Crocchini, residente a Pian di Scò, è stato ricoverato per otto giorni in pneumologia all’ospedale di Arezzo, e oggi racconta la sua esperienza. “Tutto ha funzionato in maniera egregia, tutti sono stati professionali ed umani con me”
Claudio Crocchini è un altro valdarnese che ce l'ha fatta, che ha superato il coronavirus dopo un ricovero in ospedale, in questo caso al San Donato di Arezzo. In una lettera racconta la sua esperienza, ma soprattutto ringrazia tutti gli operatori sanitari che lo hanno assistito, partendo dal 118 e poi in particolare nel reparto di pneumologia dell'ospedale San Donato.
"Mi chiamo Claudio Crocchini ed abito a Pian di Scò, purtroppo sono stato contagiato da Covid19: i primi sintomi – racconta – con dolori articolari e muscolari, come una semplice influenza, sono comparsi martedi 20 ottobre, poi nei giorni successivi è arrivata la febbre, prima poche linee serali, fino a quando, al sabato, è salita fino a 38.5 ed è rimasta stazionaria. Martedi 27 abbiamo fatto i tamponi, giovedì i risultati: positivi. La febbre persisteva e io peggioravo, sempre più fiacco e con difficoltà respiratorie".
"Per questo la sera di venerdi abbiamo chiamato il 118, che ha subito allertato l'unità Usca di zona, è arrivata una giovane e brillante dottoressa che mi ha diagnosticato una polmonite da Covid, ha chiesto l'ausilio dell'automedica, arrivata subito, e mi hanno fatto un emogas arterioso; non riuscendo a comunicare i dati, se ne sono andati in attesa di aggiornarmi ma il peggioramento era sempre più intenso, e circa due ore dopo, alle 2 del mattino di sabato, ho chiamato il 118. È bastato dire il mio nome, e l'operatore del 118 ha visto tutti i dati del mio caso: in dieci minuti è arrivata l'ambulanza che in brevissimo tempo mi ha trasportato al reparto di pneumologia dell'ospedale San Donato di Arezzo".
"Qui – prosegue il racconto di Claudio Crocchini – mi hanno messo a letto, fatto una serie di esami, e poi subito mi hanno fatto indossare il casco respiratorio, che ho portato complessivamente per otto giorni. Inutile dire che sopportare il casco non è facile, ma mi ha salvato! Durante i giorni successivi ho ricevuto una assistenza di una così elevata professionalità ed umanità sorprendente, veramente inaspettata, forse perché ero condizionato da una cattiva informazione che tende a demolire le istituzioni e manda solo informazioni di inefficienze e negligenze. Un esempio per tutti: tutte le sere mia moglie veniva informata delle mie condizioni e del decorso clinico direttamente dal Primario!".
Per questo Crocchini ci tiene a ringraziare tutti gli operatori che si sono occupati di lui. "Tutto, e ripeto tutto il personale, pur in grande disagio a causa degli indumenti protettivi, che rendono piu difficile il loro lavoro, tutto si prodiga per il paziente! Hanno allestito un nuovo reparto, sfruttando anche i materiali dismessi di magazzino, letti di una ventina di anni fa, ben conservati, ma la sensazione è quella di un ospedale in tempo di guerra, tanto movimento di tutto, ed è stupefacente, come in mezzo a tale apparente confusione, l'ospedale riesca a mantenere un livello di efficienza altissimo".
"Ora sono a casa da 3 giorni,sono stato contattato telefonicamente dal servizio 'case manager' per sapere delle mie condizioni di salute dopo la dimissione. Contemporaneamente anche il servizio della Usl USCA mi chiama tuttii giorni per valutare la convalescenza della malattia, tutto ha funzionato e sta funzionando egregiamente, e di questo – conclude la testimonianza – voglio porre i miei ringraziamenti a chi ha pensato, ideato, organizzato queste strutture, a tutti coloro che vi lavorano, con dedizione verso il paziente e grande passione per il loro lavoro. Siamo cittadini che hanno la fortuna di essere aiutati da queste strutture, siamo fortunati di essere in Toscana, dove da tanti anni l'attenzione alla sanità é una delle prime voci in bilancio. Un grazie grandissimo a tutti".