Un’accesa discussione fra il primo cittadino e alcuni consiglieri di opposizione fa da cornice alla seduta di consiglio in cui si fa il punto su tutti i dubbi sollevati da Magini sull’AF Montevarchi Spa. In merito alle nomine di CdA e Collegio revisori, il Consiglio decide alla fine all’unanimità di chiedere un parere al Ministero della Funzione Pubblica
Le risposte portate in Consiglio comunale in una lunga relazione presentata dal sindaco, Francesco Maria Grasso, non sembrano abbastanza convincenti: e così, all'unanimità, alla fine sarà necessario un parere del Ministero della Funzione Pubblica per chiarire la legittimità o meno delle nomine del CdA e del Collegio revisori.
I nodi da sciogliere erano quelli portati alla luce dal consigliere di maggioranza Gianluca Magini. Dubbi sul calcolo del canone che l'Azienda Farmaceutica deve al comune di Montevarchi; dubbi sulle nomine del CdA, che ad ottobre è stato rinnovato in carica per un periodo massimo di un anno. Altri dubbi, sollevati dai consiglieri di opposizione, riguardavano invece la nomina dei Revisori dei conti, sulla quale è mancato il confronto con i capigruppo consiliari.
"Calcoliamo il canone del 3% sul fatturato delle farmacie di Montevarchi e non su quella della Penna – aveva spiegato il sindaco in riferimento al primo punto – perché lavoriamo su due centri di costo distinti. Ed è così che è stato sempre calcolato quel canone". Una spiegazione, quella dei centri di costo, che ha scatenato le repliche dell'opposizone: "I centri di costo non sono un'interpretazione accettabile, tanto più che addirittura sono stati aboliti, cancellati già dal comune di Terranuova (socio dell'AF Montevarchi per l'1%) con delibera consiliare nel 2013".
Ma ancora più accesi sono stati i toni quando la discussione è entrata nel merito delle nomine del CdA. Il primo cittadino ha spiegato le linee seguite per questa nomina: "Il CdA dura in carica da regolamento per tre esercizi, e non decade fino all'approvazione del bilancio dell'ultimo esercizio, in questo caso quello del 2013. La seduta per questa approvazione, convocata in prima istanza a maggio 2014 ma saltata, è avvenuta in seconda convocazione il 16 ottobre. Ed è in quell'occasione che abbiamo nominato il nuovo CdA, composto dagli stessi membri, che rimarrà a titolo gratuito per un massimo di dodici mesi, come previsto dal dl 90 del 2014".
Attacchi reciproci e persino urla hanno segnato le repliche dei consiglieri di opposizione al sindaco. "Questo è il classico modo di agire politico che porta alla disaffezione dei cittadini", ha accusato Bindi (LI). "Questa non è trasparenza: diteci una volta per tutte perché questo CdA, nominato di corsa il giorno del silenzio elettorale prima delle amministrative, è ancora lì, nonostante i dubbi risultati portati finora", ha aggiunto Bucci (Prima Montevarchi). E Camiciottoli (Dem e Progr) ha articolato una serie di rilievi in merito proprio alla legittimità degli atti adottati da un CdA che muove da queste premesse.
Le spiegazioni non hanno convinto nemmeno Magini: "Prendo atto della spiegazione sul canone di servizio, ma non capisco il riferimento ai centri di costo: si sarebbe al limite potuto pensare ad una interpretazione per quote, che preveda il calcolo in base alla percentuale di proprietà del comune di Montevarchi (99%). Sul CdA, invece, ritengo che la legge con cui ci dobbiamo confrontare è la 444 del 94, che si riferisce a società a prevalente capitale pubblico come nel nostro caso. Senza contare che il dl 90 a cui si riferisce il sindaco si applica a incarichi successivi alla sua entrata in vigore, il 25 giugno 2014".
Caos e sospensioni ripetute della seduta, fino ad arrivare ad una decisione: serve un parere di un organo terzo competente in materia. Sarà quello del Ministero della Funzione pubblica: lo ha stabilito all'unanimità il Consiglio comunale, che ha dato mandato al sindaco di chiedere il parere attraverso un quesito che sarà formulato in Conferenza capigruppo.
Non solo: il documento approvato impegna infatti il sindaco, "nella sua qualità di rappresentante del comune, quale socio maggioritario dell'Afm Spa, a rappresentare a quest'ultima l'opportunità di adottare eventuali azioni sospensive o revocatorie in ordine a tutti i procedimenti amministrativi in corso". In sostanza, essendo ancora da verificare l'effettiva legittimità del CdA in carica oggi, gli atti amministrativi adottati da questo CdA potrebbero essere sospesi in attesa della risposta del Ministero.