione lancia tre proposte. “La prima è una mozione che ho presentato per limitare e controllare l’utilizzo di diserbanti, almeno per quanto riguarda i lavori pubblici, interfacciandosi anche con la Città Metropolitana. Una misura necessaria a salvaguardia della salute umana, dell’ambiente e della biodiversità, che deve essere sostenuta anche con campagne informative”.
“La seconda è la riattivazione immediata della centralina di Incisa per le rilevazioni della qualità dell’aria. Molti annunci sono stati fatti dalle amministrazioni passate, ma niente è stato fatto”. L’ultima proposta è l’avvio di un tavolo di confronto con gli altri enti locali: “Questi dati mettono in luce un enorme problema diffuso che deve essere approfondito anche a livello tecnico. Per questo è importante che tutti i Comuni valdarnesi, asl, Publiacqua e la Regione si facciano carico di avviare azioni mirate. Ritengo prioritario che anche il consiglio comunale di Figline e Incisa si occupi della qualità delle nostre acque: per farlo ritengo necessario invitare in assemblea i tecnici di Arpat e Asl, per approfondire tutti i parametri e le cause che hanno determinato questo disastro”.