Parte la procedura di risarcimento: si riferisce alle visite e agli esami non disdetti e non effettuati fra il 2013 e il 2016 (58mila); e alle autocertificazioni del reddito risultate non in regola nel 2014 (circa 2mila)
Partiranno da gennaio 2019 gli avvisi di recupero crediti destinati agli assistiti della Asl Sud Est che non risultino in regola con pagamenti o autocertificazioni: in particolare per esami e visite prenotata ma non effettuate, senza aver disdetto in tempo; e per le autorcerificazioni sul reddito risultate non in regola.
Visite non disdette.
Sono oltre 58mila in provincia di Arezzo, riferite al periodo 2013-2016 (nel dettaglio: 16.197 nel 2013; 17.525 nel 2014; 15336 nel 2015 e 9.752 nel 2016). Le lettere inviate ai cittadini contengono tutte le informazioni relative alla prenotazione dell'appuntamento a cui poi non si sono presentati; le modalità di pagamento e il modulo per presentare il ricorso amministrativo (indicando le motivazioni per chiederne l'annullamento, per esempio in caso di malattia, ecc).
“La mancata disdetta delle visite – ricorda l’Azienda – è una delle cause dell’allungamento dei tempi di attesa. Per questo stiamo lavorando per sensibilizzare i cittadini a disdire le visite quando sono impossibilitati ad andarci: così non dovranno pagare la mancata disdetta e non provocheranno inutili attese per gli altri utenti. Due aspetti importanti che sono esclusivamente nell’interesse del cittadino”.
Autocertificazioni false o non corrette.
Si tratta 1.989 verbali che riguardano la provincia di Arezzo, Valdarno compreso, per i cittadini che hanno presentato autocertificazioni false e, comunque, non corrette ed hanno quindi usufruito, senza che gli spettasse, di prestazioni in regime di esenzione totale o parziale dal ticket (per le esenzioni E01, E02, E03, E04 e fasce di reddito ERA, ERB, ERC). Si tratta di visite o esami effettuati nel 2014. L’importo complessivo per la provincia aretina è di oltre 414mila euro. Questi verbali sono l’esito di un’attività di accertamento effettuata da Sogei (Ministero delle Finanze) che incrocia i propri dati con quelli inviati da Inps, Ministero del Lavoro e Agenzia delle Entrate, con l’obiettivo di rilevare le autocertificazioni mendaci.
I cittadini potranno beneficiare della riduzione di un terzo della sanzione effettuando il pagamento entro 60 giorni dalla notifica; in questo caso, l’importo sarà costituito dal ticket evaso, la sanzione pari al ticket e le spese (i verbali e i bollettini premarcati riportano la cifra da pagare entro 60 giorni). Successivamente, come per ogni sanzione, l’importo da pagare sarà pari al ticket dovuto, più la sanzione amministrativa. L’interessato può presentare ricorso, ma senza che sia interrotto il periodo dei 60 giorni per il pagamento in forma ridotta.
Nel momento in cui arriva il verbale di accertamento, le persone possono decidere di pagare immediatamente, se vogliono ridurre la sanzione amministrativa. Altrimenti, riceveranno successivamente un’ordinanza di ingiunzione, a cui farà seguito l’eventuale iscrizione a ruolo. I verbali di accertamento contengono, comunque, tutte le informazioni necessarie: come pagare e dove pagare (IBAN o bollettino postale premarcato), come ottenere informazioni (posta ordinaria, email, fax, call center e non agli sportelli), il numero del verbale di accertamento, il numero di protocollo delle autocertificazioni risultate mendaci, l’elenco delle prestazioni e il ticket dovuto per le impegnative collegate a quelle autocertificazioni e un modulo allegato per permettere di presentare una memoria difensiva (ovvero un ricorso amministrativo alla stessa Azienda USL Toscana Sud Est).