Il consigliere pentastellato Roberto Grandis commenta la vicenda del Castello, che dopo la vendita all’asta è finito al centro di una diatriba giudiziaria. “Gli interessi privati potrebbero essere un ostacolo alla pubblica fruibilità, solo il Governo può fermare tutto questo, esercitando il diritto di prelazione”
"Facciamo appello al Ministero dei Beni culturali: per Sammezzano, è l'unico ente in grado di dare sicurezza sulla fruibilità e sul recupero dell'intera proprietà". A dirlo, chiedendo quindi ancora al Governo di esercitare la prelazione sulla vendita dell'intera tenuta sulle colline di Leccio, è il consigliere pentastellato di Reggello, Roberto Grandis.
"Sulla questione del Castello ho già discusso in Consiglio comunale una mozione – ricorda Grandis – perché la giunta chiedesse al Governo di applicare il diritto di prelazione. Ora quella proposta, ferma in terza commissione, è al centro di un lavoro con le altre forze politiche per presentare un documento unitario di tutto il consiglio". La linea del M5S, spiega ancora il consigliere, punta non solo al mantenimento della fruizione pubblica, come già richiesto anche dal movimento Save Sammezzano, ma anche a farlo diventare un punto di eccellenza con l'intervento pubblico, in grado di creare indotto e posti di lavoro.
"In questi 20 anni – sottolinea il consigliere pentastellato – la proprietà privata non è riuscita a mantenere il decoro e la sicurezza dei beni del castello. Per fortuna ha dato la possibilità di visitarlo, anche se in rare occasioni, attraverso l'associazione FPXA che è riuscita, con le donazioni dei partecipanti alle visite, a raccogliere i fondi necessari per ristrutturare la cappella della famiglia Panciatichi, a Sociana. Questa diatriba giudiziaria, però, oggi fa una brutta pubblicità al castello e mostra come ci sia interesse di business da parte di società private". Società che, sottolinea Grandis, "si sono presentate una in modo cristallino avanzando un offerta, mentre l'altra acquistando i debiti e presentandosi all'asta come nuova proprietà, anche se sempre dentro le norme di legge".
Mentre dunque l'intera vicenda è finita in tribunale, Roberto Grandis ribadisce: "Entrambe le società, nei progetti, dichiarano l'intento di renderlo fruibile: ma è un impegno sulla carta, mentre resta possibile per i futuri proprietari vincolare anche a due o tre giorni l'anno la possibilità di visita. Solo una buona progettazione del recupero del parco e del castello senza ulteriore cementificazione, sostenuta dal Ministero, potrebbe invece portare alla creazione di un polo Culturale con zone adibite ad accoglienza turistica e scolstica nelle varie coloniche all'interno del parco, con visite guidate ed eventi estivi ed invernali".
"L' Italia – conclude il cosnigliere del M5S di Reggello – è un museo a cielo aperto e dobbiamo puntare all'incremento del numero di turisti che visitano il nostro paese, per far ripartire un'economia agricola e ricettiva del territorio reggellese: ne guadagnerebbero tutti i settori. Certo, resta sempre un problema mettere d'accordo la politica con gli interessi della realtà giornaliera i cui versano i comuni e cittadini, ma con la cultura si mangia e si può far mangiare tante famiglie di cittadini che con la crisi economica sono rimasti disoccupati e far lavorare le aziende della zona".