Pubblicati i dati relativi al gioco d’azzardo in Valdarno: crescita di 1,1 milioni di euro con maglia nera ai comuni di San Giovanni e Montevarchi. “Necessità di porre un freno al disagio sociale tramite la sensibilizzazione e individuare un sistema di regole chiaro” auspica la sindaca Simona Neri, responsabile del tavolo Anci per le ludopatie
Sfiora quasi 108 milioni di euro la raccolta gioco totale sul Valdarno dell'anno 2017, un aumento di 1,1 milioni di euro rispetto al 2016, con i comuni di San Giovanni e Montevarchi che superano la media valdarnese attestata intorno ai 1130 euro a persona. Cifre, queste, fornite da AAMS, Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Dato significativo è la quota relativa alle sole slot machines: in Valdarno la spesa in slot ammonta a 58 milioni, ovvero più della metà del totale complessivo della raccolta del gioco d'azzardo in tutte le sue forme (lotteria, gioco online, scommesse…).
A darne diffusione è stata Simona Neri, sindaco del comune di Laterina Pergine e responsabile del tavolo contro le ludopatie di Anci Toscana. "Inutile negare che i dati sono sempre più preoccupanti – commenta Neri – è un mercato in crescita dove, riferendoci al Valdarno Aretino, i comuni del fondovalle sono in testa alla classifica con la spesa procapite più alta, in particolare San Giovanni e Montevarchi".
Tra i comuni del Valdarno, infatti, San Giovanni e Montevarchi superano, come già detto, la media valdarnese con una spesa procapite rispettivamente di 1945 e 1465 euro; segue Terranuova Bracciolini con 1104 euro, mentre sono ultimi, coi numeri più bassi Loro Ciuffenna 473 euro e Cavriglia 293 euro.
"Per il futuro l'obbiettivo è duplice – continua Neri – individuare una serie di azioni con cui gli enti locali possano contrastare lo sviluppo della dipendenza e sensibilizzare al gioco sano, ma anche collaborare ad una stesura di regole quadro nazionali che consentano di gestire il comparto del gioco lecito. Già nel 2017 abbiamo distribuito una bozza tipo di regolamento sul gioco lecito: lo riteniamo un primo importantissimo segnale partito dalla sensibilità di molti amministratori locali, a cui hanno aderito tanti comuni toscani compresi quelli del Valdarno; oltretutto, molti comuni hanno avviato percorsi di collaborazione e sensibilizzazione sul tema all'interno delle scuole e con il terzo settore."
"Inoltre, Regione Toscana sta attuando politiche di comunicazione mirate ad informare sui rischi connessi all'azzardo, per esempio, recentemente, è stato approvato il logo No Slot regionale da affiggere presso quei locali pubblici che decidono di dismettere gli apparecchi da gioco o non ne hanno mai fatto uso. La sfida, comunque, è anche una sfida culturale, ed occorre, quindi, lavorare sui giovani per stimolare l'interesse alla socialità e all'aggregazione, scongiurando gli atteggiamenti propri della ludopatia quali isolamento e alienazione dalla società" conclude Neri.