Il segretario della Fiom Cgil Firenze e Prato commenta l’annuncio dell’azienda dell’apertura della procedura collettiva di licenziamento. “Bekaert faccia un passo indietro. Il Governo lavori seriamente alla reindustrializzazione, la Regione si opponga a questo scempio”
"Chiediamo all'azienda di ritirare la procedura di licenziamento, e al Governo di lavorare seriamente alla reindustrializzazione". Così Daniele Calosi, segretario provinciale della Fiom Cgil, commenta l'annuncio arrivato oggi dalla multinazionale Bekaert: l'avvio del procedimento di licenziamento collettivo dei 176 lavoratori rimasti in vertenza, per i quali la cassa integrazione scadrà il 9 marzo prossimo.
"Non è accettabile – ha aggiunto Calosi – che i lavoratori paghino per le mancanze di chi doveva portare a compimento la reindustrializzazione dello stabilimento di Figline, a partire dall’advisor, fino al Governo. Chiediamo all’azienda di ritirare la procedura di licenziamento, al Ministero dello Sviluppo Economico di lavorare seriamente sulla reindustrializzazione, senza andare per slogan, e al Ministero del Lavoro di prorogare gli Ammortizzatori Sociali per fare, finalmente, una trattativa libera e non sotto schiaffo sulla reindustrializzazione, visto che da due anni ad oggi non ci è mai, e dico mai, stato presentato nessun piano di reindustrializzazione né da parte dell’azienda né del Governo".
Poi l'appello alla Regione: "La Regione Toscana, attraverso il Presidente Giani, non può accettare in silenzio questo scempio sociale che si sta consumando. Il Presidente regionale deve dare seguito agli impegni assunti appena eletto davanti a FIM-FIOM-UILM e ai lavoratori della Bekaert. Non si scherza sul futuro delle persone. Il nostro impegno non è cambiato di una virgola, il nostro obiettivo rimane quello di sempre: salvare tutti i posti di lavoro".