La Fantoccia è un dolce tipico del Valdarno: ebbe origine nel mondo contadino di molti anni fa, quando, però, con le scarse possibilità economiche, la sua ricetta era molto più povera. Le massaie impastavano, modellavano e cuocevano grandi fantocce per i bambini con stampi che potevano soddisfarli. Ancora oggi si conserva questa tradizione, nonostante la ricetta si sia evoluta in un amalgama più ricco di ingredienti come testimonia nei loro laboratori la pasticceria Bonci.
Nonostante l’occasione della festività infatti, la fantoccia veniva ricavata con la pasta del pane e farcita con decori di fortuna: frutta secca e confetti. Solo dopo è arrivata la decorazione, prima con i cioccolatini totalmente ricoperti dalla carta d’involucro, poi con dolciumi direttamente commestibili. L’impasto a cui viene fatto riferimento nella maggior parte dei casi, è quello della fasta frolla, a suo tempo arricchito ed ulteriormente addolcito. La tradizione del Valdarno vuole che la mattina della Befana tutti i bambini ricevano un ‘biscottone’ fatto a forma di bambola o cavallino. Quando le famiglie non potevano permettersi di acquistare regali per i figli il 6 gennaio aspettavano insieme a loro l’arrivo della Befana con un dolce realizzato con i pochi ingredienti a disposizione: uova, farina, latte, burro o olio, zucchero e limone.
Ogni anno nei laboratori della Pasticceria Bonci di Montevarchi, vengono sfornate centinaia di Fantocce, nel solco della ricetta tradizionale, con pasta frolla lavorata a mano. Quella della pasticceria Bonci è una lavorazione ancora tradizionale e durante la creazione delle ultime fantocce, hanno illustrato il loro metodo:” La fantoccia è un tipico prodotto della tradizione e noi la facciamo da molti anni. Ormai, non è più come quando si recuperava addirittura dalla pasta del pane, veniva arricchita col l’uovo e quel che c’era in casa: cioccolatini, confetti o qualcosa che arricchiva. Oggi sono più colorate e decorate, più divertenti da fare e da vedere. La nostra fantoccia ha più burro e meno zucchero e si presta al classico “Inzuppo” nel latte.”