22, Novembre, 2024

Ampliamento discarica, Audizione generale, terza sessione: parlano sindaci, cittadini e dipendenti di Csai

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Intervenuti i sindaci di Laterina Pergine e Cavriglia, tanti cittadini, consiglieri comunali e alcuni dipendenti di Csai. Previste altre due sessioni dopo Pasqua

Ampliamento della discarica di Podere Rota: si è tenuta la terza sessione dell'audizione generale dell'inchiesta pubblica. Sono stati in tutto 15 gli interventi:  i due sindaci di Laterina Pergine, Simona Neri, e di Cavriglia, Leonardo Degl'Innocenti o Sanni, consiglieri comunali, privati cittadini, e dipendenti di Csai. Vista la mole delle osservazioni sono previste altre due sessioni dopo le festività di Pasqua.

La prima a prendere la parola è stata Simona Neri, sindaco di Laterina Pergine: "Nel 2011, in occasione dell'ultimo ampliamento funzionale alla prosecuzione dell’attività di conferimento fino al 2021, fu raggiunto un difficile compromesso tra le esigenze locali di voler dismettere il sito e le esigenze di carattere generale dei due Ambiti, evitando situazioni di emergenza e dando tutto il tempo necessario per l’attuazione delle rispettive previsioni di ambito, rispettivamente attraverso il l'ampliamento dell'impianto di San Zeno e la realizzazione del termovalorizzatore di Case Passerini. Questa volontà è stata più volte ribadita da parte dei comuni del Valdarno e lo stesso Consiglio Comunale di Pergine Valdarno, nel Dicembre del 2017, ha approvato all'unanimità un ordine del giorno nel quale si dichiarava favorevole a far rispettare gli accordi previsti dall'attuale piano di ambito, nei quali era prevista la chiusura della discarica nel 2021".

"La stessa Assemblea della Autorità di ATO Toscana Sud nella seduta del 16 maggio 2019 ha approvato l'Ordine del giorno nel quale si dà mandato: al Presidente dell'assemblea dei Sindaci di avviare una trattativa nelle sedi competenti per rivedere gli accordi inter-ambito in essere con l'obiettivo dell'autosufficienza dei territori e la cessazione nell'impianto di Podere Rota dello smaltimento dei rifiuti indifferenziati provenienti da Ato Toscana Centro e da qualsiasi altro territorio esterno ad ATO Toscana Sud onde evitare anche possibili condizioni di emergenza e ulteriori proroghe alla scadenza del 2021; al Direttore Generale e al Consiglio Direttivo di sottoporre ad una prossima Assemblea d’Ambito una proposta di deliberazione in ordine all’utilizzo della discarica di Podere che sia coerente con i seguenti indirizzi:  di non inserire nel piano di ambito alcun progetto di ampliamento della discarica di Podere Rota fino all'esaurimento naturale dei volumi, previsto per il 2021, con il conseguente avvio della bonifica postmortem del sito,  di considerare l'impianto di Podere Rota non più strategico all'attuazione di una programmazione impiantistica che mira all'autosufficienza dei fabbisogni di recupero e di trattamento dei rifiuti, tramite l'utilizzo e l'efficientamento dell'impianto di San Zeno, con un aumento della raccolta differenziata e una drastica riduzione del conferimento in discarica dei rifiuti, in osservanza delle leggi vigenti e delle direttive europee in materia".

Il sindaco Neri ha poi ancora puntualizzato: "Nella consapevolezza che l'impianto di San Zeno, funzionale alle esigenze del nostro ambito territoriale, potrà essere pronto tra qualche anno, ci si poteva aspettare che la Regione Toscana e l'Autorità di ATO Toscana Sud intraprendessero una qualche iniziativa rivolta a dare risposta a tale problema, nel caso programmando un modesto ampliamento della discarica funzionale al solo soddisfacimento delle esigenze dei comuni del territorio aretino. Il gestore della discarica di Casa Rota, al di fuori di qualunque programmazione, ha invece presentato un progetto di ampliamento che per durata, quantità e tipologia di rifiuti si pone al di fuori delle esigenze del servizio pubblico, creando di fatto i presupposti affinché tale discarica possa continuare la propria attività ben al di là dell'orizzonte temporale pubblico, caratterizzandosi d'ora in poi come un qualunque impianto di smaltimento rifiuti sul libero mercato, creando per altro i presupposti per una strana commistione tra gestione pubblica dell'impianto (che proseguirà con il post mortem, grazie alle risorse accantonate provenienti dalla tariffa) e gestione privata (con i proventi dell’attività svolta sul libero mercato), per altro senza alcuna certezza che l'impianto termini la propria attività nell'anno 2027".

