Giornata cruciale quella di venerdì 21 settembre per la Bekaert di Figline: si riunisce al Ministero il tavolo in cui si cercherà di trovare una via di uscita alla situazione dei 318 lavoratori. La posizione della Fim Cisl nazionale espressa dopo la riunione del collettivo
Ore cruciali per la Bekaert di Figline, con i 318 dipendenti che aspettano di capire cosa emergerà dal tavolo al Ministero per lo Sviluppo Economico in programma venerdì 21 settembre, con il conto alla rovescia che prosegue. A Roma ci saranno anche i lavoratori, che hanno proclamato sciopero e raggiungeranno la sede del Mise con i pullman.
A Firenze, in preparazione di questo tavolo, si è riunito il collettivo FIM-CISL della Bekaert alla presenza del segretario nazionale FIM-CISL Ferdinando Uliano, del segretario regionale FIM-CISL Alessandro Beccastrini e al segretario UST Cisl Firenze Fabio Franchi. “Domani è un appuntamento importante per la vertenza Bekaert – ha ribadito con forza Ferdinando Uliano – ci sono di mezzo 318 lavoratori che rischiano di essere licenziati il 4 di ottobre senza alcuna prospettiva".
"L’obiettivo di reindustrializzazione del sito di Figline e la salvaguardia occupazionale dei lavoratori è l’obiettivo che come Fim-Fiom-Uilm ci siamo posti con la firma del verbale in sede regionale del 7 agosto 2018, che ha scongiurato i licenziamenti il mese scorso. Ormai è chiaro ed evidente a tutti che Bekaert ha deciso la chiusura del sito produttivo e che Pirelli, nonostante le manifestazioni e le pressioni nostre e quelle ministeriali, si è completamente disimpegnata".
Ora l'obiettivo è di guadagnare tempo prezioso: "Dobbiamo evitare di dare il pretesto a Bekaert di procedere tra 10 giorni ai licenziamenti senza un confronto e una trattativa con il sindacato. Se Bekaert dovesse procedere ai licenziamenti non sarà possibile nemmeno utilizzare la cassa integrazione per cessazione di attività, che la lotta dei lavoratori Bekaert è riuscita ad ottenere come impegno da parte del Governo. Abbiamo condannato la decisione di Bekaert di chiudere l’attività, è una decisione che non condivideremo mai, ma è inaccettabile il comportamento di chiusura di Bekaert, è necessario costringere la multinazionale Belga alle sue responsabilità verso i lavoratori e il territorio".
"La multinazionale Belga – chiude il segretario Uliano – deve assumersi tutte le responsabilità economiche e sociali e metterle sul tavolo per dare continuità e prospettive industriale e occupazionale al sito di Figline, anche mantenendo parte dell’attività attuali. Il fattore tempo nel processo di reindustrializzazione non è indifferente, quindi allungare l’attività lavorativa ed utilizzare gli ammortizzatori che il governo dovrà garantirci nell’incontro di domani sono indispensabili".