Anci Toscana, con il lavoro del tavolo dedicato alle ludopatie, coordinato dal sindaco di Pergine Simona Neri, porta avanti la battaglia per contrastare la diffusione delle ludopatie. Queste due sentenze potrebbero dare un contributo decisivo
C'è un piccolo ma importante passo avanti, nella battaglia per contrastare la diffusione indiscriminata di sale gioco e slot machines. Una battaglia che, tra l'altro, vede il Valdarno protagonista da mesi, grazie al lavoro del gruppo #ValdarnoNoSlot, che ha portato tra l'altro il sindaco di Pergine, Simona Neri, a guidare il tavolo contro le ludopatie di Anci Toscana, l'associazione che riunisce tutti i comuni toscani.
Ed è proprio Anci Toscana a rilanciare due sentenze del Tar del Veneto, depositate il 7 febbraio scorso (numero 128 e 130), in cui si dice, in sostanza, che "sono legittime le ordinanze del sindaco che riducono le ore di apertura delle sale gioco e di funzionamento delle slot machines, perché finalizzate a contrastare e prevenire il fenomeno del gioco d'azzardo patologico".
"Una buona notizia per tutti gli amministratori che cercano di arginare un fenomeno che spesso assume caratteri di vera e propria patologia per i clienti – commenta in un nota Anci Toscana – la nostra associazione è impegnata in prima linea in questa battaglia con il lavoro del tavolo dedicato alle ludopatie, coordinato dal sindaco di Pergine Simona Neri, che recentemente ha presentato alla Regione Toscana un progetto per la formazione dei dipendenti comunali, con corsi ad hoc sulla conoscenza del fenomeno e delle norme per la prevenzione e il contrasto del gioco d'azzardo patologico".
In entrambi i casi presi in esame dal Tar, le società titolari di autorizzazione per sale giochi avevano impugnato le ordinanze sindacali con cui erano stati limitati gli orari di funzionamento degli apparecchi e gli orari di esercizio delle sale. Decisioni adottate dai sindaci proprio per tutelare la salute pubblica e il benessere socio-economico dei cittadini. Il Tar ha definito i ricorsi non fondati, proprio sulla base di considerazioni di carattere sociologico: le ordinanze sono insomma finalizzate a tutelare la salute pubblica e il benessere individuale e collettivo. Il Tar ha considerato proporzionata la disciplina limitativa degli orari di apertura dei pubblici esercizi in cui si svolgono attività di gioco o scommessa, in quanto realizza "un ragionevole contemperamento degli interessi economici degli imprenditori del settore con l'interesse pubblico a prevenire e contrastare fenomeni di patologia sociale connessi al gioco compulsivo".