I sette sindaci hanno ribadito con forza la propria contrariet all’ampliamento. M5S: “Evidenziata una situazione emergenziale che la Regione stenta a prendere in carico”. FdI: ” Basta seppellire rifiuti nella discarica di Podere Rota. Dopo laudizione dei sindaci la Regione non pu pi nascondersi
Sono stati ascoltati in Commissione ambiente della Regione Toscana i sette sindaci del Valdarno aretino su Podere Rota: ribadito con forza il 'no' all'ampliamento richiesto da Csai e per il quale si è appena conclusa l'inchiesta pubblica richiesta dall'Amministrazione comunale di San Giovanni. La Commissione si è detta disponibile ad approfondire le questioni di natura ambientale. Gli esiti degli ulteriori approfondimenti saranno riferiti in un prossimo incontro.
Intanto fioccano le reazioni a cominciare da quelle del Movimento 5 Stelle con Irene Galletti, Presidente del gruppo consiliare in Regione, e Silvia Noferi consigliera regionale.
"Sembravano una voce sola oggi i Sindaci di tutti i comuni del Valdarno che sono intervenuti nella seduta della Commissione Ambiente segnalando le criticità dell’ampliamento della discarica, soprattutto nell’esprimere preoccupazione per la relazione di ARPAT che ha denunciato con atti formali l’inquinamento della falda, ma anche arrabbiati per le mancate risposte (da ben otto mesi) della Giunta regionale alle ripetute segnalazioni. I Sindaci hanno usato parole forti ma proprio per questo temi chiarissimi e quanto mai attuali, come 'La politica non sia sempre a rimorchio dell’economia', che alla luce dei recenti avvenimenti sullo smaltimento dei fanghi delle concerie, dovrebbe far riflettere".
Galletti e Noferi continuano: "Chiedono controlli sanitari sui dati delle incidenze tumorali, chiedono che si fermi l’ampliamento ma anche si rispetti l’impegno preso nel 2014 di chiudere la discarica entro il 2021, dopo cinquant’anni in cui il Valdarno si è fatto carico, per senso di responsabilità, della mole di rifiuti provenienti da Firenze, sempre molto indietro nell’attuazione della raccolta differenziata. È stata perfino usata la parola 'vergogna' che, per le stanze ovattate e il linguaggio leggermente paludato delle commissioni regionali, fa scalpore. Eppure nessuno si era meravigliato o fatto domande, quando il 4 dicembre scorso l’assessore Monni in conferenza stampa si era compiaciuta dell’incremento del +4% della raccolta differenziata in Toscana, 'con punte del 98% nel comune di Lamporecchio' (7400 abitanti). Nemmeno una parola sui dati di Firenze che è la città con il più alto contributo in volume di rifiuti indifferenziati e di cui il Valdarno si è sempre accollato lo smaltimento".
"Per l’inerzia della Giunta passata, confermata dall’attuale, oggi siamo all’emergenza dell’emergenza e si lasciano i sindaci da soli a risolvere problemi di portata regionale senza che la Regione nemmeno li informi di cosa sta approntando, se qualcosa, come speriamo, starà facendo, al di là della (inconcludente) inchiesta pubblica appena terminata. In Commissione è stata anche sollevata la necessità di porre rimedio al fastidio delle sostanze odorigene che dalla discarica di Podere Rota ma anche da altre si riversano sui centri abitati, soprattutto quello di San Giovanni Valdarno, circondato da ben 4 discariche ma proprio ggi per la presidente della Commissione Ambiente ha dato notizia dello scadere, dopo 6 mesi dalla presentazione, della mozione del M5S che chiedeva l’emanazione di una legge regionale che stabilisse i limiti delle sostanze odorigene, dato che siamo fra le poche regioni che ancora non hanno normato questo settore così fastidioso. Questi sono i tempi della Regione Toscana, lenti come un pachiderma che tuttalpiù riesce a partorire un topolino".
Poi le reazioni dei consiglieri FdI Gabriele Veneri e Alessandro Capecchi, vicepresidente della commissione Ambiente: “Affermazioni decise e pesanti quelle dei sindaci che chiedono all'unisono e a gran voce il rispetto degli accordi e la chiusura della discarica entro il 2021 –sottolineano i consiglieri-. Consentire un ulteriore ampliamento della discarica di Podere Rota significherebbe rendere nulla la volontà dei territori e voler procedere in barba alle normative europee”.
“Il 4 febbraio come Fratelli d’Italia abbiamo presentato una mozione per impegnare la Regione a chiudere la discarica entro il 2021 –ricordano Veneri e Capecchi-, alla luce di quanto emerso dall'audizione odierna è chiaro che la nostra mozione debba essere messa in votazione quanto prima. La Regione deve procedere entro i termini previsti con la gestione post mortem e conseguente bonifica della discarica, oltre a dover stilare il nuovo piano regionale di gestione dei rifiuti di cui attendiamo l’illustrazione, una volta pronto, da parte dell’assessore all’Ambiente Monni”.
“La discarica va chiusa per le emissioni odorigene che emana, per la vicinanza con il Parco naturale delle Balze, per l'inquinamento delle falde acquifere e della zona circostante, per il rispetto delle impegnative come da contratto per l'esaurimento dei volumi. E' la prima volta che si registra una tale unità di intenti da parte di sindaci di Centrosinistra e Centrodestra, e cittadini. La Regione non può più nascondersi dietro scuse tecnico-amministrative –concludono gli esponenti FdI-. La politica ha la responsabilità di decidere: si facciano impianti tecnologicamente adeguati per lo smaltimento dei rifiuti e si chiudano le discariche. Non vanno deluse le aspettative di una popolazione, Valdarno e provincia di Arezzo meritano rispetto”.