Nei mesi scorsi il Comune è stato condannato in primo grado nella causa con la ditta esecutrice Cfc. Adesso l’accordo “tombale” per una transazione da 937mila euro che eviterà futuri contenziosi. Intanto depositata la richiesta di dissequestro del cantiere e il sindaco Giulia Mugnai parla di “svolta”: “Mettiamo da parte le questioni legali”. E assicura che i lavori verranno portati a compimento.
Il Comune di Figline e Incisa mette una "pietra tombale" – così è stata definita – sopra l’intricata vicenda legale delle Lambruschini e prova a voltare pagina.
Lo ha annunciato adesso in consiglio comunale Giulia Mugnai che parla di “svolta”, assicurando che i lavori verranno portati a compimento: "Si riparte". Dopo l’assoluzione a livello penale per tutti gli ex amministratori (condannati in primo grado solo due tecnici), infatti, si è aperta una intricata questione a livello civile, con la ditta esecutrice dei lavori Cfc. Adesso l’amministrazione, tramite un passaggio in giunta ed in consiglio comunale, dà il via libera alla transazione da 937 mila euro che chiude il contenzioso, mentre è stato chiesto il dissequestro del cantiere.
Il Comune era stato infatti condannato in primo grado dal Tribunale di Firenze a pagare 803 mila euro (659mila euro al netto di rivalutazioni e spese processuali). Nei giorni scorsi ha ricevuto un decreto ingiuntivo di 500mila euro, ma il municipio correva il rischio anche di un’altra vertenza a fronte delle riserve dei lavori fatte pervenire dalla ditta. “Per questo – assicura l’amministrazione – i 937mila euro permetteranno di chiudere in maniera definitiva il rapporto esistente tra le parti, senza che l’una possa pretendere alcunché nei confronti dell’altra e permetterà al Comune di riprenderre i lavori senza la pendenza di ulteriori contenziosi”.
Un accordo "tombale". Con l’accordo raggiunto, la ditta rinuncia alle pretese connesse ad ulteriori riserve e alle contestazioni svolte sull’accertamento tecnico-contabile, permettendo il superamento dei rischi del contenzioso d’appello che, in caso di sconfitta, potrebbe comportare non solo ulteriori spese legali, ma anche un incremento sostanziale delle somme dovute a titolo di interesse e rivalutazione. Somme ingenti considerato che un giudizio d’appello dura in media oltre 5 anni.
Intanto sul versante dei lavori, il Comune ha chiesto ufficialmente il 28 ottobre il dissequestro del cantiere al Tribunale Penale di Firenze: alla richiesta è allegata la nota del Genio Civile e la certificazione della fine dei lavori sulla torre. Una formalità che dovrebbe in brevissimo tempo permettere di riavere completamente a disposizione il cantiere e poter quindi ripartire con i lavori.
Dopo il dissequestro il Comune potrà completare il rivestimento esterno, a cominciare da tutta la facciata di Via Fabbrini. Un progetto da 850mila euro co-finanziato al 60% dalla Regione Toscana. La gara di affidamento – nelle intenzioni dell’amministrazione – dovrebbe avvenire già entro la fine di quest’anno per poi dare il via i lavori a primavera.
“Dopo l’assoluzione in sede penale arrivata a maggio – è il commento di Giulia Mugnai – questa transazione con la ditta Cfc ci permette di chiudere un’altra vicenda lunga ed estenuante soprattutto per i cittadini che in tutto questo tempo hanno dovuto convivere con un cantiere fatiscente in pieno centro storico. Ci lasciamo così alle spalle in modo chiaro e definitivo ogni valutazione di natura giuridica per tornare a lavorare su un’opera che da incompiuta deve diventare un polo di attrazione non solo per la città ma per l’intero territorio”.
L'assessore al Bilancio, Tonveronachi ha annunciato che è stato previsto un capitolo di bilancio "transazione Lambruschini", con il parere positivo sia dei legali che dei revisori dei conti.