06, Ottobre, 2024

Bekaert, Calosi (Fiom Cgil): “Disponibili a firmare intese per la reindustralizzazione”, Beccastrini (Fim Cisl): “Siamo arrabbiatissimi”

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Richiesta unanime allazienda di non procedere ai licenziamenti il 4 maggio. Bekaert si riservata di valutare e rispondere nei prossimi giorni. Interviene anche la Uilm

Tutto aggiornato. Dal tavolo al Mise oggi un niente di fatto ma unanime è stata la richiesta all’azienda di non procedere ai licenziamenti il 4 maggio. Bekaert si è riservata di valutare e rispondere nei prossimi tre giorni.

"Il tavolo sulla vertenza Bekaert è stato aggiornato al 4 maggio – sottolinea Fiom Cgil – ultimo giorno utile di cassa integrazione per i 120 dipendenti. Alla riunione di oggi in videoconferenza, a cui ha partecipato per il Mise la vice-ministra Alessandra Todde, tutti hanno chiesto all'azienda di non procedere ai licenziamenti il 4 maggio, ma di utilizzare le ulteriori settimane di cassa integrazione per Covid-19 per arrivare alla concretizzazione di un piano che leghi il Valdarno a Piombino. L'azienda si è presa tre giorni per valutare la risposta".

Daniele Calosi, Fiom Cgil Firenze: “Come Fiom Cgil rivendichiamo con orgoglio la correttezza di non aver siglato l'accordo sui licenziamenti del 24 febbraio scorso perché, come riportato dal Governo, l'utilizzo degli ammortizzatori sociali, come la cassa per Covid-19, non è mai legato ai licenziamenti. Noi siamo disponibili a firmare intese che prevedano strumenti utili alla reindustralizzazione del sito e al passaggio diretto, senza licenziamenti, dei lavoratori ancora in cassa integrazione. In caso contrario il soggetto che arriverà potrà scegliere se e chi assumere. E questo è inaccettabile. Al netto delle scelte di carattere politico istituzionale, la responsabilità principale in questa vicenda è dell'azienda che ha utilizzato ammortizzatori senza aver mai presentato, in 34 mesi, alcun piano di rilancio".

"Ricordiamo che l'unico piano presentato al Governo, alle istituzioni locali e all'azienda che prevedeva il riassorbimento di tutti i lavoratori e la continuità della attività produttiva, è stato quello di Legacoop Toscana per conto della Cooperativa di lavoratori. Progetto che non è mai stato preso in considerazione dal tavolo nazionale e che ha portato allo scioglimento della Steelcoop Valdarno. Se a quasi tre anni dall'inizio della vertenza stiamo ancora cercando una soluzione, lo dobbiamo solo alla determinazione dei lavoratori, della Fiom e della Cgil, che hanno avuto da sempre chiaro che l'unico obiettivo da perseguire era la rinascita di quel sito e il lavoro per tutti. A questi lavoratori, che si ritrovano alla vigilia del 1°maggio senza alcuna prospettiva occupazionale, oltre al rispetto dovremmo dedicare un monumento”.

Silvia Spera della Cgil nazionale: “Nel progetto industriale complessivo di Piombino si apre la possibilità di dare un futuro industriale nella filiera dell'acciaio all'azienda Bekaert.
Questa opportunità va colta, lo si deve ai lavoratori coinvolti e a tutto il territorio.
La multinazionale con un atto di responsabilità favorisca l' operazione di reindustrializzazione utilizzando tutti gli strumenti, in modo che possa esserci in continuità un progetto industriale che dia futuro.”. Elena Aiazzi della CGIL Firenze: “Per il bene e il futuro dei lavoratori, dell'occupazione e del territorio è indispensabile che l'azienda e le Istituzioni con un atto di responsabilità individuino gli strumenti opportuni ad una risoluzione positiva della vertenza.”

“Siamo arrabbiatissimi – commenta Alessandro Baccestrini, segretario della Fim-Cisl Toscana – Ci rivedremo martedì 4 Maggio, ultimo giorno utile di cassa integrazione per i 120 dipendenti Bekaert rimasti, che sperano in un prolungamento per dare concretezza alla reindustrializzazione. Un altro rinvio, una sofferenza micidiale, tra ansia e preoccupazioni, che questi lavoratori e le loro famiglie davvero non meritano.”

“Siamo arrabbiatissimi, perché da quando l’azienda ha aperto la procedure di licenziamento, nel novembre 2020, le organizzazioni sindacali sono state lasciate solo a trovare le possibili soluzioni su tempi e modi della reindustrializzazione. Finalmente oggi si è riunito un tavolo di peso, con la presenza del viceministro Todde, cosa che finora era stata impossibile. Finalmente si è fatto chiarezza sui tempi della reindustrializzazione, che però sono medio lunghi; e questa non è una buona notizia. C’è comunque la possibilità, per facilitare questo percorso, di prolungare la cassa fino al 24 Giugno, ma l’azienda si è presa tre giorni per valutare la risposta. Così dovremo rivederci martedì, a un’ora ancora da definire. L’ultimo giorno di ammortizzatori sociali. E’ terribilmente ingiusto per i lavoratori. Ed è mortificante anche per noi che da tre anni stiamo lottando con le unghie e con i denti per salvare questo presidio produttivo.”

E dopo il tavolo interviene anche la Uilm Uil: "Il viceministro Todde ha chiesto e motivato la richiesta di proroga della cassa integrazione affinché il Ministero potesse, con una costante e fitta interlocuzione e con la Bekaert, mettere le basi per il piano di reindustrializzazione del sito ex Pirelli di Figline, sulla base di specifiche intese di massima legate alla ricostituzione di un polo dell'acciaio in Toscana, legata ovviamente all'evoluzione della questione Piombino. Come Uilm abbiamo apprezzato e condiviso sia la richiesta che l'impostazione del MiSE. Gli avvocati di Bekaert si sono presi qualche ora per parlare con i vertici della multinazionale e poi ricontattare il MiSE per una risposta a quanto richiesto… e di conseguenza ci aggiorneremo con il Ministero". 

 

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