19, Aprile, 2024

Ampliamento discarica, dopo la quinta sessione il Comitato “Vittime di Podere Rota” torna all’attacco

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Intanto la Regione ha accolto la richiesta di fare un’atra sessione la prossima settimana visto lo svolgimento, in ora tarda, della quinta

La quinta sessione dell'audizione generale dell'inchiesta pubblica sulla richiesta di amplimento della discarica di Podere Rota è terminata con la protesta da parte di coloro che sarebbero dovuti intervenire al termine delle controdeduzioni di Csai ma alle 22.00: la Regione ha accolto la richiesta unanime di organizzare un'altra sessione la prossima settimana. Intanto il Comitato "Vittime di Podere Rota" torna all'attacco.

"È di venerdi scorso l’ultima sessione dell' inchiesta pubblica al termine della quale abbiamo proposto e portato avanti una protesta collettiva perchè  si stava trasformando in quello che abbiamo sostenuto fin dall'inizio: una farsa della quale non volevamo più essere complici.
Abbiamo dovuto assistere, fino alle  22, senza certezza di poter intervenire e di un debito confronto,  ad una esposizione autocelebrativa del team di tecnici CSAI, i quali per ben 2 ore e mezzo ci hanno praticamente detto, per l'ennesima volta, sulla strada indicata dalla  nota relazione idrogeologica  del 2010 del  Professor Beretta, (artefice dell'ottenimento dell'ampliamento nel 2011) che tutto l'inquinamento delle falde è una condizione naturale della zona, che dal percolato non esce quasi niente, che il puzzo c'è ma per fortuna ci sono anche momenti in cui questi odori non si sentono, nelle ore pomeridiane, e che quindi, la situazione è procrastinabile e come dire, noi dobbiamo ringraziare per la concessione di qualche ora di aria pulita".

"E' del tutto evidente, a questo punto, che la battaglia è tra  il team messo in campo da CSAI, e l'agenzia regionale per la protezione del territorio ARPAT. E la Regione?  Sembra molto concentrata  sulle respondabilità della discarica. Sì perchè, da quanto abbiamo appreso in questi ultimi giorni, anche la politica "alta", l'assessore Monni in testa, sembra in trepida attesa di ulteriori chiarimenti. Vuole capire bene se c’è un pericolo di inquinamento riconducibile alla discarica. Dice infatti : 'era  cosa nota che c’è un problema di inquinamento,  ma non è ancora chiaro che sia riconducibile alla discarica'. L’assessore regionale all’ambiente Monni, dopo aver specificato che le sue competenze in merito all’ampliamento 'sono molto limitate' , ha candidamente detto che se verrà fuori che la responsabilità sull’inquinamento  è della discarica si deve bloccare l'ampliamento' ".

"Ma se così non fosse?  E cioè se i cattivi sono i vari nonni e bisnonni che negli ultimi, (chissà quanti)  anni hanno versato di tutto, proprio intorno alla discarica, la Regione Toscsna non può che prenderne atto e con sommo rammarico dare il via all'ennesimo ampliamento, tanto, visto che i nostri nonni hanno inquinato,  possiamo continuare ad inquinare ancora? Capiamo benissimo quali siano 'le  competenze limitate' del nostro ’assessore all’ambiente regionale. Come dire: meglio sporcare dove è già sporco che sporcare dove è pulito, avessero mai a pensare di fare una discarica con vista sul duomo di Firenze. Cari signori, noi cittadini ci saremmo anche stancati di sentire da una parte una agenzia a tutela il territorio che indica senza mezzi termini la responsabilità a carico della  discarica, menzionando anche sostanze cancerogene che non ci fanno stare per niente tranquilli,  dall’altra la Regione che non interviene con la diffida che ARPAT chiede e CSAI impegnata a rinnegare tutto, anzi dicendo che i controlli sono stati fatti proprio con Arpat".  

Il Comitato continua: "Il 'dream team' di tecnici CSAI si riferisce ancora al 2008 e alla situazione  di oltre 10 anni fa  quando fu concesso l’ampliamento con la stessa situazione in atto, forse qualche decennio fa la situazione era meno chiara di adesso e gli enti  più accondiscendente con i gestori della discarica? Il dubbio è legittimo. Noi abbiamo chiesto  formalmente che in questa inchiesta pubblica si tenga conto  dell'ultimo parere che  ARPAT  il 15 aprile 2021 ha fornito alla regione Toscana ed  inviato anche a Provincia, Comune di Terranuova, Prefetto e ASL, chiedendone la messa agli atti e la presentazione in una prossima sessione. E soprattutto chiediamo che tutti i nostri politici locali, come molti hanno già fatto in queste audizioni, chiamino in causa il presidente Giani e l'assessore Monni perché questa non è  la richiesta di autorizzazione una bocciofila ma, alla luce delle evidenze e di quanto sta accadendo intorno al mondo dei rifiuti, c’è in ballo la salute  e la giustizia del nostro territorio".

 

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