L’ex capogruppo consiliare dell’opposizione a San Giovanni torna sul tema dell’ampliamento della discarica
Francesco Carbini, ex capogruppo consiliare dell'opposizione a San Giovanni, torna sul tema dell'ampliamento della discarica.
"Diciamolo francamente: ha fatto bene la nuova società “ Valdarno Ambiente “ a richiedere l’ampliamento della discarica di Podere Rota. No, non sono impazzito. La mia è naturalmente una amara provocazione e la constatazione che un intero territorio come il Valdarno Aretino non sia rappresentato, per la prima volta dalla sua istituzione, in Regione Toscana. Iniziamo a pensare al giorno in cui lo ha annunciato a mezzo conferenza stampa: lo stesso dell’insediamento del nuovo Consiglio Regionale della Toscana. Quasi un messaggio di avvertimento: occhio che andate subito in emergenza rifiuti. E poi sfrontati, direi indecenti, in piena pandemia, sapendo molto bene che nessuno sarà in grado di scendere in piazza per protestare; solo comunicati stampa che per quanto duri lasciano il tempo che trovano".
"Mi tornano in mente quelle brevi note che scrissi a fine agosto dopo che l’allora candidato (e ora Presidente della Giunta Regionale) Eugenio Giani mi offrì una candidatura al Consiglio Regionale nella sua lista civica: fra le condizioni che posi per accettare, la più importante era la chiusura di podere Rota nel 2021 e un ristoro economico per il “post mortem“ alla comunità sangiovannese, per anni duramente danneggiata dalla presenza della discarica. Mi fu risposto che non era possibile, che non si poteva andare contro al Sindaco di Terranuova Bracciolini. Fui oggetto di un attacco frontale con tanto di comunicato ufficiale da parte della segreteria del Pd sangiovannese, con i tanti ascari e fake al seguito sui social. Chissà, forse sapevano già tutto di quel che si preparava fra le terre nuove di Poggio Bracciolini e i palazzi della Regione".
"Fiero ed orgoglioso di non aver accettato: San Giovanni non si baratta con un seggio regionale. Mi auguro adesso che tutta la Città sappia reagire ad un affronto che sa di ulteriore punizione per un territorio che ha già pagato oltre il consentito. Ricordo bene quando, assieme ad altre 2000 persone ed al Comitato Vittime Podere Rota, scendemmo in Piazza per chiedere la chiusura entro il 2021. Non ho mai smesso di lottare un solo giorno per quell’obiettivo comune e sono pronto a continuare. Tutti insieme abbiamo il dovere di farlo fino alla fine. Io ci sarò, con tutte le mie forze, e sono certo che non sarò solo".