23, Dicembre, 2024

Il Comitato No Tunnel Tav all’attacco: “Quel progetto è indifendibile, continuerà a penalizzare i pendolari valdarnesi”

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Il fronte del “no” al sottoattraversamento di Firenze riaccende i riflettori sull’opera pubblica: “Quel progetto è indifendibile. La politica prenda atto del fallimento”. E aggiunge: “Non si risolveranno i problemi del trasporto pubblico su ferro, come il ‘collo di bottiglia’ della direttissima, che crea non pochi problemi ai pendolari valdarnesi”

Lo definiscono "un progetto indifendibile", e chiedono di "porre fine a questa agonia". A parlare sono i promotori del Comitato No Tunnel Tav di Firenze, che riportano all'attenzione la questione dei 7 chilometri di sottoattraversamento di Firenze, contro il quale si battono fin dall'inizio. Chiedendo, invece, il potenziamento delle linee in superficie e di una mobilità sostenibile che privilegi soprattutto i pendolari.

"Il progetto di sottoattraversamento Tav di Firenze – scrive il Comitato – si è infilato in un vicolo cieco e non poteva essere altrimenti: le criticità sono enormi e non risolte. Oltre quelle che stanno oggettivamente bloccando i lavori, come le difficoltà a smaltire 3 milioni di metri cubi di terra inquinata e l'impatto sulla falda che non si riesce a mitigare, pesano sul progetto tutti i rischi di un eventuale avvio della fresa: danni per parecchie migliaia di appartamenti e alcuni importanti monumenti, mancato rispetto delle norme antisismiche nella realizzazione della stazione ai Macelli".

Già la questione delle terre di scavo della Tav ha toccato il Valdarno da vicino: buona parte di quelle terre è infatti destinata all'area ex mineraria di Cavriglia, a patto che (come ribadito più volte dal comune) si parli di terre pulite, e non inquinate. L'apertura di un'inchiesta giudiziaria e i numerosi problemi legati alla classificazione di queste terre ha per ora lasciato tutto in sospeso.

Ma il Comitato No Tav analizza un altro aspetto che lega il Valdarno al sottoattraversamento di Firenze, ed è connesso proprio all'utilizzo del treno. "L'argomento che i sostenitori dei tunnel TAV, come il presidente Enrico Rossi e l'assessore Vincenzo Ceccarelli,  ripetono ancora monotonamente è quello che i binari in più in superficie “libererebbero i binari di superficie per il trasporto regionale”. Questo – replica il Comitato – è chiaramente un argomento strumentale e non vero: se occorrono dei binari in più tra Firenze Campo Marte e Firenze Rifredi c'è un progetto che da ormai quasi 20 anni dimostra come sia possibile realizzare due binari in superficie tra queste stazioni con costi modesti e tempi di realizzazione brevi". 

"E poi – continua la nota dei No Tav – così non si riconosce dove sono i veri colli di bottiglia per i treni: questi non sono tanto nel nodo fiorentino, ma piuttosto dalla stazione di Firenze Campo Marte verso il Valdarno, sulla linea direttissima, dove si sta spacciando per “sperimentazione di regolarità dei treni” la decisione di riservare questa linea veloce solo per i treni dell'Alta Velocità, condannando i pendolari del Valdarno e dell'Aretino a tempi di viaggio ottocenteschi. Perché non si potenzia davvero quella linea?". 

La questione del "dirottamento" sulla Lenta dei treni regionali dei pendolari è uno dei temi che stanno più a cuore al Comitato dei Pendolari del Valdarno, che a più riprese hanno richiamato l'attenzione della Regione sul tema. E secondo il Comitato No Tunnel Tav, la realizzazione del sottoattraversamento non risolverà affatto il problema. 

"C'è una ultima cosa di cui la politica e le Ferrovie dovrebbero rispondere – concludono i promotori del Comitato No Tav – e cioè dello spreco di denaro pubblico che si è avuto finora. Quello che è stato speso ad oggi oscilla tra i 450 e i 700 milioni di euro; non è possibile fare una stima precisa per l'omertà dei soggetti interessati. Non porre fine a questa agonia nei trasporti fiorentini è grave colpa di chi ne ha il potere".
 

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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