Il segretario provinciale della Fim Cisl attacca duramente Regione Toscana e Mise per aver perso tempo in questa vertenza, arrivata ora a un punto di svolta. “Senza una proposta concreta né la convocazione del tavolo, era chiaro che l’azienda avrebbe aperto la procedura di licenziamento”
"Ministero e Regione hanno perso tempo in maniera clamorosa, era chiaro che l'azienda a questo punto avrebbe avviato la procedura di licenziamento". Così Alessandro Beccastrini, segretario provinciale Fim Cisl, commenta la vertenza Bekaert arrivata ormai a un punto di svolta. Beccastrini richiama le istituzioni alle proprie responsabilità e avanza una richiesta precisa: che intervenga lo Stato con Invitalia.
"La questione è grave, non tanto per la procedura in sé: era chiaro a tutti che, senza possibilità di reiterare la cassa integrazione, legalmente l'azienda avrebbe dovuto aprire la procedura 75 giorni prima. E quindi, era chiaro che la resa dei conti ci sarebbe stata in questi giorni. L'unico modo per rimandare tutto era che Governo e Regione avessero la proposta pronta per discutere con Bekaert: e invece hanno perso clamorosamente tempo".
Tempo perso senza fornire una soluzione concreta, e questo ha portato all'apertura del procedimento collettivo di licenziamento, ribadisce Beccastrini: "Non ci sono stati i tavoli necessari per capire a che punto siamo. In assenza di una seria convocazione da parte del Mise e della Regione, è chiaro che l'azienda ha preso questa strada. Ma Governo e Regione hanno preso degli impegni precisi! Che fine hanno fatto? Giani ci aveva assicurato, una volta eletto, che si sarebe attivato con Patuanelli, e invece nulla. Perché non hanno convocato il tavolo, perché non hanno più presentato la proposta che poteva evitare tutto questo?".
A questo punto, sottolinea il segretario Fim Cisl, la palla è proprio in mano a Regione e Ministero. "L'unica àncora di salvezza ce l'hanno ormai in mano loro, e consiste nell'ingresso di Invitalia in una start-up. Solo con una mossa del genere Bekaert potrebbe bloccare la procedura di licenziamento. Lo stanno facendo, a livello nazionale, per tutte le aziende che trattano l'acciaio: vogliamo che lo facciano anche per Figline".