23, Aprile, 2024

Progetto Koinè e Banca dei semi della Toscana: piantare antichi semi in nome della biodiversità

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Nel territorio del Valdarno superiore si torna a coltivare prodotti  agricoli “antichi” grazie alla collaborazione fra la Banca del germoplasma della Regione toscana e la Cooperativa sociale del Progetto Koiné. I “pirati di Ramanella” coltivano in nome della biodiversità e sostenibilità ambientale.

La Banca regionale del germoplasma della Toscana si occupa di garantire la tutela, mediante delle coltivazioni, di risorse genetiche originarie di un determinato luogo. Si tratta, appunto, di un sistema di banche dei semi che attraverso delle cooperazioni salvaguarda e tutela il materiale generico che conserva. Da questo impegno nasce la collaborazione con il Progetto Koiné per la sostenibilità sociale del Distretto Superiore del Valdarno. Nella fattoria “Ramanella”, comune di Laterina Pergine, “i pirati di Ramanella”, coltivano dei prodotti agricoli che non si trovano più facilmente, come: il pomodoro rosso di Pitigliano, il costoluto fiorentino, la zucchina tonda fiorentina, l’anguria gigante della Valdichiana ed altri. Ben presto, l’operazione di coltura si è spinta anche in altri posti come le RSA, nei centri diurni, nelle case famiglia, nelle scuole dell’infanzia, nei nidi. Lo scopo è quello di educare i cittadini al rispetto della natura e della biodiversità, trattando il tema della stagionalità, e allo stesso tempo aiutare  la Banca dei semi della Toscana nel suo scopo di tutela.

Verrà, inoltre, realizzato un orto sociale a Montecchio Vesponi, nella casa di Pinocchio per opera dei ragazzi e operatori del progetto VI.VA e sarà avviata una produzione di uova e miele bio seguendo la campagna promossa da Green Peace. Quindi tanti progetti, che Koiné ha pensato e progettato sin dal 2015. Paolo Peruzzi, Presidente della Cooperativa sociale Koiné: “Nell’ambito del Patto sociale per la salute mentale del Valdarno, costruito con Asl Tse e Conferenza dei sindaci del Valdarno e con il finanziamento della Regione, attivammo la fattoria di Ramarella. A partire da questa esperienza abbiano dato vita a una rete di agricoltura sociale con altre cooperative sociali e con molte imprese agricole, diventando parte del Distretto Rurale e del Cibo del Valdarno”.

Con il tempo e l’impegno della Cooperativa si è creata una rete sociale nel territorio del Valdarno fino a diventare parte integrante del Distretto rurale Rurale e del cibo locale. Importante come ciò “metta in rete con i Comuni della vallata e le imprese agricole, progetti di salvaguardia della biodiversità alimentare e di educazione sulla cultura identitaria nelle scuole. l progetto “Aia Diffusa” nasce nel nostro Distretto del Cibo e diventa un modello diffuso per gli altri Distretti italiani”, commenta Luca Fabbri, Coordinatore tecnico del Distretto. 

A quest’ultimo progetto ha aderito anche la Fondazione Allianz UMANA MENTE, nella Provincia di Siena, dove è stato gestito l’orto e l’Aia Felice a Castelnuovo Berardenga. Dall’ integrazione tra le due esperienze è nato il primo nucleo della rete Aia Diffusa. Ancora Paolo Peruzzi: “Oggi nei progetti della rete sono impegnate 31 persone con programmi individuali diversi. Siamo poi entrati a far parte della rete dei sostenitori della Banca del Germoplasma della Regione Toscana, iniziando ad ispessire nelle nostre attività agricole l’impegno per la salvaguardia della biodiversità, dell’ambiente e del paesaggio”.

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