28, Marzo, 2024

Banca Etruria, Lorenzo Rosi e la famiglia Renzi: il business degli outlet finito al centro delle cronache per quel legame tutto valdarnese

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Cosa collega Lorenzo Rosi, ex presidente della Castelnuovese e poi di Banca Etruria, prima del commissariamento, a Tiziano Renzi, padre del Presidente del Consiglio? E’ la questione che tiene banco in questi giorni sulla stampa nazionale. La ricostruzione dei collegamenti fra società che lavorano insieme nel business degli outlet, e che hanno le radici in Valdarno

C’è un legame di cui in questi giorni si sta occupando tutta la stampa nazionale, e che ha i piedi piantati in Valdarno. È quello fra la famiglia Renzi, in particolare il padre Tiziano, rignanese, e il gruppo di imprese e società che fanno capo a Lorenzo Rosi, altro valdarnese di San Giovanni, ex presidente (fino al commissariamento) di Banca Etruria, finita al centro delle cronache con l’ormai (tristemente, per obbligazionisti e azionisti) noto decreto “salva banche”.
 
Quel legame di cui molti oggi parlano affonda le sue radici in particolare nel business degli outlet, e nella miriade di società che vi sono nate intorno. Ne avevamo già parlato (in questo articolo) quando la holding francese Kering, proprietaria di The Mall a Leccio, aveva iniziato a saggiare il terreno per l’apertura di due nuovi outlet: uno in Liguria e uno in Puiglia. In quelle operazioni il consulente tecnico era Tiziano Renzi, padre del premier; e tra le società figurava la Egnazia Shopping Mall, società fondata nel febbraio 2015 con amministratore unico Lorenzo Rosi, ex presidente de La Castelnuovese e poi di Banca Etruria, fino all’11 febbraio e all’arrivo dei funzionari di Bankitalia che sciolsero l’intero CdA.
 
Non solo. In un articolo di Franco Bechis pubblicato su Libero si aprono anche altri scenari, in questo ‘groviglio’ di società in cui i nomi di Tiziano Renzi e Lorenzo Rosi finirebbero collegati. Mai direttamente, però: contestando infatti alcune dichiarazioni, fra cui quelle di Giovanni Donzelli, consigliere regionale di Fratelli d’Italia, l’avvocato di Tiziano Renzi, Federico Bagattini, in una nota “smentisce decisamente ogni dubbio e insinuazione strumentale volti ad accostare arbitrariamente il nome di Tiziano Renzi a Banca Etruria. Non esistono veicoli commerciali o finanziari nei quali Tiziano Renzi sia socio di Lorenzo Rosi. Tutte le illazioni sono quindi da decisamente respingere".
 
Renzi senior e Rosi non sono soci, questo è chiaro. Però figurano in società che, attraverso un passaggio indiretto, sono ricollegabili tra loro. “Rosi – scrive Bechis – che per altro era stato ripreso anche per i fidi concessi alla cooperativa di costruzioni La Castelnuovese, di cui era stato a lungo presidente e pure dipendente, una volta uscito dalla banca mica ha incrociato le braccia. Anzi. Entra ed esce da una girandola di società”. E il settore è sempre quello degli investimenti immobiliari, in particolare per la realizzazione di outlet. A partire proprio da quella Egnazia Shopping mall srl, di cui dal 4 luglio Rosi è amministratore unico.
 
La Egnazia ha nella compagine societaria per oltre un terzo due società con sede a Panama (la Torrado Holdings e la Tressel Overseas), di cui è impossibile conoscere qualunque dato. C’è poi Andrea Bacci, amico e collaboratore di Matteo Renzi, imprenditore di Rignano sull’Arno ed ex presidente della Rignanese (ancora Valdarno, dunque), proprietario (al 90%) della Coam, impresa costruttrice che ha realizzato, fra l’altro, la maggior parte degli ampliamenti recenti di The Mall a Leccio. Infine, spicca il nome della Syntagma Srl (di proprietà di Niccolai Ilaria al 50% e The Mills Srl al 50%) di cui Rosi è amministratore unico; e quello della Nikila Invest Srl (ancora di Niccolai Ilaria al 95% e Niccolai Armando al 5%): ed è questo il nodo fra Renzi e Rosi.
 
Perché la Nikila a novembre 2014 fonda con Tiziano Renzi la Party srl, società di consulenze immobiliari impegnata in progetti come quelli degli outlet. La Party Srl, il cui amministratore unico è Laura Bovoli, moglie di Tiziano e mamma di Matteo Renzi, è per il 40% della Nikila; per un altro 40% di Tiziano Renzi; e per il restante 20% della Creazioni Focardi, società unipersonale con sede a Figline, ancora in Valdarno.
 
Da queste società partono i progetti di Fasano in Puglia e Sanremo in Liguria, ed è qui che si concentra in questi giorni l’attenzione mediatica. Un’attività “che – scrive Libero – fa incrociare nel business lui (Tiziano Renzi, ndr), i Niccolai e l’ex gran capo di Banca Etruria. Renzi senior e Rosi hanno un socio in comune e lavorano sullo stesso progetto, ma non sono soci diretti, come ha voluto specificare il suo avvocato”. Tutte attività di business legali, su cui non pesa nessuna contestazione di reato. “Però – scrive ancora Franco Bechis – è il secondo incrocio (dopo quello della vicepresidenza di Banca Etruria a Pier Luigi Boschi, padre del ministro Maria Elena Boschi, ndr) fra la storia finale dell’Etruria e quelle delle famiglie di chi tiene le redini di governo”.

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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