26, Aprile, 2024

Chiusura Podere Rota, 33mila tonnellate di rifiuti in tre strutture diverse tra Grosseto e Siena

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Lo scorso 12 settembre la discarica di Podere Rota ha esaurito le volumetrie, chiudendo così la possibilità dei conferimenti, ed ha avviato l’iter che porterà alla bonifica del sito. Ma dove andranno a finire i rifiuti del Valdarno? La risposta si trova nella delibera del 9 dicembre 2021 di ATO rifiuti Toscana sud che riporta la “Programmazione per l’esercizio 2022 dei Conferimenti di Rifiuti indifferenziati ed Organici agli Impianti convenzionati con l’Autorità”. Al centro della delibera la relazione tecnica del direttore generale Paolo Diprima.

In attesa, dunque, dell’entrata a regime del potenziamento del termovalorizzatore di San
Zeno, che renderà l’intera provincia aretina autonoma in fatto di rifiuti con una capacità annua di 45.600 tonnellate, 33 mila tonnellate di rifiuti non più conferite a Podere Rota vengono suddivise in impianti extra-provinciali convenzionati con ATO Sud: 18 mila tonnellate nella discarica di Cannicci, nel comune di Civitella Paganico (Grosseto),  4 mila tonnellate nella discarica di Poggio alla Billa, nel comune di Abbadia San Salvatore (Siena), e 11 mila tonnellate al termovalorizzatore di Foci, nel comune di Poggibon si (Siena).

“Resta infine un flusso di 2 mila tonnellate di FOS prodotta dai due Selettori che si prevede di inviare alla discarica di Scapigliato a recupero, purché rispettino i valori dell’indice respirometrico richiesti per l’avvio a recupero che inoltre, diversamente dallo smaltimento, non è assoggettato agli accordi interambito”.

“Il sistema impiantistico della provincia di Arezzo tornerà ad essere autosufficiente solo con l’entrata a regime del potenziamento dell’impianto di termovalorizzazione di San Zeno, intervento di primario interesse pubblico per chiudere il ciclo dei rifiuti della provincia di Arezzo”.

Sul fronte delle tariffe, invece, poco è dato sapere al momento. Di sicuro “Il venir meno dei flussi provenienti da ATO Centro, ( secondo l’accordo Interambito tra le tre ATO Toscane), oltre alla prospettiva di una progressiva riduzione della produzione di rifiuti indifferenziati, rende quindi ampiamente sovradimensionata la capacità di trattamento dei due selettori aretini, il cui costo verrà ora a gravare pressoché interamente sui Comuni aretini non essendo più in parte coperto da altri territori”.

 

 

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