L’Amministratore della Sammezzano Castle Srl, proprietaria della tenuta, parla a Valdarnopost. Spiega perché l’asta è stata sospesa, e quali sono le prospettive. E chiede pazienza: “Il Castello non è mai stato lasciato a sé stesso, ora però muove i passi un progetto concreto”
È in una società fiduciaria italiana, composta di alcune società prevalentemente toscane, che viene riposto il progetto futuro per Sammezzano e tutta la sua tenuta. Un complicato passaggio che non riguarda la proprietà, che rimane saldamente nelle mani della Sammezzano Castle Srl (con soci a prevalenza inglesi), ma che interessa invece i crediti che avevano accumulato 13 creditori nei confronti della stessa proprietà.
La notizia della sospensione dell'asta, alla vigilia della chiamata del 24 maggio scorso, aveva lasciato intendere che qualcosa si fosse mosso. E in effetti è così. Lo spiega a Valdarnopost Gianni Ulivi, Liquidatore volontario nonché Amministratore della Sammezzano Castle Srl, che ricostruisce gli ultimi anni in questa complessa vicenda.
Di chi è, oggi, Sammezzano?
"Il Castello, le sette coloniche, e tutto il parco sono tuttora della Sammezzano Castle Srl, che rilevò tutta la proprietà nel 2001 all'asta. La società finanziaria italiana che è intervenuta recentemente, invece, sta acquisendo i tredici crediti aperti, tre dei quali con MPS, CaRiFi e Unicredit. Quei crediti che avevano portato alla messa in liquidazione e all'asta. Il giudice del procedimento ha rilevato che c'erano le condizioni per sospendere l'asta, e ha concesso una sospensiva di un anno, fino al maggio 2017".
Che succederà, se questa società acquisirà tutti i crediti?
"Manca poco, in realtà. Ne ha già acquisiti 11. Tutto questo, ovviamente, avviene mentre la proprietà viene costantemente informata: c'è una conoscenza reciproca e un dialogo. Una volta che l'acquisizione sarà completata, a quel punto per la Sammezzano Castle Srl non ci sarà più lo stato di liquidazione, condizione questa che ci permetterà di ripartire concretamente".
Insomma, la proprietà e questa nuova società sono pronte a collaborare insieme?
"Assolutamente sì. Serve ancora un po' di pazienza, ma il progetto riprende forma. Stiamo riaprendo i cassetti, rimettendo mano ai piani che erano stati presentati quindici anni fa. Abbiamo aperto un dialogo con l'amministrazione comunale di Reggello, perché l'obiettivo è di presentare un progetto di recupero. Si inserirà nel solco di quello già presentato nell'ormai lontano 2001, certo rivedendolo nel contesto attuale. Per il recupero dell'intero lotto di Sammezzano sono previste destinazioni turistiche, ricettive e sportive, e da lì ripartiamo".
Che cosa ne sarà della struttura in cemento armato abbandonata poco lontano dal castello?
"Vedremo, ancora non è deciso. Probabilmente sarà abbattuta, ma ancora è presto per dirlo. Il piano di recupero contempla comunque quelle volumetrie, che magari possono essere riviste in altro modo, ma sono un tassello fondamentale per chi investe. Oltre alla ristrutturazione delle sette coloniche situate sulla collina".
Intanto, però, c'è stata una grande mobilitazione intorno alle sorti del Castello. Qual è la vostra posizione in merito?
"Sammezzano e l'intera tenuta sono una proprietà privata. E tutto il clamore non ha fatto che complicare le cose, facendo passare l'idea, completamente errata, di un castello abbandonato a sé stesso. Non è così, invece. La proprietà ha sempre cercato di mantenere cristallizzato tutto, senza lasciare che il degrado prendesse campo. Ha anche pagato regolarmente l'Imu, l'anticipo di quest'anno è di 6.500 euro: non si può dire che non abbia mai speso nulla. È stata fatta manutenzione al tetto, sistemato il parco quando gli alberi cadevano abbattuti dal vento. Riparati i vetri rotti dalle incursioni di vandali, più frequenti negli ultimi mesi. E per lo stesso motivo, ora ci sono delle telecamere di videosorveglianza, a tutela del Castello. Qualche denuncia è già scattata".
E sull'ormai famosa festa notturna?
"Un evento che rientrava nelle iniziative legate a Pitti, a Firenze. Completamente concordata con la proprietà, è stata svolta con i più alti livelli di sicurezza, per le persone ma soprattutto per la struttura. Sono stati compiuti sopralluoghi, per decidere quali luci fossero meno impattanti, per capire come non lasciare alcuna traccia sul castello. E così è stato. Chi ha organizzato ha mostrato la massima serietà e ha risposto agli standard che la proprietà chiedeva, come d'altronde è successo anche in caso di set cinematografici o altre iniziative".
In vista di un futuro che torna di nuovo a delinearsi, intanto però avete concesso nuove aperture al Comitato FPXA.
"Abbiamo un ottimo rapporto con il Comitato guidato da Sottani, e le aperture di luglio non saranno sicuramente le ultime di quest'anno. Per noi la conoscenza del Castello e del suo creatore sono occasioni importanti, perché l'approfondimento storico e culturale intorno a questa struttura ci sta a cuore. Anche per questo abbiamo sempre acconsentito a visite di classi scolastiche, ad esempio, quando ci sono arrivate le richieste. E nei prossimi giorni l'associazione Arkadia allestirà qui un set fotografico per realizzare il loro nuovo calendario. Non abbiamo mai detto di no a queste iniziative, e continueremo ad operare così".