Nel mese di giugno Csai, Centro servizi ambiente di Terranuova che gestisce la discarica di Podere Rota, presentò denuncia alla DDA di Firenze segnalando la presenza di cromo esavalente in un piezometro nei terreni di riporto dei lavori stradali sulla SP7 di Piantravigne. Fu subito chiaro che non vi fosse alcun legame con la discarica. Nei giorni scorsi i carabinieri del Noe si sono recati in zona per prelevare materiale da fare analizzare dopo l’apertura di un fascicolo da parte della Procura distrettuale antimafia di Firenze. Oggi i militari hanno effettuato un nuovo sopralluogo insieme ai tecnici di Arpat.
Csai sottolineò: “Le verifiche effettuate hanno confermato l’assenza di correlazione tra la presenza dei suddetti contaminanti nel piezometro N2s e il percolato di discarica, escludendo dunque che i superamenti dei due metalli possano in alcun modo derivare dalle attività di gestione dell’impianto. In particolare la Relazione tecnica della società di consulenza incaricata di svolgere attività di indagine integrativa evidenziava che i test ‘mostrano una diretta correlazione con la qualità dei materiali utilizzati per la realizzazione delle recenti opere stradali per cui si ritiene che l’evento riscontrato sia ascrivibile a fattori esterni, in particolare alle attività di realizzazione della nuova viabilità provinciale e non riconducibili in alcun modo alla discarica’ ”.
La presenza di cromo, tipico dei fanghi di conceria, ha fatto invece ipotizzare un legame con l’inchiesta Keu e l’impianto LeRose. La strada, infatti, è stata realizzata con inerti provenienti dalla struttura di Levane. I vertici dell’impianto sono stati di nuovo iscritti nel registro degli indagati in questo secondo filone dell’inchiesta. Il materiale di nuovo prelevato sarà esaminato per capire se ci sono elementi riconducibili alle concerie.