18, Dicembre, 2024

Dalla tragedia delle Lastre ai danni nel fondovalle: l’alluvione del 1966 in Valdarno

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Era il pomeriggio del 3 novembre del 1966 quando in Valdarno iniziarono ad esondare fiumi e affluenti dell’Arno. Il territorio pagò anche il suo prezzo in termini di vite umane, con sette persone che morirono a Reggello travolte dalla piena del Resco. Storie ricostruite in uno speciale da Valdarnopost

Era la notte fra il 3 e il 4 novembre, quando il Valdarno avvertì, prima ancora di Firenze, l'ondata dell'Arno in piena. E non solo: torrenti e borri che strariparono, acqua e fango nel fondovalle. A Reggello due famiglie furono spazzate via dal Resco. Nel 2016, nel cinquantennale dall'alluvione, abbiamo ricostruito in questo speciale quegli eventi con testimonianze, ricordi, foto di allora. Ve ne riproponiamo alcuni nell'anniversario numero 52. 

LA DIGA DI LEVANE
In Valdarno qualcuno ancora ricorda un megafono che, fra il 3 e il 4 novembre di quel 1966, girava per i paesi gridando alla gente di mettersi in salvo, perché la diga era crollata. Non era vero, ovviamente: ma la Diga di Levane, insieme a quella di La Penna, furono a lungo sospettate, erroneamente, di essere comunque le responsabili dell'alluvione di Firenze, di aver in qualche modo ingrossato la portata dell'Arno. Ci vollero un'ispezione del Ministero dei Lavori Pubblici e una inchiesta della Magistratura per chiarire che "l'onda di piena naturale sia stata in alcun modo aggravata (dalle dighe, ndr) poiché dalle paratoie è stata scaricata a valle dello sbarramento la stessa portata affluita nel serbatoio". Qui l'approfondimento. 

 

ACQUA E FANGO A MONTEVARCHI
Era un giovedì pomeriggio, quel 3 novembre del 1966. Lo ricordano bene gli impiegati dell'Ufficio tecnico del comune di Montevarchi, che intorno alle 16 avrebbero dovuto riunirsi per una commissione. Ma non ce ne fu il tempo: l'esondazione degli affluenti dell'Arno, di lì a poche ore, avrebbe sommerso il fondovalle e il centro di Montevarchi di un metro e mezzo di acqua e fango. All'Ufficio tecnico, in quei mesi, lavoravano in nove. Valdarnopost nel 2016 ne ha incontrati cinque: l'architetto Rivo Vanzi, che ne era il responsabile, insieme ad Antonio Garofalo, Maria Uggeri, Pierluigi Pierazzini e Edo Baldetti. La loro testimonianza. 

foto Massimo Anselmi

 

FIGLINE, I RICORDI DI UNA BAMBINA
Nella notte tra il 3 e il 4 novembre 1966 anche Figline si trovò ad affrontare il terrore dell'alluvione. Tanti furono gli abitanti che persero tutto a causa della furia dell'Arno. I racconti dei bambini che avevano vissuto in quella notte l'inferno furono raccolti in un libro, "Com'era l'acqua: i bambini di Firenze raccontano" di Idana Pescioli. Tra questi c'era anche quello di Anna Bernini di Figline che all'epoca aveva 11 anni. Lo riportiamo integralmente in questo articolo. 

Archivio storico del Circolo fotografico Arno

 

LA TRAGEDIA DI REGGELLO
La vita del piccolo borgo delle Lastre, a Reggello, cessò alle 5 e 35 del 4 novembre 1966. La montagna franò sulle case e sul Resco, che scorreva accanto, facendolo esondare e provocando distruzione, macerie e morte. Alle fine si conteranno sette vittime, in larga parte giovani e legate da vincoli di parentela. Tra le vittime due sorelle di sei e nove anni, ma anche una donna incinta di sette mesi. Qui tutto il racconto. 

Foto dal libro " La tragedia delle Lastre"

 

I DANNI IN VALDAMBRA
Non solo l’Arno, il 4 novembre del 1966 anche i suoi affluenti esondarono e causarono danni nelle aree circostanti. Come il torrente Ambra che mise a dura prova Levane e tutta la Valdambra, da Bucine fino a Pietraviva: case e cantine allagate, campi e strade inondati, auto portate via dalla forza dell’acqua. Quel giorno, poco prima della confluenza con l’Arno, il torrente raggiunse una portata di circa 1000 metri cubi al secondo. La pioggia raggiunse ben 437 millimetri registrati a Badia Agnano. Qui la ricostruzione. 

Fabbrica di Levane devastata dall'Ambra (foto Gastone Rotesi)

 

 

 

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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