"Lo stesso Comune di San Giovanni Valdarno ha ritenuto opportuno, a tutela del proprio territorio e dei propri cittadini, approfondire nel merito tecnico e amministrativo il progetto presentato da CSAI, così da formulare delle osservazioni che, oltre ad esprimere tutta la contrarietà a tale iniziativa, evidenziassero i numerosi elementi di criticità presenti, a partire dalla circostanza che la Regione Toscana ha disposto l'avvio del procedimento istruttorio senza attendere gli esiti del procedimento avviato da ARPAT. Il Comune di Laterina Pergine Valdarno condivide e fa proprie in ogni loro parte le osservazioni al progetto approvate dal Comune di San Giovanni Valdarno: vi sono situazioni pregiudiziali ostative alla procedibilità del P.A.U.R, violazione dei principi di settore della disciplina dei rifiuti, violazione della normativa urbanistica, mancata valutazione dell’impatto odorigeno, sottovalutazione dell’impatto sanitario. Il Comune chiede che il presente procedimento autorizzativo si concluda con esito negativo".

Simona Neri ha concluso: "Non ci arrendiamo all’idea che il futuro del nostro territorio debba essere di continuare ad ospitare grandi discariche per seppellire i rifiuti: ogni giorno cerchiamo, con fatica, di valorizzare il territorio che amministriamo con progetti che lo qualifichino da un punto di vista turistico, artistico e paesaggistico, ma una operazione di questo tipo rischia di compromettere pesantemente il nostro lavoro ed il lavoro delle associazioni di categoria, alle associazioni ambientaliste in maniera definitiva ed irreversibile".

Subito dopo è stata la volta del sindaco di Cavriglia Leonardo Degl'Innocenti o Sanni: "Dagli interventi dei colleghi non emerge solo inequivocabilmente la contrarietà all'attuazione del progetto di ampliamento della discarica di Casa Rota, ma anche un messaggio politico, forte e determinato che il Valdarno sta lanciando in questo momento alla Regione Toscana: i Comuni della vallata aretina sono uniti e coesi nel dire no all'ampliamento della discarica. I sette sindaci che si stanno esprimendo in merito al progetto rappresentano circa 90mila abitanti, quelli del territorio del Valdarno aretino, che da ormai oltre cinquant'anni ospita discariche per risolvere problemi di smaltimento rifiuti non solo della Provincia di Arezzo ma anche della Toscana del sud e del centro. Tutto questo non può più accadere per molte ragioni".

"Il Valdarno ha la necessità assoluta di autodeterminare il proprio futuro all'insegna della sostenibilità ambientale, della valorizzazione del territorio e delle sue peculiarità turistiche, artistiche, storiche e paesaggistiche. Un nuovo modello di sviluppo che confligge con il progetto di ampliamento della discarica. Confermiamo anche noi come Amministrazione Comunale la contrarietà all'attuazione di questo progetto come già riportato nella delibera della Giunta Comunale del 19 febbraio 021 che peraltro, detta delibera ha costituito osservazione al procedimento amministrativo. Crediamo però che ci siano tre temi fondamentali ed imprescindibili che dal nostro punto di vista meritano di essere ulteriormente approfonditi per meglio spiegare la situazione che stiamo affrontando come amministratori di questo territorio, patrimonio dei nostri figli e delle nuove generazioni:

"Il senso di responsabilità. I cittadini del Valdarno si sono assunti nel corso di questi decenni un enorme senso di responsabilità dando la propria disponibilità ad accogliere rifiuti provenienti non solo dal proprio territorio ma da tutta la Provincia di Arezzo e da gran parte di quella di Firenze. Prima dell'apertura di Podere Rota, il Valdarno ha ospitato altre discariche. Nel territorio di questo Comune è ancora presente la ex discarica di RSU di Tegolaia che, attiva per circa 15 anni prima della discarica di Casa Rota, a servizio esclusivo dei Comuni del Valdarno aretino e fiorentino, nonostante che venga mantenuta in sicurezza con interventi periodici a cura e spese solo della amministrazione Comunale di Cavriglia, attende ancora la dovuta attenzione da parte della Regione Toscana riguardo al reperimento delle risorse necessarie alla definitiva messa in sicurezza. Allo stesso modo, da ormai molti anni, chiediamo alla Regione Toscana di assumersi a propria volta un senso di responsabilità forte e deciso. Non possiamo più procrastinare la decisione di chiudere la discarica di Podere Rota che si rinvia ormai da troppo tempo pur nella consapevolezza che vadano assolutamente individuate delle alternative urgenti. I lavori all'ampliamento di San Zeno in tal senso sono strategici e fondamentali, è a questo punto urgente, a nostro avviso, velocizzare il cantiere e far si che l'inceneritore possa garantire, quanto prima, ai nostri territori l'autosufficienza al fine di evitare la realizzazione di ampliamenti di discariche di rifiuti. Occorre l'assunzione di un forte senso di responsabilità. Noi come Sindaci e soprattutto la nostra comunità del Valdarno lo abbiamo assunto per molti anni. E' giunto il momento che tutti lo facciano davvero".

