San Giovanni Valdarno, Bucine, Castelfranco Piandiscò, Cavriglia, Laterina Pergine Valdarno, Loro Ciuffenna e Montevarchi fanno fronte comune per ostacolare il progetto ed hanno già pronte le osservazioni da presentare in vista dell’audizione preliminare dell’Inchiesta pubblica. Lanciato un appello alla Regione Toscana e al Comune di Terranuova Bracciolini
'No' all'ampliamento della discarica di Podere Rota: i sindaci di San Giovanni Valdarno, Bucine, Castelfranco Piandiscò, Cavriglia, Laterina Pergine Valdarno, Loro Ciuffenna e Montevarchi, in rappresentanza di circa 80mila cittadini, fanno fronte comune contro il progetto di Csai e chiedono la chiusura entro il 2021. Le motivazioni sono di ordine ambientale, sanitario e urbanistico così come le osservazioni che ognuno di loro ha trasmesso nei giorni scorsi alla Regione Toscana in seguito dell’avvio del Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale (PAUR) relativo al progetto di CSAI di “adeguamento volumetrico della discarica per rifiuti non pericolosi di Casa Rota” ed in vista dell'audizione preliminare indetta sulla scia dell'inchiesta pubblica richiesta dal sindaco Valentina Vadi.
Erano presenti alla congerenza stampa: Valentina Vadi, sindaco di San Giovanni Valdarno, Nicola Benini sindaco di Bucine, Enzo Cacioli sindaco di Castelfranco Piandiscò, Nicoletta Cellai vice sindaco di Loro Ciuffenna, Silvia Chiassai Martini sindaco di Montevarchi, Leonardo Degl'Innocenti o Sanni sindaco di Cavriglia, Simona Neri sindaco di Laterina Pergine Valdarno. Insieme hanno lanciato un appello alla Regione Toscana ed al Comune di Terranuova.
“Il Valdarno aretino, che noi sette sindaci rappresentiamo in maniera quasi completa, è fermamente contrario al progetto di ampliamento della discarica di Podere Rota. Vogliamo che dopo oltre trent’anni di attività questo sito di conferimento dei rifiuti, come era negli accordi del 2013, venga finalmente chiuso e possano cominciare le operazioni di bonifica del terreno – hanno dichiarato in coro i sette primi cittadini – . La discarica di Podere Rota, nata alla fine degli anni Ottanta per servire il Valdarno, è diventata, con il passare del tempo, un sito che serve non soltanto la provincia di Arezzo e l’Ato Sud, ma un sito interambito, con una quantità importante di rifiuti provenienti, ogni giorno, dalla zona fiorentina. Riteniamo che aver assolto a questo compito di supporto della cintura metropolitana per tanti anni, significhi aver fatto la propria parte con senso di responsabilità e di solidarietà, e che adesso non sia più rinviabile la chiusura. Non si può pensare che siano sempre gli stessi territori e gli stessi cittadini, per decenni, a subire il medesimo impatto dovuto alla presenza di un impianto di smaltimento dei rifiuti".
"Se esiste una ‘democrazia’ nella distribuzione del disagio e dell’impatto ambientale, è arrivato sicuramente il momento in cui la Regione Toscana senta il dovere e la responsabilità di trovare altri luoghi ed altri territori da destinare a questa funzione e consenta al Valdarno di autodeterminare il proprio sviluppo. Noi vogliamo un futuro di sostenibilità ambientale per il nostro territorio, vogliamo investire nel turismo d’arte e nel turismo paesaggistico e non possiamo pensare che il Valdarno debba essere destinato, chissà per quante decine di anni ancora, ad accogliere i rifiuti speciali non pericolosi provenienti dalla Toscana e da tutta Italia”.
