Il comitato vittime della discarica di Podere Rota, nel corso di una conferenza stampa, reclama la volontà politica dei sindaci per risolvere i problemi dell’area legati alla presenza dei cattivi odori. “I verbali di Arpat permetterebbero ai sindaci di intervenire”
Il Comitato vittime della discarica di Podere Rota torna all'attacco. Nel corso di una conferenza stampa i partecipanti hanno di nuovo fatto il punto sui disagi legati ai cattivi odori e ribadito la necessità di continuare la lotta iniziata anni fa. Dopo la querelle scoppiata tra Csai e Arpat, poi, è stato sottolineato quanto i sindaci adesso abbiamo in mano lo strumento per intervenire e quanto sia importante che la politica faccia la propria parte. “Noi possiamo e dobbiamo lottare per i nostri figli” ha affermato Andrea Battinelli.
Tra i partecipanti Ugo Di Nino, Paola Manetti, Catia Naldini e Andrea Battinelli. Al centro della conferenza il botta e risposta tra Csai e Arpat sulla questione degli odori. Il 3 marzo, infatti, sul sito di Csai compare una informativa sui controlli Arpat del 2014: "Sono conclusi e mostrano il rispetto di tutte le norme, ma non abbiamo il permesso di pubblicare gli esiti". Arpat replica: "I cattivi odori ci sono, e occorre lavorare per evitarli". Sulla questione interviene Catia Naldini.
“Domenica nel sito di Csai vi era una nota con la quale si facevano credere alcune cose sulla discarica, che tutto andava bene, che era terminato il rapporto dell'autorizzazione integrata ambientale 2014 e che da Arpat non era stato evidenziato il problema odorigeno. Si diceva che avrebbero voluto pubblicare anche i verbali Arpat di riferimento ma per cause inspiegabili l'Osservatorio di cui fanno parte i cittadini aveva detto che non si poteva fare. Io ho chiesto ad Arpat e al presidente dell'Osservatorio di intervenire per chiarire quanto scritto nella nota di Csai, per smentire o confermare. Sentire che non esiste il problema odorigeno per noi cittadini è grave. L'Arpat ha smentito la nota di Csai: non è vero che i problemi odorigeni non esistono, la relazione Aia ancora non è stata completata e la notizia dunque non è esatta. Arpat ha spiegato anche quali potrebbero essere le conclusioni del rapporto: i problemi odorigeni esistono e quindi verranno prescritti ancora adeguati accorgimenti per rispondere al problema. Arpat ha detto anche che è un processo lungo e che il fenomeno degli odori richiede ancora molto impegno. L'autorizzazione prevede anche secondo Arpat che i problemi odorigeni non debbano uscire dai confini della discarica”.
Il comitato lamenta anche l'assenza di lavori per il territorio e i suo cittadini con il denaro del disagio ambientale, la mancanza di una volontà politica di risolvere le problematiche legate ai cattivi odori e all'aria. “Finora le segnalazioni non avevano valenza giuridica – ha affermato Paola Manetti – adesso però il verbale dell'Arpat conferisce ai sindaci uno strumento importante per intervenire e magari per chiedere la chiusura temporanea dell'impianto per risolvere i problemi”. “Le istituzioni non ci difendono”, hanno affermato in coro. “Il disagio ambientale a cosa serve? – ha continuato Andrea Battinelli – Dovrebbe servire alla zona e all'osservatorio. Stiamo chiedendo da tempo un programma di ricerca sulla discarica ma non abbiamo le risorse. Per questo ritengo che il presidente dell'Osservatorio debba essere un rappresentante dei cittadini e non più il sindaco di San Giovanni”. Ugo Di Nino, intanto, ha annunciato anche l'appoggio del comitato all'altro che sta per nascere sulla sanità.
Catia Naldini, poi, ha continuato:
“Lo scopo del comitato è quello di rimarcare le nostre problematiche: il territorio è abbandonato, subisce da 30 anni i disagi della discarica e non vi è stato investito niente per cercare di monitorare l'aria, per darci spiegazioni e compensare i cittadini. Noi collaboriamo con gli enti e la riteniamo una cosa importantissima. L'Osservatorio è nato per rappresentare le istanze di quei cittadini e di quei comuni che non fanno parte della Conferenza dei servizi che è composta dai tecnici, amministratori di Terranuova e gestori della discarica ma non dai comuni che subiscono i disagi e dai cittadini. L'Osservatorio è nato su volontà del sindaco Viligiardi tagliato fuori dai processi decisionali per l'ampliamento e la discarica, e ora vediamo che nonostante le dichiarazioni di Csai nessuno dice qualcosa. Il sindaco di San Giovanni e quello di Terranuova devono rappresentare i cittadini. Noi dell'Osservatorio è da giugno che non ci riuniamo. Ci siamo trovati a difenderci da soli: avrei voluto che il sindaco in qualità di presidente dell'Osservatorio avesse preso una posizione e non l'ha fatto. Siamo a ribadire che la politica deve prendere decisioni: i tecnici, Arpat e Asl hanno fatto la loro parte. La volontà politica è in mano ai sindaci. L'Arpat non ha messo solo i verbali fuori ma ha anche scritto che il problema odorigeno esiste e che la popolazione lo subisce. Senza contare gli altri dati sull'aria e le falde. Il comitato deve continuare a far sentire la propria voce ma ci deve essere anche la volontà politica di risolvere i problemi.”