"La credibilità, altro aspetto fondamentale da valutare ed approfondire, crediamo, sia quello della credibilità della politica ma anche delle istituzioni. E mi spiego. La discarica di Podere Rota, nata alla fine degli anni '80, con risorse interamente pubbliche, a servizio dei comuni del Valdarno, quando il sistema del seppellimento dei rifiuti era l’unica metodologia conosciuta ed utilizzata, è diventata con il passare degli anni un sito che serve non soltanto i comuni della Provincia di Arezzo e dell’ATO Toscana Sud, ma un sito interambito, con una quantità importante di rifiuti provenienti, ogni giorno, dalla zona fiorentina, oltre ad accogliere una notevole quantità di rifiuti speciali, tanto che, come si ricava dalla stessa relazione progettuale, i 3 flussi (ATO Toscana Sud, ATO Toscana Centro e rifiuti speciali) ad oggi si equivalgono per quantità.  Nel 2011, in occasione dell'ultimo ampliamento funzionale alla prosecuzione della attività di conferimento fino al 2021, fu raggiunto un difficile compromesso tra le esigenze locali di voler dismettere il sito e le esigenze di carattere generale dei due Ambiti, evitando situazioni di emergenza e dando tutto il tempo necessario per l' attuazione delle previsioni di ambito, attraverso l'ampliamento dell'impianto di San Zeno e la realizzazione del termovalorizzatore di Case Passerini. Tale volontà è stata più volte ribadita da parte dei comuni del Valdarno e lo stesso Consiglio Comunale di Cavriglia, nel novembre del 2017, ha approvato all'unanimità un ordine del giorno nel quale si dichiarava favorevole a far rispettare gli accordi previsti dall'attuale piano di ambito, nei quali era indicata la chiusura della discarica nel 2021".

 

"Noi crediamo che se la classe politica dirigente di questo territorio potrà dirsi integra, seria e coerente con le scelte intraprese e gli accordi fatti in merito a Podere Rota, se vorremo garantire serietà ai nostri cittadini dovremo dimostrare loro credibilità, ovvero saper rispettare gli accordi presi. E l'accordo era uno solo, chiaro, perentorio: Podere Rota doveva dirsi esaurita nell'anno 2021 senza ulteriori allargamenti".

"Il rispetto dell'ambiente e la tutela della salute pubblica. Ci risulta che la Regione Toscana abbia disposto l'avvio dell'istruttoria del PAUR nonostante il procedimento avviato da ARPAT con la comunicazione di potenziale contaminazione del sito, sulla base di quanto già evidenziato nel RIA del settembre scorso. Ci chiediamo come sia possibile procedere nell'istruttoria quando siamo in presenza di un sito, iscritto da Arpat stessa, nel SISBON ovvero un sito per il quale é stato accertato superamenti di CSC ad oggi non riconducibili alla sussistenza di un fondo naturale. Crediamo che sia necessario mettere in atto indagini, saggi e verifiche tecniche nell'area interessata dall'ampliamento della discarica necessari a chiarire questa situazione e se ritenuto, attivare le procedure di bonifica sarebbe in tal senso fondamentale. Arpat il 18 marzo 2021 ha redatto un contributo tecnico richiesto dal settore VIA-VAS della Regione Toscana, dal quale sostanzialmente si evincono ulteriori criticità ambientali. Alla luce di quanto esposto chiediamo alla Regione Toscana massima e assoluta trasparenza e tutti gli approfondimenti del caso. La salute dei cittadini è sacra e non è neppure ipotizzabile che si continui l'istruttoria di un procedimento di autorizzazione all’ampliamento di un sito di discarica come Podere Rota, quando non è stata chiarita, attraverso adeguate procedure, la questione della contaminazione e dell’inquinamento."

Numerosi poi gli interventi di cittadini. Vincenzo Lorenzini ha messo in evidenza l'0importanza dell'unione dei 7 sindaci del Valdarno aretino nel dire 'no' all'ampliamento. "Preoccupa – ha detto – il silenzio delle politiche di livello superiore. Non sono con noi nell'inchiesta, non stanno partecipando. La politica che governa non parla e non risponde". Ubaldo Manganelli ha parlato di vari problemi dell'impianto a cominciare dai cattivi odori così come Michele Pistritto. Giancarlo Lalli ha ricordato le lotte dei cittadini, la costituzione del Comitato e dell'Osservatorio sulla discarica. Simone Ghiori ha chiesto al presidente Franchi la possibilità di allungare i tempi dell'inchiesta pubblica per farla confluire in un periodo in cui poter organizzare incontri con i cittadini in presenza. Daniele Fabbri ha sottolineato ancora gli aspetti legati alla salute, all'ambienteb e agli interessi del Comune di Terranuova, "Tutti devono impedire l'ampliamento, la discarica ha pesato troppo e per troppo tempo sulla comunità".