Csai, la società che gestisce la discarica di Podere Rota, il 19 ottobre 2020, ha richiesto alla Regione Toscana l’autorizzazione ad ampliare il sito destinandolo a discarica per rifiuti speciali non pericolosi. "Il progetto prevede un allargamento dei volumi attuali pari a 800 mila metri cubi che porterebbe ad intensificare il flusso dei rifiuti, provenienti da tutta la Regione e da tutto il territorio nazionale. Dunque, con il nuovo ampliamento – spiegano ancora i sindaci – il sito non avrà più una finalità pubblica, ma una finalità privata che, nei termini in cui è posta, potrebbe continuare all’infinito, richiedendo un nuovo ampliamento alla fine dei sei anni previsti da questo progetto (2022-2027)”.
Il 21 gennaio la Regione Toscana – Settore Valutazione impatto ambientale, Valutazione ambientale strategica, Opere pubbliche di interesse regionale – ha dato avvio al Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale (PAUR) "nonostante la vicenda relativa alla potenziale contaminazione del sito, messa in evidenza dalla relazione di Arpat Arezzo nel settembre 2020, non fosse ancora stata chiarita".
“Vorremo capire le ragioni per cui si cerca ancora, dopo così tanto tempo, di continuare a battere la stessa strada, considerando che la normativa europea, la legislazione italiana e anche il PRB 2014-2020 della Regione Toscana chiaramente vietino l’apertura di nuove discariche o l’ampliamento di discariche già esistenti – continuano i sette sindaci – Non è neppure legittimo e giustificato che la Regione derubrichi questo ampliamento a mera procedura amministrativa perché si tratta di rifiuti speciali e non urbani: non è comprensibile che, nella pianificazione regionale per gli urbani non si consenta di ampliare o realizzare nuove discariche, mentre per gli speciali questo sia consentito e autorizzato. Tra l’altro se la richiesta di ampliamento riguarda i rifiuti speciali, non si comprende neppure il motivo per il quale il gestore CSAI dichiari che il nuovo progetto sia necessario per l’esaurimento imminente dei volumi disponibili della discarica, facendo intendere che senza altri impianti disponibili sul territorio si rischi di far precipitare il Valdarno in una condizione di emergenza rifiuti”.
Le osservazioni, che ogni Comune ha trasmesso autonomamente, riguardano valutazioni di carattere ambientale (in riferimento anche alla potenziale contaminazione messa in luce dalla relazione di Arpat), sanitario (dato che non esistono studi sulle conseguenze della discarica per la salute dei cittadini del Valdarno) e urbanistici. "Non mancano poi le osservazioni di carattere politico e l’invito alla coerenza con il piano regionale di gestione dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati".
I sindaci poi hanno lanciato un appello alla Regione Toscana e al collega di Terranuova: “Facciamo un appello alla Regione Toscana perché ascolti e raccolga le istanze del Valdarno e, allo stesso tempo, facciamo un appello al Comune di Terranuova Bracciolini perché non conceda a CSAI le autorizzazioni necessarie al progetto di ampliamento dell’impianto di Podere Rota. Ciascuno di noi – dichiarano i primi cittadini – ha depositato le osservazioni e parteciperà all’inchiesta pubblica come soggetto di controparte rispetto a CSAI”.
L’audizione preliminare per l’inchiesta pubblica sull’ampliamento della discarica di Podere Rota si terrà il 25 febbraio. Oltre al proponente, agli estensori del progetto e dello studio di impatto ambientale, ai soggetti competenti in materia ambientale e ai soggetti che abbiano presentato osservazioni nell’ambito del procedimento autorizzativo, potranno partecipare tutti i cittadini che faranno richiesta 48 ore prima dell’audizione.
“La nostra posizione è chiara e netta: vogliamo scegliere quello che dovrà essere il futuro del nostro territorio ed è evidente che un nuovo ampliamento della discarica per rifiuti speciali non pericolosi a Podere Rota non è il futuro che il Valdarno vuole”, hanno concluso i sindaci che hanno fatto intendere di non avere l'intenzione di fermarsi.