L’assessore al sociale del comune di Montevarchi, Giovanni Rossi, ha riferito in Consiglio comunale alcuni dati relativi al gioco d’azzardo patologico. Il giocatore medio è uomo, con licenza media e un impiego: e aumenta il numero di persone che commettono reati legati al gioco
Ci sono 130 giocatori patologici in cura al Sert del Valdarno. Sono la punta di un iceberg che ha radici profonde, purtroppo, anche sul nostro territorio. E sul quale la politica locale ha tentato, in alcune occasioni, di dare una svolta: disincentivando ad esempio l'installazione delle slot machines nei locali pubblici. Ma il lavoro è ancora molto lungo e difficile.
I dati sono stati presentati dall'assessore al sociale, Giovanni Rossi, durante l'ultimo Consiglio comunale, rispondendo ad una interrogazione in merito. "In cura ci sono 130 giocatori, di cui 29 donne e 101 uomini: l'età è più alta nelle donne, e va da 34 a 84 anni, mentre tra gli uomini si contano anche dei giovanissimi, si parte dai 18 anni fino ai 78".
"Il maggior numero dei giocatori patologici ha conseguito la licenza media, sono pochi i diplomati e pochissimi i laureati; in massima parte si tratta di lavoratori dipendenti o con lavoro autonomo, in percentuale minore disoccupati o lavoratori saltuari". Il report mette in luce come aumenta, parallelamente, anche il numero di persone che hanno commesso reati legati al gioco.
Se da un lato c'è dunque l'assistenza a chi ha chiesto aiuto, perché finito in una situazione ormai non più controllabile (e in questo le famiglie assumono spesso un ruolo decisivo, per fermare il giocatore patologico), dall'altro c'è il grande lavoro sulla prevenzione. Perché fin dalle scuole si cerca di insegnare il valore del gioco, e il disvalore di quello d'azzardo.
"Da alcuni mesi – ha spiegato Giovanni Rossi – è stato creato un gruppo di lavoro composto dall'assessorato al sociale di Montevarchi, il Sert zona Valdarno, l'Associazione Libera, la Misericordia con l'ufficio antiusura, la Comunità Nuovi Orizzonti di Montevarchi, alcuni gruppi giovanili e le associazioni di categoria, insieme alle forze dell'ordine: Carabineri e Finanza. Un gruppo che si riunisce costantemente, una volta al mese".
Nei mesi sono state diverse le iniziative messe in campo per sensibilizzare gli operatori e fare opera di prevenzione nelle scuole e nei gruppi giovanili. "Fra i tanti progetti – ha concluso Rossi – mi preme sottolineare per la grande partecipazione il progetto "Qui si gioca ma non d'azzardo", di prevenzione alle ludopatire, con la proposta di giochi alternativi".