Serena Delfi, del Comitato Vittime di Podere Rota, ha letto il testo del suo intervento presentato in un consiglio comunale aperto sul tema discarica a Terranuova nel 2013. E la situazione non è cambiata. "Spero che l'unione faccia la forza e che la Regione Toscana si assuma le proprie responsabilità e chiuda l'impianto". Silvia Calonaci, cittadina di Piantravigne: "Ancora oggi seppelliamo i rifiuti sopra altri rifiuti. La politica continua a mettere i rifiuti sotto il tappeto nel salotto buono del Valdarno. Ma voi politici venite a vedere di persona quale è la situazione. La discarica è invasiva e impattante per il territorio". L'argomento ambiente è stato toccato anche da Riccardo Sinni: "L'ampliamento della discarica tarpa le ali a progetti di valorizzazione del territorio. Il paesaggio è stato sfregiato dalla discarica. Mi rivolgo a tutti voi perchè assicuriate un futuro diverso dal presente al Valdarno".

Poi si sono succeduti anche gli interventi di due consiglieri comunali di maggioranza di San Giovanni. Alberto Marziali ha incentrao l'intervento sugli aspetti ambientali e turistici: "Abbiamo bisogno di una cultura diversa. non ci serve una discarica ma di superarla. Sono nati l'Ambito turistico e il Distreto rurale del Valdarno: sono determinanti per lo sviluppo del territorio. La discarica pregiudicherà il futuro del Valdarno", mentre Elena Spadaccio ha affrontato il tema della salute: "Non ho mai sentito nominare da loro la parola salute. Eppure Arpat, nel report, parla di un peggioramento qualitativo delle acque che influirà negativamente sui cittadini. Senza parlare di cattivi odori e di cattiva qualità dell'aria". 

Tra i quindici interventi anche quelli di due dipendenti Csai che hanno difeso l'operato dell'impianto, la sua gestione e la sua presenza sul territorio. Giovanni Fantoni che sul fronte degli odori ha spiegato "cerchiamo di evitare il disperdersi.  E comunque ci sono anche altri impianti in zona che potrebbero causare i cattivi odoiri ma si parla sempre e solo della discarica. Podere Rota non è solo una delle più grandi ma anche e soprattutto una delle strutture meglio gestite. Dell'impianto ne abbiamo bisogno come cittadini del Valdarno e della Regione Toscana".

Infine per Csai ha preso la parola Maria Mercuri, ingegnere ambientale,che  ha messo in evidenza l'impegno del Centro servizi ambiente impianti nella tutela ambientale ed i tanti controlli effettuati e da autorità e realtà diverse. "La dichiarazione ambientale viene valutata da più soggetti sia pubblici che privati, indipendenti tra loro.  L'impianto è controllato da tanti e diversi soggetti che hanno ciascuno indipendenza, imparzialità e competenza. Lavorare nell'impianto di Casa Rota significa lavora sotto una gigantesca e fastidiosa lente d'ingrandimento, dove non c'è spazio per l'approssimazione e l'improvvisazione, dove la trasparenza non è solo un obbligo ma una scelta aziendale effettuata con la pubblicazione della dichiarazione ambientale, con una serie di iniziative per farci conoscere. Essere appellati ciclicamente 'i furbetti della discarica', con le accuse tra le più svariate, io non lo posso tollerare. Lavoriamo seriamente e si parli seriamente del nostro lavoro. E' un'offesa ingiusta che non è solo diretta a noi lavoratori ma è estensiva, va a ricadere in modo grave e preoccupante sulla complessa catena di controlli. Ho constatato negli interventi dei sindaci promotori della chiusura dell'impianto, specia i soci di Csai, la totale assernza di un qualsiavoglia riferimento al lavoro dei cittadini valdarnesi appartenenti a Csai, che non è una scatola vuota ma vi lavorano una quarantina di donne e uomini. Noi vi lavoriamo e l'abbiamo fatto anche durante l'emergenza Covid. Chiedo come lavoratrice di Csai che l'ampliamento sia valutato tecnicamente, includendo però in tale valutazione gli impatti sociali dell'opera, ossia gli impatti ambientali e gli odori, che riconosco anche io, subiti dalla comunità limitrofa all'impianto, che doveva essere destinataria di misure compensative e mitigative giuste, ma anche gli impatti sociali dei lavoratori del nostro comparto". 

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