19, Aprile, 2024

Farmacie: bilancio e CdA, Magini solleva pesanti dubbi su numeri e nomine. Questioni di legittimità portate in Consiglio

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L’AF Montevarchi Spa con il primo bilancio in positivo? Forse no, in base ad un possibile errore nella redazione del bilancio. Lo sostiene il consigliere di maggioranza Gianluca Magini, che ha scartabellato tutta la documentazione. E ha scoperto che forse il CdA in carica non è nemmeno legittimo

Un bilancio che potrebbe non essere in attivo, un Consiglio di Amministrazione che potrebbe non essere più legittimo. Dubbi pesanti sull'AF Montevarchi spa, la partecipata del comune che gestisce le farmacie comunali montevarchine più quella della Penna a Terranuova. A sollevarli è il consigliere Gianluca Magini, esponente della maggioranza, che ha studiato a fondo tutti i documenti.
 
La prima questione riguarda proprio il bilancio, quello che, dopo anni di perdita si era chiuso al 31 dicembre 2013 con un utile di 8mila euro e spiccioli. Forse no, invece:
"Il problema che ho rilevato – spiega Magini – riguarda il canone di servizio, che l'Af Montevarchi deve pagare da contratto ogni anno al comune, e che è composto da una quota fissa di 50mila euro e da una variabile pari al 3% del fatturato annuo. Ebbene, per il 2013 la parte variabile del canone non è stata calcolata sull'intero fatturato aziendale, che è stato di 3 milioni e 780 mila euro, ma solo sulla quota parte fatturata dai due punti vendita di Montevarchi (cioè, 3 milioni e 383 mila euro), escludendo quello della Penna; la differenza di fatturato è di poco meno di 400mila euro, il cui 3%, da aggiungere al canone già inserito in bilancio, sarebbe di circa 12mila euro più Iva. E, leggendo i bilanci 2012 e 2011, risulterebbe che il calcolo dell'importo variabile del canone sia stato eseguito nello stesso modo, con altrettante differenze di importo analogo".
 
Un metodo di calcolo che contrasta con il Contratto di servizio, il quale, ricorda Magini, è stato stipulato dal Comune con la AFM s.p.a. (e non ovviamente con i singoli punti vendita) ed il cui art. 5, nel calcolare il canone, fa espresso riferimento al fatturato annuo senza ulteriori specificazioni. Dunque, l'utile di 8mila euro potrebbe tramutarsi in una perdita di circa 4mila euro. E se il calcolo è stato effettuato così anche negli anni precedenti, sono altri soldi in meno. Tanto che il Consiglio comunale, prendendo atto di quanto rilevato da Magini, ha approvato un atto di indirizzo che impegna il sindaco a verificare tutto e riferire alla prossima seduta, con tanto di relazione convalidata dall'ufficio di controllo di gestione.
 
Il secondo dubbio riguarda la questione della legittimità o meno della riconferma dell'attuale CdA dell'AF Montevarchi spa.
A novembre il sindaco aveva annunciato di averlo prorogato in carica al massimo per dodici mesi, a titolo gratuito. Il rinnovo in carica del CdA risale al 23 ottobre, per la precisione. Nel verbale si legge che "l'assemblea dei soci nomina quali componenti del CDA le sig.re Vanni Stefania – Presidente, Paola Signorini – Vice Presidente e Sandra Fei – Consigliere […] la suddetta nomina, ai sensi dell'art. 6 decreto legge 24/6/90 nr.90 convertito in legge nr.114 del 11/8/2014, è a titolo gratuito per la durata non superiore ad un anno".
 
"Tuttavia – spiega Magini – la legge richiamata nel verbale non introduce alcuna possibilità di proroghe, ma si riferisce invece
(come precisato dal comma 2° dell'art. 6 d.l. 90/2014) ad incarichi nuovi conferiti dopo l'entrata in vigore del decreto stesso, cioè dopo il 25 giugno 2014. Lo stesso articolo, tra l'altro, vieta espressamente che tali incarichi siano affidati a “soggetti già lavoratori privati o pubblici collocati in quiescenza”, quando invece il presidente del CdA 'prorogato' dall'assemblea dei soci si troverebbe proprio in tale condizione".
 
Ma la problematica principale, secondo Magini, si porrebbe a monte di tutto ciò: “In realtà, infatti, il CdA sarebbe già decaduto per legge il 13 maggio 2014,
cioè dopo tre anni dalla sua nomina; oppure, nella migliore delle ipotesi, 45 giorni dopo, se si applica la proroga tecnica prevista dal d.l. n. 293/1994 (convertito nella legge n. 444/1994)". L'art. 3 di tale decreto, nel disciplinare, appunto, la prorogatio degli organi amministrativi di società come l'Af Montevarchi Spa, stabilisce che, se non ricostituiti entro la scadenza, “sono prorogati per non piu' di quarantacinque giorni, decorrenti dal giorno della scadenza del termine medesimo. Nel periodo in cui sono prorogati, gli organi scaduti possono adottare esclusivamente gli atti di ordinaria amministrazione, nonché gli atti urgenti e indifferibili […]. Gli atti non rientranti fra quelli indicati […] adottati nel periodo di proroga, sono nulli". Ed il successivo art. 6 precisa in modo chiaro che “decorso il termine massimo di proroga senza che si sia provveduto alla loro ricostituzione, gli organi amministrativi decadono. Tutti gli atti adottati dagli organi decaduti sono nulli”.
 
I principi e le regole dettate dalla legge in materia prorogatio di, al massimo, 45 giorni sono stati anche ribadite a più riprese da alcune sentenze della Corte Costituzionale. 
E dunque le domande che Magini pone sono: “Il bilancio è in utile o in perdita, e di quanto? Come si concilia l'annunciata proroga del CdA con l'art. 6 del d.l. n. 90/2014? E comunque, se il CdA è decaduto il 13 maggio 2014 (o al massimo quarantacinque giorni dopo) con conseguente nullità di tutti gli atti adottati successivamente, allora è nulla anche l'assemblea convocata ad ottobre dal presidente e sono nulli anche gli atti adottati in quell'occasione, oltre a tutte le altre decisioni eventualmente prese nel frattempo?”.

Una questione sottoposta a sindaco e giunta in Consiglio comunale: il sindaco ha preso atto di quanto documentato, e si è impegnato ad approfondire la questione e verificarla, in tutti i suoi aspetti, in vista della prossima, decisiva, seduta consiliare.

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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