Da otto mesi la valdarnese Elisa Pagnotelli, insieme ad altre due ragazze, è in Brasile, a Belo Horizonte, per un’occasione di servizio civile internazionale con una Ong. “Prestiamo servizio in un centro in cui i bambini vengono accolti per studiare o fare altre attività. E abbiamo deciso di sostenere anche un’altra associazione per senzatetto”. Le tre giovani hanno lanciato anche una raccolta fondi per sostenere questi progetti
Un'esperienza di Servizio civile internazionale spesa all'estero, per aiutare i bambini della favelas e i senzatetto di Belo Horizonte. Da otto mesi Elisa Pagnotelli, valdarnese, insieme ad altre due ragazze italiane, si trova in Brasile: vi rimarrà ancora quattro mesi, per un progetto che nel complesso dura un anno. Ma che cambia molto, della propria vita e di quella di chi si aiuta.
Ce lo racconta proprio lei: "Io e le mie due colleghe abbiamo avuto esperienze di servizio civile già in Italia. Il sociale e la cooperazione internazionale sono da sempre un ambiente in cui mi sento a casa: e così la scelta di partire per il Brasile nasce proprio dalla mia voglia di andare oltre il servizio che facevo in Italia. Oltre cio che già facevo. Sentivo la voglia e il bisogno di fare di, piú di stare vicina ai fratelli del Sud del mondo. Mettermi al servizio del prossimo per me è un modo di ringraziare per tutto cio che la vita mi ha dato e offrire qualcosa in piú a chi ha meno".
Con Giulia Boer e Ludovica Scaringi, Elisa presta servizio per la ONG Comivis. "Qui a Belo Horizonte la Ong ha una opera sociale che valorizza i bambini delle favelas; noi prestiamo servizio in questo centro dove i bambini vengono accolti prima o dopo scuola, in base ai loro orari. Nel centro ricevono appoggio per lo studio, ma anche per danza, musica arte e varie altre attività: il nostro compito è proprio quello di organizzare e seguire queste attività".
Si tratta di bambini che vivono nelle condizioni critiche delle favelas circostanti, spesso vittime di abusi sessuali e violenza, destinati a trascorrere la maggior parte del tempo fuori casa, nel pericoloso ambiente costituito dalla strada. Il centro accoglie 220 bambini di età compresa tra i 6 e i 16 anni.
Le tre ragazze non si sono fermate a questo, però: "Oltre a questo, abbiamo deciso di prestare servizio in un altro centro, una casa di accoglienza per senzatetto". L'Abrigo, il nome della Casa di Accoglienza, offre accoglienza giornaliera a più o meno 50 persone che, a causa di disoccupazione, sfratto o dipendenze varie, finiscono per essere private della propria casa, ritrovandosi a vivere per strada senza cibo, soldi, vestiti e in mancanza del minimo necessario a vivere una vita dignitosa. Qui possono fare colazione, una doccia e ottenere dei vestiti puliti a seconda delle disponibilità, ma anche consumare un pranzo abbondante, che per molti di loro risulta essere l'unico pasto della giornata. Molti di questi senzatetto non possiedono nemmeno il documento d'identità e quindi non possono usufruire dei vari servizi di assistenza sanitaria offerti dallo stato.
Questi progetti vivono di pura provvidenza e lavoro volontario. Ed è anche per questo che le tre ragazze hanno deciso di lanciare una raccolta fondi on line, in cui chiedono un contributo anche minimo per sostenere questi due progetti: "Le vostre donazioni ci aiuteranno a sostenere le spese base e a superare le sfide che ci troviamo ad affrontare in questo momento. In particolare il vostro, anche se piccolissimo, contributo sarà da noi usato per rinnovare, migliorare e fornire generi di prima necessità per i nostro centri". Chi vuole contribuire può farlo partecipando alla raccolta fondi on line a questo indirizzo.